“ AD LIBITUM “

Esiste una dimensione musicale che definirei “ad libitum”, nel senso di costruzione o espletamento o evento acustico, senza vincoli prioristici di pensiero, ovvero, estemporaneo, cioè contemporaneo a sè stesso. Mi spiego meglio, volendo “fare musica” indipendentemente dallo strumento utilizzato, e concependo la musica come, durata sonora di frequenze sonore “ ( sec ) Hz “, oppure come: “ forma espositiva ( riformulazione integrata ) di frequenze sonore sequenziali “ vi è la possibilità di improvvisare nel vero senso della parola. Cioè, produrre suoni casualmente, apparentemente senza una logica armonica o consequenziale. Ciò è possibile, anche se inevitabilmente, il bagaglio culturale acquisito, ed il momento propizio spirituale, forse condizionano e diversificano comunque scelte sonore... Ciò nonostante, in teoria o meglio concettualmente, si può affermare che esiste la possibilità di “fare musica” liberamente. Ora, questo “fare”, in che consiste? Se è sufficiente produrre frequenze, indipendentemente da valori etici, o culturali, o costruttivi, o estetici, chiunque, volendo, può permettersi di “fare musica”, cioè suonare, e produrre musica con qualsiasi strumento sonoro. Ciò, comporta però una consapevolezza del fatto che ciò che si fà, è appunto casuale, irripetibile nella sua unicità di tempo-spazio, contemporaneo. Questa casualità può, se accettata come principio costruttivo consequenziale, come metodo, essere un modo, in questo senso sì, ripetibile, per “fare musica” ma, nella sua specifica casualità, nella sua estemporaneità, risiede anche la sua superficialità e uniformità, in quanto, una volta definito e attuato il concetto, una volta capito il discorso sonoro implicito, questo, può risultare, soprattutto per chi ascolta, monotono e poco variegato. La casualità consequenziale che apparentemente può sembrare una variabile maggiore della consequenzialità ordinata, produce in pratica, in quanto racchiusa in una forma espositiva comunque definita e soprattutto senza costrutto di scelta, cioè sapienza, noiosa monotonia tanto come alcune forme non casuali del classico discorso musicale. La libertà musicale esiste ma, esistendo, si autodefinisce e quindi in un certo senso, esaurisce subitamente il senso di libertà cercato e voluto.

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