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Il canto del gallo nero
E’ancora notte quando la sveglia di
Paolo si mette a suonare rumorosamente. Nonostante il sonno, il bambino scende velocemente dal
letto e va a prepararsi.
E’ un bel mattino di maggio e li
attenderà una lunga giornata di emozioni.
Attraverso luminosi boschi di larici e
profonde faggete, percorrono i sentieri che li porteranno verso i pascoli
d’alta montagna, ancora innevati, dove i galli forcelli danzano e cantano per
la riproduzione.
Un fiore, un animale, un ruscello,
sono occasioni per trasmettere a Paolo un insegnamento sulla natura e sul
rapporto giusto fra lei e noi, senza retorica, facendosi guidare dalla naturale
curiosità del bambino.
La notte trascorrerà nella tenda
d’alta quota. La grande solitudine che si prova a quelle altitudini ed i
rumori della notte rendono inquieto il bambino.
Alle prime luci dell’alba
raggiungono le arene di canto dei galli forcelli, dove assisteranno ad uno dei
rituali più spettacolari del mondo animale.
Lasciate le arene raggiungono il
vicino colle dove dall’alto ripercorrono con lo sguardo il sentiero percorso.
<<Lo sai Paolo che tanto tempo fa qui c’era un mare tropicale e quelle rocce laggiù sono barriere coralline pietrificate?>>.
Il bambino, dopo un attimo di perplessità, risponde:<<Non scherzare papà!>>.
Produzione | Multimedia Torino |
Regia | Michele Tamietto |
Testo | Michele Tamietto |
Musiche | Claudio Chiale e Pierangelo Romano |
Voce | Claudio Capone e Paolo Tamietto |
Durata | 25' circa |
Standard di ripresa | 16 mm |