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Nicarao, indio dei vulcani

 

 

Uno stormo di cormorani ed aironi si concede una pausa di riposo dopo la pesca nella laguna. Dietro di loro le acque limacciose dello Xolotlan, un lago di 1200 chilometri quadrati, posto nella fascia tropicale del continente americano.

Dalla cordigliera che fa da cornice al lago si staglia il vulcano Momotombo. Siamo in Nicaragua, nome che deriva dalla fusione di "agua" e di Nicarao, il popolo indio che abitava queste terre. I conquistadores arrivarono qui nel 1522. Chiamarono un villaggio che sorgeva sul lago: Managua, dal termine indigeno "anahuac" -vicino all'acqua-.

Fin dall' antichità gli indios dovettero saper convivere con i tumultuosi laghi, grandi come mari, e con i temibili vulcani. Nella zona si sono avute, dall'arrivo dei conquistadores, 14 eruzioni.

La più antica che si conosca sembra aver sorpreso un villaggio preistorico nei pressi di Acahualinca, cospargendolo di lapilli e ceneri, provenienti dal vulcano Masaya. Uomini ed animali cercarono la salvezza nelle acque del lago Xolotlan, lasciando impresse le loro orme nel fango delle sponde.

Sono presenti nel paese 25 vulcani con circa 40 bocche eruttive:

Il vulcano Mombacho, sulle rive del lago Cocibolca. Il Conception ed il Madera sull'isola di Ometepe. Il Santiago, chiamato anche "L'inferno di Masaya". Questa cordigliera di vulcani attraversa il paese da nord verso sud, parallela alla costa Pacifica.

Conosciuti con il nome collettivo di Marapios, questi vulcani emersero dalle profondità dell'oceano nell'epoca terziaria. Sono parte di quel fenomeno, tuttora in corso, causato dallo scorrere del basamento dell'Oceano Pacifico al di sotto della massa continentale Nordamericana.

 

Produzione Multimedia Torino
Regia Michele Tamietto
Testo Michele Tamietto
Musiche Claudio Chiale
Voce Claudio Capone
Durata 25' circa
Standard di ripresa 16 mm