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Acque interne d'Italia

Uno dei criteri scientifici di suddivisione dei corsi d'acqua consiste nel determinare longitudinalmente delle zone ittiche, caratterizzate da particolari specie di pesci e di ambienti naturali.

Il film si propone di trattare, una ad una, queste cinque zone, illustrandone le specie ed evidenziando, in modo semplice e chiaro, gli elementi biologici, fisici e chimici che le caratterizzano.

La zona a trote: Si tratta delle parte alta del corso d'acqua. Le acque di fusione dei ghiacciai si raccolgono in rivoli, formando ruscelli e torrenti impetuosi. Salti d'acqua, cascate e vortici si alternano a profonde pozze. Questo è l'habitat naturale delle trote fario e dei salmerini, ma anche di pesci meno noti, come lo scazzone e la sanguinerola. Nelle acque più incontaminate vive ancora qualche raro gambero d'acqua dolce.

La zona a temoli: Nel tratto pedemontano il fiume è sempre più caratterizzato dalle lunghe lame di acque cristalline. L'ossigeno presente è ancora molto alto, i materiali organici e minerali trasportati verso valle formano letti adatti alla riproduzione di molte specie di pesci. Questo è il tratto nel quale vive il temolo, un salmoniforme, caratterizzato da una splendida pinna dorsale. E' l'unico pesce ad odorare di timo (da cui il suo nome latino thimallus thimallus). Tipica di queste zone è anche la trota marmorata, un predatore endemico del bacino del Po, dalla classica pigmentazione nera marmorizzata.

La zona a barbi: Giunto a valle il fiume cambia aspetto; tranquille anse si alternano a tratti in cui la corrente è ancora forte. I fondali sono più profondi ed il suo letto è ricco di fertili detriti organici. Questa è la zona tipica del barbo e di molti altri ciprinidi, come la savetta, il cavedano, la lasca...I ghiaieti sono colonizzati da piante dalle fioriture multicolori.

La zona a carpe: Il fiume di pianura è tipico per il suo incedere lento e costante. Nelle anse ricche di vegetazione emersa e sommersa, nuvole di avannotti subiscono incessantemente gli attacchi dei lucci e dei persici. Le grosse carpe pascolano sul fondo. Il siluro d'Europa (importato dai balcani e sempre più diffuso nelle nostre acque) fa strage di anguille ed altri pesci bentonici. Non è raro che in queste acque compaia qualche sporadico storione, che dal mare risale il fiume per la deposizione delle uova. Una folta schiera di uccelli acquatici approfitta dell'abbondanza di cibo che questi habitat offrono.

La zona salmastra: Il fiume nei pressi della foce è caratterizzato dalla mescolanza delle sue acque con quelle del mare. Tra i folti canneti cormorani, aironi, fenicotteri ed altri uccelli si cibano dei pesci e dei crostacei che abbondano nelle basse acque lagunari.

I pesci di questa zona sono biologicamente preparati alle repentine variazioni di temperatura e salinità (specie eurialine ed euriterme) ed alle scarse quantità di ossigeno disciolto. Il nono, dalle carni velenose, la prolifica gambusia, divoratrice di larve di zanzara, i cefali, le orate e le spigole che risalgono dal mare in cerca di abbondanza alimentare.

 

Oltre alle specie di pesci (50 specie filmate sia in ambiente naturale che in vasche accuratamente allestite), sono state raccolte immagini di crostacei, molluschi ed altri invertebrati bentonici, uccelli, mammiferi e piante tipiche delle zone fluviali trattate.

Produzione Multimedia Torino
Regia Michele Tamietto
Testo Michele Tamietto
Musiche Claudio Chiale
Voce Gianni Gaude
Durata 40' circa
Standard di ripresa 16 mm