Monoserie o Multiserie ?

Arthur Jones: le basi
dell'allenamento ad alta intensità!

A mio avviso, teoricamente, la monoserie potrebbe essere una buona scelta. L'applicazione pratica è, però, un po' diversa e a volte, a mio avviso, si distanzia alquanto dall'idealizzazione della "serie perfetta". Lo stesso Dorian Yates, estimatore della monoserie, afferma che spesso può essere utile una seconda serie in quanto - per problemi vari - non tutti sono in grado di espletare una serie "senza difetti".

Personalmente, aggiungerei un "aggravante" della situazione: contrariamente a quanto si pensa, sarebbero proprio gli hard-gainers (e pensare che c'è chi consiglia proprio a loro il breve ed infrequente..) i soggetti su cui la monoserie potrebbe "fallire", ed il motivo scaturisce dal concetto di efficienza neuromuscolare.
In altri termini, un soggetto con bassa efficienza neuromuscolare o con una percentuale elevata di fibre a contrazione lenta (gli hard-gainers, generalmente appartengono a tale categoria..), in una serie,
non è in grado di reclutare una considerevole quantità di fibre!
Le fibre
non reclutate (data la "legge del tutto o del niente" relativa alla contrazione delle fibre muscolari) non vengono stimolate e conseguentemente non hanno motivo di ipertrofizzarsi…
Una seconda (ed un'eventuale terza serie) per uno stesso gruppo muscolare (magari, cambiando esercizio), serve dunque a reclutare e stimolare delle fibre che nella prima serie
non hanno assolutamente ricevuto stimolazione e che, quindi - se ci fermassimo alla prima serie - non avrebbero motivo di ipertrofizzarsi.
In conseguenza di ciò, occorre decidere se "stimolare la crescita" e ciò avviene anche con la cosiddetta "monoserie" o stimolare una "
crescita ottimale" e ciò va valutato, di volta in volta, in funzione della prevalenza di fibre (a contrazione lenta o rapida) e dell'efficienza neuromuscolare del soggetto.
Questa "mera teoria" ho avuto modo di verificarla su vari atleti, ed in particolare, su un mio allievo, caratterizzato da una bassa efficienza neuromuscolare: dopo una prima serie a cedimento, è capace - dopo un breve riposo - a ripetere in una seconda serie le stesse ripetizioni della prima serie e con lo stesso peso!
Quando questo ragazzo mi ha chiesto di allenarlo - dopo averlo immediatamente identificato come "hard-gainer" - l'ho "religiosamente" sottoposto ad allenamenti basati sulla "monoserie"; mi sono accorto ben presto, che i risultati erano minimi e, così, ho fatto una prima "correzione" del training secondo i canoni del breve ed infrequente più ortodosso: ho dilatato le sedute di allenamento. Ho notato che i risultati erano ancora minori, e allora mi sono chiesto: "e se invece fosse sottoallenato? E se avesse bisogno di qualche serie in più per una maggiore stimolazione?". Così, tornando alla frequenza di allenamento iniziale, gli ho fatto eseguire due o tre serie per muscolo, ed i risultati (come riscontri di forza e di volume muscolare) sono stati decisamente superiori a quando ne usava una soltanto!
L'esperienza con questo ragazzo è stata importante, in quanto, dire "con la monoserie ho raggiunto notevoli risultati", non ha molto senso poichè non è detto che con qualche serie in più i risultati non sarebbero stai migliori… cioè,
non ci sono parametri comparativi.
Con questo allievo ho, invece, avuto modo di riscontrare i risultati che otteneva sia con una sola serie e che con 2-3 serie per muscolo…ed i risultati sono stati decisamente a favore delle 2-3 serie per muscolo.

Questo non vuol dire che 2-3 serie per muscolo siano sempre più efficaci della monoserie (su un soggetto con elevata efficienza neuromuscolare e parecchie fibre bianche forse la situazione si invertirebbe…), ma piuttosto che occorre valutare, di volta in volta, quante serie possono essere più idonee per stimolare una "crescita ottimale" e non una semplice crescita.


Attualmente, soprattutto su qualche rivista del settore, stiamo - a mio avviso - assistendo ad una vera e propria operazione di marketing in cui l'ormai classico "genio" di turno "inventa" mensilmente (seguito, guarda caso, dall'immancabile libro a supporto di quanto propone…) questo o quello sull'allenamento (in genere, breve, intenso ed infrequente, visto che per ora la "moda" è questa…).
Quello che però, in tali "campagne di marketing" si dimenticano soventemente di dire, è che tali "geniali" metodologie sono vecchie di decenni. Ad esempio, tutto ciò che concerne il "breve, intenso ed infrequente" deriva sistematicamente dagli scritti - sempre validi, ma ormai abbastanza datati … - di Arthur Jones (tra l'altro, inventore delle Nautilis Machine e allenatore di Mike Mentzer).
Una mia sensazione scaturita dall'osservare i fisici (indubbiamente) natural degli atleti di qualche decennio fa, è che attualmente si passi più tempo a leggere riviste "
rivelatrici" e/o a comprare i libri "pieni di innovazioni" del "guru" di turno, che ad ad allenarsi. Tale mia impressione è suggerita dal fatto che gli atleti di qualche decennio fa erano mediamente più "grossi" dei "natural" attuali. Ma se i "natural" attuali possono beneficiare del "plus valore" di una integrazione indiscutibilmente migliore e di un'alimentazione più bilanciata, com'è che, molto spesso, non raggiungono i risultati dei loro antesignani? Un (mia) possibile soluzione è che gli atleti di qualche decennio fa, non erano distratti da tante "innovazioni" (si fa per dire…) e conseguentemente … pensavano ad allenarsi duramente più che andar dietro alla "novità del mese"…

In altre parole, per ottenere risultati degni di nota, non serve il "
metodo miracoloso del bimestre", ma piuttosto una serie di linee guida che siano valide sempre e non … fino al prossimo numero della rivista…
Prima, ho accennato ad Arthur Jones. Ebbene, le sue linee guida non si sono dissolte nel tempo e durano - acquistando sempre più considerazione - da decenni…
Ecco raccolta in un breve
vademecum, la sua filosofia di allenamento (leggendo, oltre a trarre alcune basilari informazioni per ottimizzare il vostro allenamento, vi accorgerete … che molti moderni e superpubblicizzati "inventori"… non hanno inventato un bel niente…) che può essere considerata, senza ombra di dubbio, la spina dorsale dell'allenamento ad alta intensità.


  • Devono accadere tre cose affinchè i muscoli diventino più grossi e più forti -
  1. bisogna stimolare il muscolo a crescere;
  2. occorre concedere ai muscoli il necessario tempo di riposo per farli crescere;
  3. è necessario nutrire adeguatamente i muscoli con la giusta alimentazione (ed eventualmente, supplementazione).
  4. ATTENZIONE: è sufficiente trascurare uno solo dei punti precedenti per compromettere la crescita!

  • È essenziale concentrarsi sulla progressione -
  1. poichè esiste una relazione diretta tre la forza e la massa muscolare, la forza è un parametro importante da controllare, dato che è un modo oggettivo di verificare i progressi;
  2. di quanto dovrebbe aumentare la forza? In atleti non al limite delle loro prestazioni, un 5% ogni 1-2 settimane dovrebbe essere un incremento plausibile;
  3. la forza in un bodybuilder viene valutata in base al peso che si è capaci di sollevare - mantenendo una buona forma di esecuzione - per dieci ripetizioni. Cercare il massimo peso per una ripetizione, è inutile e pericoloso!
  4. Adottare il metodo "doppiamente progressivo": cominciate con un peso che vi consenta circa 8 ripetizioni e di allenamento in allenamento cercate di aumentare di 1-2 ripetizioni; quando in un certo esercizio, sarete capaci di eseguire 12 o più ripetizioni, nell'allenamento seguente aumentate i carichi del 5%
  5. Visto che dovrete progredire di poco (5%), ma costantemente, potrebbe essere utile disporre di dischi da 500gr.

  • Occorre cercare di rendere sempre l'allenamento più duro -
  1. a parte le serie di riscaldamento, non evitate mai le ultime ripetizioni di un esercizio. Sforzatevi al 100% ed eseguite le serie fino al momentaneo cedimento muscolare;
  2. due metodi per aumentare l'intensità di una serie, sono le ripetizioni forzate e le serie a scalare (stripping). Non abusate però di queste tecniche di intensità e usatele con oculatezza; inoltre le ripetizioni forzate vanno utilizzate dopo il momentaneo cedimento muscolare, per rendere la serie più difficile e non prima (come fanno molti…) per rendere la serie più facile;
  3. non confondete l'intensità dell'allenamento con la quantità di serie ed esercizi. Se un esercizio è svolto ad "alta intensità" non è possibile eseguire molte serie e l'allenamento deve risultare necessariamente breve.

  • È bene che i movimenti siano lenti e controllati -
  1. negli esercizi bisogna concentrarsi sulla perfetta e lenta esecuzione dei movimenti; niente slanci o rimbalzi! Gli slanci e i rimbalzi vanno a stressare le articolazioni e contribuiscono molto poco a "sovraccaricare" il muscolo, che è invece l'obiettivo dei bodybuilders. Il movimento deve essere "sentito", non svolto, così …"tanto per fare qualcosa"… 
  2. Quattro secondi nella fase positiva del movimento e quattro secondi nella fase negativa del movimento dovrebbero essere la "norma" negli esercizi che non consentono la massima contrazione; negli esercizi che presentano una notevole resistenza quando il muscolo è in posizione di accorciamento, occorre aggiungere ulteriori tre secondi nella posizione di massima contrazione.

  • Che frequenza di allenamento e che tipo di routines adottare? -
  1. tre allenamenti settimanali per tutto il corpo (routine "full body") sono molto più produttivi di una qualsiasi routine frazionata: occorre stimolare l'intero organismo e non semplicemente il singolo muscolo;
  2. lo schema da tre allenamenti settimanali è un buon modo per cominciare, ma se non si ottengono i risultati sperati, da tre allenamenti settimanali per tutto il corpo, occorre passare a due.

  • I gruppi muscolari durante l'allenamento vanno ordinati correttamente  -
  1. spesso si va in palestra per allenare pettorali e bicipiti (e, raramente, le spalle) e quindi si eseguono moltitudini di esercizi per questi muscoli … trascurando tutto il resto…
  2. la realtà è invece, che non si possono guadagnare (a meno di favorevoli predisposizioni genetiche) grosse quantità di massa muscolare in muscoli piccoli come, ad esempio, i bicipiti o i deltoidi, se i muscoli grandi (gambe e schiena) non ingrossano a loro volta;
  3. è sempre bene (a meno di "specializzazioni" o altre particolari procedure) iniziare l'allenamento con i muscoli più grandi che, tra l'altro, danno una "stimolazione generale" all'intero organismo, e via via passare a quelli più piccoli…

In definitiva, non servono stratosferiche cognizioni su periodizzazioni, macrocicli, ecc. per ottenere buoni risultati. Bastano i pochi punti descritti precedentemente e la volontà di lavorare sodo!


BIBLIOGRAFIA:

  • MENTZER - "Heavy Duty" - Ultimate Italia, 1994
  • MENTZER - "Heavy Duty Journal" - Ultimate Italia, 1994
  • ELLINGTON DARDEN - "High-Intensity" - Ciccarelli Editore, 1996
-      MENTZER et al. - "Articoli vari inerenti l'argomento" 1983-2002

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