I SUONI ARMONICI

Da quando esiste la musica, ogni cultura ha creato una teoria musicale che rispondesse alle esigenze di interpretazione di ciò che si riteneva fossero le caratteristiche peculiari del suono. In particolare, per quanto riguarda la scoperta dei suoni armonici, che ogni civiltà ha potuto elaborare e studiare, ha determinato diverse concezioni strutturali ed armoniche come scale o ambiti sonori delimitati e ben definiti. I suoni armonici, cioè quei suoni che fanno parte o meglio che integrano un singolo suono, sono gli elementi caratterizzanti il timbro ovvero il suono stesso. Ciò che maggiormente ha interessato i teorici musicali, è stata la formazione di essi, il rapporto esistente fra il suono fondamentale o generatore e le conseguenze teorico matematiche o pratiche della loro progressività. In particolare il suono (armonico) d’ottava ritenuto e sentito come uguale, equivalente al suono generatore e che altro non è che la doppia vibrazione di esso, è stato la base di quelle speculazioni teoriche che hanno portato alla teorizzazione di scale differenti o simili, in civiltà lontane e distanti nel tempo. Dalla divisione in dodici semitoni nel sistema temperato, alla divisione pentafonica dei cinesi, alla divisione indù in ventidue parti proporzionali, a quella in diciassette parti degli arabi persiani ecc..il secondo armonico cioè l’ottava ma anche il terzo armonico cioè quello formante l’intervallo di “quinta” ha contribuito alla formazione dei sistemi musicali. Basti pensare alla scala Pitagorica ( successione di quinte ) o alla scala Zarliniana (scala degli armonici naturali). A questo proposito è curioso notare come già ai tempi di Aristosseno ( IV° secolo a.c. ) la scala “naturale” era stata elaborata e teorizzata....Le frequenze sonore utilizzate nella musica erano diverse a seconda del tipo di sistema armonico elaborato teoricamente. Gli strumenti musicali stessi, in un reciproco condizionamento, venivano costruiti in base a principi teorici che l’epoca o la civiltà stessa concepivano, proprio come ora! A tutto ciò, va aggiunto anche l’aspetto etico e religioso che la musica ha avuto in tutte le culture storiche e che può aver influenzato la teorizzazione di sistemi armonico musicali differenti. Nel mito di ER, raccontato da Platone nel X Libro della Repubblica, viene descritta con un’immagine di cerchi concentrici l’armonia cosmica. Quell’armonia delle sfere celesti, veniva altresì associata e paragonata all’armonia che otto singoli suoni in relazione fra loro possedevano. Volendo ipotizzare una correlazione ( diversa dalla canonica riconosciuta attualmente ) esistente fra questa descrizione armonica e la teoria musicale greca, semplicemente basandosi su questa immagine, credo si possa proporre o supporre che non già della teoria  musicale greca trattasi ma di un più antico sistema arcaico ( come arcaico è probabilmente il mito di ER ) e molto antecedente Pitagora o Archita o Aristosseno, i tre grandi teorici ed enunciatori musicali della cultura ellenica. Un sistema forse imparentato o derivato da quello Assiro Babilonese o Egiziano e che divideva l’intervallo d’ottava in otto “toni” suoni. D’altra parte è proprio dai suoni armonici che si può ricavare la suddivisione ottonale dell’ottava, in quanto essi stessi ne sono l’enunciazione più diretta e naturale. E di questo le culture semitiche ed egiziane ne erano a conoscenza. La considerazione in cui era tenuta l’arte musicale al pari dell’astronomia, della geometria, della matematica, fà supporre un’attenzione particolare e uno studio attento sia del suono che della teoria musicale, applicata e derivata dai suoni armonici.

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