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Il pescatore dell'antico lago
E’ ancora buio quando arriviamo sul pontile del lago. Nonostante sia aprile, sul pelo dell’acqua staziona una nebbiolina persistente, residuo della notte appena trascorsa. Scarichiamo dall’auto le attrezzature subacquee e ci sediamo ad aspettare, guardando gli svassi che si immergono a caccia di piccoli pesci. Il sito archeologico è proprio di fronte a noi ad una distanza di circa un chilometro. Paolo getta delle piccole pietre nell’acqua, un’attività alla quale i bimbi non sanno proprio rinunciare. Mi diverto a riconoscere con lui tutte le specie di uccelli che nuotano sull’acqua.
Il furgone di
Giorgio non tarda ad arrivare, scendendo fa un saluto con la mano, poi apre lo
sportello posteriore e comincia a scaricare il materiale.
Pochi minuti dopo
la sua barca sta procedendo sicura verso la zona del lago dove ha buttato le
reti la sera prima.
La speranza di
ogni giorno è quella di riempire la rete di pregiati coregoni (su questo lago
li sanno cucinare divinamente e accompagnati da un bel bicchiere di Erbaluce
sono indimenticabili) o di catturare un luccio da record (non sono rari gli
esemplari di 20 chili).
Siamo andati
spesso in barca sul lago a pesca di persici nei canneti e fra le ninfee ma oggi
è una giornata particolare perché, dopo la pesca, ci porterà a vedere le
palafitte del periodo del bronzo. C’è buona visibilità e le condizioni
dell’acqua dovrebbero essere tali da consentirci un’esplorazione sui bassi
fondali.
Giorgio è
l’unico pescatore professionista rimasto sul lago di Viverone.
Conosce tutti
i nomi degli uccelli che vivono sul lago (e forse anche loro conoscono il suo,
perché non scappano quando arriva con la sua barca).
Mentre
racconta con entusiasmo al bambino mille avventure lo osservo con un po’ di
tristezza perché credo che nessuno prenderà il suo posto di pescatore quando,
un giorno, non ci sarà più.
Sul lago di
Viverone, a una trentina di chilometri da Vercelli, si pesca dalla preistoria.
Lo testimoniano le palafitte dell’età del bronzo ritrovate in una zona del
lago, distante dagli abitati. Sul fondale sono ancora visibili i pali che
sostenevano le abitazioni. La melma ha restituito innumerevoli frammenti di
reti, arpioni, ami ed anche una barca scavata in un grosso tronco.
Produzione | Multimedia Torino |
Regia | Michele Tamietto |
Testo | Michele Tamietto |
Musiche | Claudio Chiale |
Durata | 25' circa |
Standard di ripresa | DV Cam |
Prezzo | ******* |