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APPUNTI DI VIAGGIO Le possibilità offerte dal computer per la composizione musicale, ha fatto sì che in questi anni, vi sia stato un proliferarsi di strumenti elettronici nuovi. Sintetizzatori, campionatori, expanders, sequencers, processori, moduli sonori, programmatori ritmici, batterie elettroniche, nonchè strumenti tradizionali con caratteristiche elettronico-digitali ecc... Tutti questi strumenti pongono nuove problematiche e nuove prospettive, sia di carattere pratico musicale sia di carattere teorico musicale. Il confine, la separazione ben definita che sembrava esistere alcuni anni orsono, fra strumenti acustici e strumenti elettronici, sembra perdere di significato, fra le infinite varianti cui sono sottoposti ultimamente i timbri strumentali. La musica stessa stà assumendo connotati nuovi. Basti pensare a che cosa e quanto sia la musica riprodotta su nastro o su disco, all’utilizzo sempre maggiore e quotidiano dei mezzi audiovisivi, per rendersi conto che la maggior parte di musica che oggigiorno si ascolta è quella riprodotta da apparecchi elettroacustici. In una concezione “globale”, dove qualsiasi oggetto producente suoni è o potrebbe essere utilizzato come strumento musicale, viene naturale pensare a quanto sia problematico stabilire un confine fra ciò che è da considerarsi uno strumento musicale e non. D’altra parte riesce difficile, in particolar modo per un musicista, accettare l’idea che un giradischi o una radio o un compact disk possa considerarsi uno strumento musicale, anche se consapevole della problematica inerente la musica concreta, se non per definizione, almeno per interesse in quanto ciò ostacolerebbe la sua funzione di “riproduttore musicale” cui ha affidato la propria sopravvivenza. Così come riesce difficile considerare una sinfonia di Mozart ascoltata “in cuffia” come musica elettronica. Pur con le nuove possibilità offerte dal personal computer, di comporre brani musicali elaborati e digitalizzati direttamente dal compositore stesso, nonchè memorizzati e quindi riproducibili, questa dicotomia o ambiguità semantico etimologica degli apparecchi elettronici anche se digitali si ripropone. La computer music se da un lato utilizza specifici strumenti musicali elettronici, dall’altro è soggetta anch’essa alla riproduzione e quindi alle stesse contraddizioni che investono la musica elettronica. Nella computer music il concetto di composizione musicale sembra identificarsi con quello di elaborazione musicale. Questa elaborazione, che dovrebbe esser la peculiarità “prima” del computer, è stata trasposta in altri apparecchi elettronici con finalità tipicamente musicali come i sequencers o come i campionatori che automaticamente modificano ed elaborano suoni sia vocali che strumentali nonchè rumori ( se di rumori si può ancora parlare! ). La difficoltà tipicamente musicale di distinguere rumore o suono, viene ancor più amplificata. Queste nuove applicazioni rendono interessante ed enigmatica questa differenzazione, ma dal punto di vista musicale continua ad essere un mistero. Alcune definizioni come “tune”, “tone”, “voice”, hanno creato una vera babele di significati. Questa confusione semantica, dovuta in parte alla traduzione in lingua italiana non sempre corretta o meglio, non sempre in sintonia con ciò che un musicista generalmente intende per tono, timbro, voce, e all’ambiguità o polivalenza stessa di questi termini, obbliga il compositore di musica a rivedere ed a ripensare in modo nuovo concetti ed attributi musicali e sonori, determinando in sè stesso anche una diversa ricerca di carattere funzionale, strutturale ed estetica del linguaggio musicale. Così come il maggior sviluppo oserei dire “professionale” del canto ecclesiastico portò alla definizione del rigo musicale, così come, con lo sviluppo degli strumenti a tastiera si affermò il temperamento equabile, così come, il dissolvimento tonale portò alla dodecafonia, alla politonalità, ecc.. credo che lo sviluppo e la nascita di questi nuovi strumenti musicali elettronico-digitali collegati o non collegati ad un elaboratore, richieda la creazione di nuovi codici realizzativi sia per quanto riguarda la teoria musicale che per quanto riguarda la pratica stessa della musica. In altre parole, l’idea stessa di musica, in quanto espressione e codifica di eventi musicali acustico digitali, necessita di un approccio mentale diverso, più consono e conseguente, in sintonia ed in evoluzione con le mutate condizioni realizzative, nonchè corrispondente e partecipe delle attuali esigenze tecnologiche culturali. |