Italyan, rum casusu çikti

Huka Pan HUK 471553 2 - 1992

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  1. Rum casusu
  2. Servi della gleba ?
  3. Servi della gleba - 4:36
  4. Arriva Elio - 0:56
  5. Uomini col borsello (Ragazza che limoni sola) - 4:44
  6. Il vitello dai piedi di balsa - 3:09
  7. Cartoni animati giapponesi - 3:55
  8. Cinquecento - 1:30
  9. Supergiovane - 8:04
  10. Essere donna oggi - 6:06
  11. Pork & Cindy - 4:28
  12. Pipppero (R) - 4:19
  13. Il vitello dai piedi di balsa reprise - 1:30
  14. Urna - 4:50
    Ufo robot (Tavolazzi - Albertelli - Tempera) - 0:13
  15. Arrivederci - 0:51
  16. La vendetta del fantasma formaggino - 7:57
    Sei forte papà (Jurgens - Zambrini) - 0:15
    Un mondo d'amore (Migliacci - Zambrini - Romitelli) - 0:13
    This Jesus must die (T. Rice - A. Lloyd Webber) - 0:42

Servi della gleba ?
È noto fin dai tempi del feudalesimo come l'amore per una giovane donna possa trasformare un giovane uomo in un Servo della Gleba. Riportiamo qui di seguito le principali fasi di tale trasformazione. FASE 1: il presagio. Il giovane racconta agli amici di aver conosciuto una ragazza carina, simpatica ma specialmente intelligente con la quale parla bene. Non si dimostra interessato sessualmente. FASE 2: lésso. Il giovane è convinto di aver trovato la donna della sua vita; si interessa perniciosamente ai racconti delle di lei vacanze; modifica le proprie abitudini e i propri gusti (alimentazione, musica, abbigliamento, cinema) nel tentativo di compiacerla. I numerosi pacchi agli amici sono sintomatici del passaggio alla successiva FASE 3: Servo della Gleba. È il momento decisivo della mutazione. Se il SdG idealizza l'amata a tal punto da non ritenersene degno (APPROCCIO NEGATIVO) entra nella sottofase vegetal: osserva apaticamente il mondo che lo circonda ed entra in rapporto simbiotico-umorale con l'amata (es. lei è felice perchè sta con uno figo -> anche lui è felice; ricordiamo infatti che il SdG vive generalmente una condizione di sudditanza amorosa, e non un reale rapporto di coppia). Se il SdG opta per una dichiarazione (APPROCCIO POSITIVO) si hanno due possibilità. a) ottiene un sì: viene accolto nel nirvana, conosce tutti gli dei e si muove leggermente sollevato da terra. Perde ogni contatto con gli amici. b) ottiene un due di picche: entra nel limbo, indossa una corona di spine e soffre di una forma collaterale di pessimismo affettivo che si manifesta con frasi del tipo: "Non troverò mai la persona giusta" e ancora "Sono io ad essere sbagliato". Dopo qualche tempo ricontatta gli amici giustificando mesi di silenzio con la frase: "Ho avuto un casino di robe da fare", Un SdG che collezioni 10 o più 2 di picche assurge allo status di Gran Maestro dei Glebas, vive in eremitaggio e diventa meta di pellegrinaggio per altri SdG ai quali legge il futuro servendosi di un mazzo di 2 di picche.

Lei è bella dentro, lei è sensibile; più dolce di uno sfacciottino di papà Barzotti. Cammina a una spanna da terra come un hovercraft d'amore; io l'accompagno alla mostra del Pinturettu anche se in realtà preferisco di gran lunga il Tinturicchio, poi torno a casa e - con un cuscino sulla faccia - penso a lei ascoltando al buio F. De Gregori e, dato che lei salutandomi mi ha baciato nelle vicinanze dell'angolo esterno della bocca, ritengo a ragione di avere delle possibilità. Poi la osservo dalla mia finestra muoversi leggera come un gavettone di idrogeno in direzione del mio amico Furio Terzapi, e infilargli in bocca due metri di lingua, la lingua dell'amore, ma io - caro diario - sono in una botte di ferro perché lei mi ha assicurato che non lo ama. Anzi, mi dispiace per lui perché magari poveretto si fa delle idee; solo perché ha ricevuto 2 m. di serpente! E che cosa sarà mai, al giorno d'oggi.

Servi della gleba
Allora, com'é andata con la tipa ? Eh, abbastanza bene. Hai pucciato il biscotto, o almeno hai limonato ? No, ragazzi, non scherziamo. Lei non é come tutte le altre. Bll b b bll parlaci di lei. Ah, guardate, questa qui é una tipa veramente simpaticissima, in gambissima. Mi ha raccontato delle cose sulle sue ferie divertentissime, ma tipo che lei era andata là con un sacco di creme dopo sole, poi ha preso un casino di sole, si è bruc. Le hai mostrato il poparuolo ? No, ma ho buone possibilità. Allora ci vediamo questa sera ? Una serata fra amici, una chitarra e uno spinello. Eh, amici, purtroppo no. QUesta sera sono invitato a casa sua per vedere le diapositive del mare, delle sue ferie, poi subito dopo devo accompagnare i suoi genitori che devono prendere il treno perché sono rimasti senza macchina, l'anno distrutta, era mia. Siamo tutti servi della gleba, e abbiamo dentro al cuore una canzone triste. Servi della gleba a testa alta verso il triangolino che ci esalta. Niente marijuana ne' pasticche: noi si assume solo il 2 di picche.Servi della gleba in una stanza anestetizzati da una stronza, come dei simbolici Big Jim: schiacci il tasto ed esce lo sfaccimm. Ehi, guardate un po' chi si rivede. Hue ciao ragazzi. Hai la faccia di legno, dove cazzo eri finito ? Ma no, niente, é che c'ho un esame in ballo e poi non son stato molto bene. Dicci cosa hai avuto di preciso. Mah, mi han detto che ho le papille - Eh? - gustative interrotte, no, poi ci ho il gomito - Cosa? - che fa contatto col piede, non cammi... ieri, c'è - Prego? - mio padre che è rimasto chiuso nell'autolava... no, no, e che ho delle storiacce con la tipa... Ah. Lei ti ha dato il due di picche. Ma no, che cosa dite ? Lei mi è molto affezionata, solo che ha delle storie col suo tipo che la rendono infelice, e siccome a lei ci tengo più che a me, ho parlato al suo ragazzo e l'ho convinto a ritornare con lei... Ma non starai mica piangendo ? No, é che mi é entrata una bruschetta nell'occhio. L'occhio spento e il viso di cemento, lei é il mio piccione ed io il suo monumento. Servi della gleba a tutta birra carichi di hl di sburra;; cuore in fiamme e maschera di ghiaccio, noi col nostro carico di sfaccio. Servi della gleba planetaria schiavi della ghiandola mammaria, come dei simbolici Big Jimme: schiacci er tasto ed esce lo sfaccimme.

Fiati: KALLIOPE
Giancarlo Porro: sax contralto
Claudio Allifranchini: sax tenore
Fernando Brusco: tromba
Mauro Parodi: trombone

Arriva Elio
Aaaahh, ah ah ah ah. Arriva Elio - Eccomi qua! -, il fratel Elio - Aah ah -, direttamente qui dal varietá. Irresistibile, irrefrenabile - Oh oh oh -, chissà che cosa ci racconterà - Mah?!? -. Stasera qui con noi, a routa libera per farci divertire a più non posso - per farci divertire e -. Arriva Elio - Eccomi! -, con la sua orchestra - Eccoci! - per trasformar la sera in una festra, in una festra, in una festra. - Ehi, ragazzi, sentite qua: Prrrrr -. Ah ah ah ah. Irresistibile, irrefrenabile, tu sì della risata sei il campione. Arriva Elio - Sono qua -, col suo furgone - brum brum - ripieno di allegria e di felicità, - E ne ho in serbo altre fortissime! - felicità, felicità, felicità.

Uomini col borsello (Ragazza che limoni sola)
``Al principio dei tempi il dio Budello decise di far dono ad ogni uomo ed ogni donna di borselli e chiavi di borsello in numero eguale: borselli agli uomini, chiavi di borsello alle donne. Fece tuttavia in modo che ad ogni borsello corrispondesse una sola chiave e viceserva, poi li confuse gettandoli sulla terra. Da allora gli esseri umani di sesso opposto si cercano senza posa, nella speranza di trovare colui, o colei, che il fato destinò ad essere loro compagno per la vita.
Leggenda iberica, XVII sec.

Ragazza che limoni sola, denoti spigliatezza. Tant'è che c'è chi invidioso ti sussurra così: bea mona (che in veneziano vuol dire che se te guanto e te scaveso in quatro tochi che no ti mia ca te capisse un casso etc.). Vai, Riccardo. Il ragazzo spigliato col borsello che tal può definirsi, lui lo sa che il borsello contiene quel bisogno d'amore che hai tu, ragazzina spigliata che limoni da sola. C'è un amore in ogni borsello. Se il tuo è proprio in quello che sfoggia lui raggiungi il parco Capello col Tuttocittà lì trovi un drappello di uomini col borsello, ma lui reggerà un cartello con scritto ``SONGHE IE''. Ragazza che limoni sola, fermati un momento e ascolta. Ti ricordi quel ragazzo, ieri al Parco Capello, che ti guardava negli occhi senza parlare ? Quel ragazzo songhe ie. Ragazza che limoni sola, limona con fierezza, Sento che tu, dio bonino, puoi fare breccia nel cuore di un innamorato con gli occhi di Ben Turpin: lui per te ha progettato un borsello di vero budello. Frena quel tuo mulinello. Ragazzina, io ti vedi già donna; sarà l'effetto del budello. C'è un amore in ogni borsello. Se il tuo è proprio in quello che sfoggia lui, ritorna al Parco Capello e lo troverai là. Ma in quel capannello di uomini col borsello lui solo lo avrà in budello, e gli altri in finto bue. In finto bue, in finto bue, in finto finto finto finto finto bue. O ti fia menitea da soa, faghe veder tuti che ti se sgagioa; so al Parco Capeo, so sempre a tracoa, el me ripien te fa goa; versime co a ciave che ti ga in cuor, fumite un spineo, fame far l'amor, l'amor sfacià che nisuni te ga dà, sora go un carteo con scrito so el più beo. Ciuke va dee bone parchè se un furegon, mi so qua co Elio scavesà e me faso un trombon. Oooooo iiiiiiii.

con
RICCARDO FOGLI
THE CHIEFTAINS
Paddy Moloney - Uillean Pipes, Tinwhistle Derek Bell - Harp, Dulcimer Kevin Connegg - Vocal, Drum
Sean Keane - Fiddle Matt Molloy - Flute
SIR OLIVER SKARDY
  1. Parco Capello: tipico luogo di incontro per giovani coppie.
  2. Songhe ie: in lingua napoletana, "Sono io".
  3. Ben Turpin: attore comico dell'epoca del cinema muto americano, dal caratteristico strabismo.

Il vitello dai piedi di balsa
Tutti noi abbiamo, o abbiamo avuto, un luogo fantastico dove rifugiarci sognando ad occhi aperti, lontano dalla gravità delle cose materiali; con la forza dell'immaginazione, la stanza dei giochi si trasforma in castello incantato, la piccola aiuola diventa il magico giardino di Foieiaux. A questo punto i miei piccoli lettori si chiederanno: ``Ma, e il luogo fantastico di Elio e le Storie Tese ? Eh ? Dov'è il luogo fantastico di Elio e le Storie Tese ? Dov'è ? Eh ? Sì, sì, ci dite dov'è il luogo fantastico di Elio e le Storie Tese ? No, a parte gli scherzi, dov'è ? Ehi tipo, cagaci, dov'è ? Nel senso, dov'è il luogo fantastico di Elio e le Storie Tese ?''. Il curioso è premiato con questa rivelazione: il luogo fantastico di Elio e le Storie Tese è nel boschetto della mia fantasia. In esso vivono molti animali, quattro. Essi sono tutti vitelli, apparentemente identici; in realtà si differenziano per i piedi, che sono - a seconda del genere di vitello - piedi di balsa, piedi di cobalto, piedi di spugna e piedi tonnati. Tutto sembra andare per il meglio, nel boschetto della mia fantasia; finchè un brutto giorno...

Nel boschetto della mia fantasia c'è un fottio di animaletti un po' matti inventati da me, che mi fanno ridere quando sono triste, mi fanno ridere quando sono felice, mim fanno ridere quando sono medio; in pratica mi fanno ridere sempre, quel fottio di animaletti inventati da me. C'è il vitello con i piedi di balsa, il vitello con i piedi di spugna e indovina chi c'è: c'è pure il vitello coi piedi di cobalto, c'è il vitello coi piedi tonnati. Quattro ne ho inventati, sono gli animali della mia e della tua fantasia. Ma un giorno il vitello coi piedi di balsa si recò dal vitello dai piedi di cobalto. Gli disse: ``C'è il vitello coi piedi tonnati che parla molto male di te: sostiene che i tuoi piedi non sono di vero cobalto, ma sono in effetti quattro piedi di pane ricoperti da un sottile strato di cobalto''. ``H. Mio caro vitello dai piedi di balsa, la tua storia è falsa: l'amico vitello coi piedi di spugna mi ha svelato la verità: egli ha nascosto una microspia nei tuoi piedi di balsa e nei piedi tonnati, così ha scoperto che tu, solo tu, sempre tu, anche tu, nient'altro che tu, proprio tu sei il vitello dai piedi di balsa inventore di una storia falsa. Accusavi il vitello dai piedi tonnati e per questo i tuoi piedi saranno asportati''. Ma la legge prevede una pena aggiuntiva per questo reato: l'ascolto forzato di''. Nel boschetto della mia fantasia ora c'è un vitello senza più i piedi che invoca pietà quand'ecco che un piccolo amico si avvicina: ``Mi presento, son l'orsetto ricchione e come avrai intuito adesso ti inculo''.

Il vitello dai piedi di balsa, l'orsetto ricchione: ELIO
Il vitello dai piedi di cobalto: ENRICO RUGGERI
Il vitello dai piedi di spugna: MANGONI
Il vitello dai piedi tonnatio: STING
Colpi, washboard: PLANIBEL coadiuvato da CHRISTIAN MEYER
Clarino, clarino basso: GIANCARLO PORRO
Pena aggiuntiva per questo reato: THE LOS SRI LANKA PARAKRAMABAHU BROTHERS

Cartoni animati giapponesi
Dal diario di bordo: ``Milano, addì 3 maggio 1992. È l'ultimo giorno utile per la consegna in tipografia dei testi definitivi di Italyan, rum casusu çikty. A tutt'oggi, "Cartoni animati giapponesi" non ha un testo definitivo. Come si può dedurre dal titolo, l'ipotesi di partenza (Aprile 1991) era quella di parlare dei cartoni animati giapponesi, da cui l'iniziativa di far eseguire da Le Mystère des voix bulgares un frammento che recita "Cartoni animati giapponesi, cartoni animati bulgari". Dato l'ottimo livello della performance vocale, il collettivo aziendale Casusu delibera di includere il frammento medesimo nella versione definitiva, qualunque sia l'evoluzione della parte letteraria. Una seconda stesura (luglio 1991) precede un repentino cambio di direzione: l'ubertosa cittadina di Camogli (GE) si rivela galeotta per il simpatico complessino, che in villeggiatura compone "Cartoni animati giapponesi"; a dispetto del titolo, il brano tratta dell'educazione sentimentale di un giovane che si affaccia sul mondo dell'amore e ne conosce gli aspetti più contraddittori (busen, extra busen, anal, pregnant, faustfick, spritzende, rasierte). Ma, al grido di "Oltre! Oltre", Elio e le Storie Tese decidono di osare l'inosato: nel mese di dicembre dello stesso anno danno vita alla quarta versione di "Cartoni animati giapponesi". Questa volta l'argomento, svincolato svincolato dai binari stilistici dell'inconsueto, viene affrontato con l'usuale carica di simpatia e calore umano (si parla dei cartoni animati giapponesi). Durante i mesi di marzo - aprile 1992, la ripetuta visione notturna delle vendite televisive di gioielli della SM di Valenza Po (AL) rivela ai nostri l'esistenza - all'interno dell'azienda - di alcune figure carismatiche: Sergio, Davide, il dottor Nino, ma specialmente il fratello di Sergio, Antonio. L'avvenimento e la composizione di "Cartoni animati giapponesi" sono un tutt'uno. È il capolavoro. Elio e le Storie Tese tuttavia temporeggiano e, come da perizia notarile depositata in data odierna, non possiedono ancora la versione definitiva di "Cartoni animati giapponesi" (sono tuttavia in grado di fornire, al magistrato inquirente o comunque agli aventi titolo, copia fotostatica del lavoro precedente a riprova del fatto che non stanno mica lì a grattarsi i coglioni). Cartoni animati 1 ? 2 ? 4 ? Uni misto di 1, 2 e 4 ? Educazione sentimentale ? Figure carismatiche aziendali ? Cartoni animati giapponesi strumentale ? Scopriamolo insieme nel seguito di questa fantastica avventura''.

Coro di voci bulgare: LE MYSTERE DES VOIX BULGARES

Cinquecento
Elio e le Storie Tese dedicano questa canzone alla Fiat Cinquecento.
Come faranno 4 elefanti a stare in una Cinquecento ? Due davanti e due di dietro. Come farò a far l'amore in Cinquecento, con te davanti e il cambio dietro turbato dal presentimento di Cinquecento casse integrazioni, Cinquecento bei milioni, Cinquecento voti alle elezioni ? Elio e le Storie Tese dedicano questa belissima canzone alla Fiat Cinquecento. E sono 50000 di bocca e 100000 scopare. Cinquecento, coi tuoi problemi di avviamento, quell'avventura del momento. Cinquecento, brum bruuuuuuum. Cinquecento, in camporella Cinquecento. E il posteggio è facilitato. Elio e le Storie Tese hanno dedicato questa simpaticissima canzone alla Fiat Cinquecento.

Supergiovane
Come è noto il nemico n. 1 dei giovani è il governo, alleato coi matusa per impedire ai giovani di essere tali. I pochi giovani che osano opporsi al governo fanno una brutta fine: vengono ibernati fino alla maggiore età dopodiché disibernati ma allora è troppo tardi: infatti a quel punto non sono più giovani. Ma un bel giorno i giovani vengono vendicati da un nuovo supereroe - Supergiovane - che dà la caccia al governo con armi progettate da un pool di tecnici balistici giovani (miccette, raudi, bombette puzzolenti, gavettoni, jaguarmatic, sbiancate, l'allegro chirurgo, il piccolo chimico etc.) fino ad affrontarlo nello scontro finale. Ci sono però anche le armi incruente (si tratta comunque di armi giovani) che sono la sua vera forza: la simpatia, l'umorismo, la gioia di vivere e l'argento vivo addosso. Un'arma terribile, usata solo quando non se ne può fare a meno, è "Figlio di puttana": se prnunciata all'indirizzo del governo, lo fa piangere (a volte il governo cerca di difendersi con "Lascia stare mia madre", ma non funziona). La sua tattica mimetica consiste nel nascondersi sotto il tavolo del governo e coprirsi gli occhi (a volte con la frangia di capelli ossigenati). Il governo - genralmente - cerca di fermarlo scatenandogli contro un'avanguardia di matusa rimproveratori e di secchioni. L'unica sostanza pericolosa per SG è la minestra, che il governo riesce a propinargli attraverso una mamma al soldo dei matusa ma infiltrata nell'entourage di SG. Il veicolo di SG è un motorino elaborato Pinasco con marmitta a espansione, cilindrata non dichiarata, stereo, cartolina tenuta con la molletta fra i raggi per fare crrr, ma privo della ruota davanti (la quale costituisce un peso inutile dato che SG è in impennata perenne). Una stecca di malboro sotto la manica della maglietta a maniche corte arrotolate costituisce un ulteriore elemento distintivo e intimidatorio.

Chi è quel giovanotto indisponente con la Vespa scoppiettante che disturba la mia pubblica quiete ? Vedo un qualchecosa sul giubbotto, poi c'è scritto che c'è scritto ? SG. Chevvordì ? Che è, Sandro Giacobbe ? Impossibile, Sandro non ha lo spessore; e poi c'ha il mantellino, minimo dev'essere, che so, un illusionista, un contorsionista. No, ma è un supereroe. L'hai detto, matusa. Sono Supergiovane. Eh, ma ditele prima le cose, no ? Sfreccia, impenna, esclama porco dito, io rimango abbrustolito dalle fiamme espulse dalla petomarmitta; motociclo o motocarrozzetta, sgomma, inchioda, va a manetta, fa cagare addosso i matusa e il governo. Lui li stordisce con le fiale puzzolenti, poi li subissa di cingomma nei capelli e li finisce sputazzando il riso con la penna bic. Mi piace quel ragazzo. Perché ? Sto diventando forse ricchione ? Ma ditemi in sostanza se c'è qualcuno che affronti il governo e i matusa con grinta e simpatica verve come quel matto di Supergiovane. Supergiovane. Subdolo il governo si avvicina travestito da piscina traboccante di analcolico biondo. Un giovane si tuffa nella vasca come un vero Giamburrasca, ma a contatto con il liquido esclama: "Vaffancuore, sono stato ingannato. Questo è il terribile analcolico moro. Aiuto, Supergiovane!" Scatta Supergiovane e derapa, soccorrendo il il l l Capotel il Canopeta il Capotel il Catop Catoblepa, il Catoblepa. Superdgr e derapa soccorrendo il Catoblepa, che purtroppo sta tirando le cuoia. "Addio, Supergiovane. Per me ormai è ormai finita". "No!" "L'analcolico moro è entrato in circolo". "Non dire così, amico Catoblepa. Ecco, prendi questo!" "No, ma.. cosa...?" "Ah" "Ah" "Sss" "Ah h h" "Ah... Catoblepa ?! Catoblepa. No. Assassini. No. Governo bastardo". Catoblepa Catoblepa, io ti dono le mie Tepa per il viaggio che conduice all'aldilà. Catoblepa, Catoblepa, Catoblepa, Catoblepa, Catoblepa, tu mio amico morto, io vendicherotti, tu. E Supergiovane dà fuoco a uno spinello col quale affumica il governo che, all'istante, passa all'uso di eroina e muore pieno di overdós. Mi piace quel ragazzo. Perché ? Sto diventando forse ricchione ? Ma ditemi in sostanza se c'è qualcuno che affronti il governo e i matusa con grinta e simpatica verve come quel matto di Supergiovane. Supergiovane. In un tripudio di miccette il governo esplode e i suoi brandelli in cielo compongono la scritta ZIO CANTANTE, che sta a significare lo scorno dei matusa mentre i giovani limonano felici esaminando giornali tipo Lando, che ritprnano alla luce dopo un'era di arbitrario oscuramento, grazie al provido intervento che operò quel sacramento di Supergiovane. Supergiovane, Supergiovane salva il giovane, libera la giovane. Super, super supergiovane. Cantiamo la nostra gratitudine - gratitudine gratitudine - a questo raro esempio di rettitudine perchè siamo una moltitudine. Super, super, super, super, supergiovane. E ora cantiamo la nostra longitudine, latitudine - latitudine - Cosa c'è nel mare ? La torpedine. Cosa c'è in Friuli ? Trieste e Udine. Bravi. Grazie. Prego. Bravo. Grazie. Tenchius. Tenchius. Fenchius. Fenchius. Tenchius supermuch! E no è finita: per festeggiare, offro cocacola con l'aspirina a tutti. Yeh. E fra dieci minuti voglio vedervi tutti in acido. Yeh. E ricordate: ovunque ci sia un giovane in difficoltà, ovunque ci siano persone, cose, animali, città, fiumi, fiori, governi, marche di automobili che cerchino di limitare la vostra gioventù, la ci sarà lui con le sue miccette sempre accese. Perchè Supergiovane è allegria più, Bulgaria più, sciatalgia più più più. fave, fave, fuca, fuca. Stappa stappa stappa stappa stappa dai. Stappa stappa stappa stappa stappa dai. È allegria, è simpatia, è sciatalgia. Siamo forse secchioni ? No. Siamo forse matusa ? No. Siamo forse governi ? No. Siamo forse checchineris ? Siamo forse bulicci ? Iarrosi ? Buhi ? Puppi ? Posapiano ? Orecchioni ? Mangiatori di fave ? Orrendi ? Rammendati ? Giuísci ? Meiùsi ? Magutti ? Fendéri ? Finestrati ? Oietti ? Samanettati ? Rautìti ? Semeiùti ? Aperitaviti ? Aperitivi ? Si.

con
in ordine di apparizione
Un matusa: DIEGO ABATANTUONO
Supergiovane: MANGONI
Catoblepa: CT
Giovani in coro:
FEIEZ, GIAMPI ALPIANI, MINO VERGNAGHI, LOLA FARADAY, MANUELA PEDRATTI, MICHELE TADINI, BULIO, MARCO COSTA(BRAVO)NTINI
Fiati: KALLIOPE
Giancarlo Porro: sax contralto, Claudio Allifranchini: sax tenore, Fernando Brusco: tromba, Mauro Parodi: trombone

Essere donna oggi
Secoli di pregiudizi e disinformazione hanno messo in cattiva luce il fenomeno mestrualepresso il grosso pubblico. Troppo spesso la donna colpita da questa bizzarra quanto innocua patologia ha sofferto dell'ostilità dei conoscenti, quanto del discredito che certa cattiva stampa ha gettato sul simpatico sciaquone (evento peraltro abbastanza diffuso presso certe popolazioni). Ecco che Elio e le Storie Tese dicono 'basta' a questa criminalizzazione, e si propongono come ideali continuatori di un'usanza - il ciclo mensile appunto - che si perde nella notte dei tempi e rischiava di scomparire a causa dell'insensibilità dei più; quella stessa insensibilità che aveva generato negli anni 50 il binomio 'mestruazioni - disagio' e che cede il passo oggi ad una visione più completa e rassicurante, in virtù della quale "quei giorni" vengono vissuti come un momento di fantasia, gioia, intimità, colore.

Tu, cinque giorni di tristezza e poi corri incontro alla vita. Tu, - io ? - col tuo paracadute, ti getti in volo e vai - zo vuoi ? -: atterri nel giardino di casa, poi ti muovi sicura e fresca come in un mattino di primavera. Nella tua cameretta c'è un signore che aziona la pressa suoi tuoi piccoli amici di ovatta che invocano aiuto, ma lui te li ruba e va via. Tu piangi e insegui i tuoi morbidi teneri, fradici tappi per la figa pelosa. E da oggi, i tuoi tappi per la figa pelosa li trovi anche nella confezione magnum da ottanta pezzi; i suoi bei sigaroni morbidoni. Ma vorrei farti una domanda: ti sei accorta che io sono un ometto ? E vorrei fartene un'altra: hai le mestruazioni ? Shh. Dormi ora. È tutto finito. Protagonista del tuo tempo, protagonista della tua sessualità. Essere donna oggi, vivere il prodigio del tuo ciclo mensile ostentando sicumera. Essere donna oggi, aspirare al ruolo che la storia ti deve: quello di simpatica, paciosa, imprevedibile nocchiero di un prelievo proiettato verso il mare del duemila al grido di "Cazzo, subito". Essere donna oggi, non più cagafigli, bensì dolce e caparbia cagatrice dei tuoi figli. Come Loretta Goggi nella Freccia Nera, o in Maledetta Primavera mente autonoma. Donna, roccaforte quando il flusso è più copioso, sbarazzina quando è il caso o marangona di un clitoride mai domo, al grido di "Hah ggh aaaa ssìiii". Ma vorrei farti una domanda: ti sei accorta che io sono un ometto ? E vorrei fartene un'altra: hai le mestruazioni ? Protagonista del tuo tempo, protagonista della tua sessualità. Protagonista del tuo tempo, protagonista della tua sessualità. Piccole donne, grandi labbra; piccolo uomo grandi labbra apprezzerà. Probabilmente non mi accoppio, ma le tue trombe di Falloppio suonerò. Protagonista del tuo würstel di cotone.

Coro di voci bulgare: LE MYSTERE DES VOIX BULGARES
Fonemi: GRAZIA VERSANI
Voce recitante: DONATELLA LUSTRA
Percussioni: NACO
Chitarra alto addizionale: FESER

Pork & Cindy
Una storia dei nostri giorni, un fatto vero. Un crudo spaccato di realtà analizzato lucidamente da noi. L'ascoltatore distratto potrebbe intravedere una mancanza di partecipazione emotiva da parte nostra. Ciò è falso, ma questo all'ascoltatore distratto non importa molto; non a caso il popolare detto popolare recita "Ascoltatore distratto = figlio di puttana".

Rochenrol pam pam gapstei abuda A u. Lui si chiama Pork e guida una Ford gialla del '56 con i Turbo ai finestrini placidi e le tendine parasole sul lunotto posteriore, e ogni sera lui tornerà da lei. Lei - oh yes - si chiama Cindy e incassa tanti dindi, e Pork lo sa perciò la sfrutta placido. Le dice: "Vai sulla tua strada, Cindy, vai sulla tua strada. Cindy vai, e Cindy vai vai. Vai-v-vai v-vai v-vai-vai, vai-v-va-vai v-vai v-vai. Ma non prendermi la Ford perchè ha le ruote in lega e l'albero a basso momento di inerzia, e ho paura che me la rovinerai, che me la rovineraieaou". Lui si chiama Pork, e al suono della sveglia si alza controvoglia, si lava i denti, fa colazione placido, poi prende la sua Ford, esce dal garage, saluta la sua Cindy, le requisisce i dindi; lei è un po' debilitata perché ha la figa spanata. Vai vai vai vo vai vo vai vo vai vvo vai vo vai vi vo vaiv. Nai-n-nai n-nai-n-nai-n-nai-n-nai n-na-nai n-nai n-naii. Rochenrol pam pam gapstei abuda A u.

Gargarismi corali: Bulio e Feiez
  1. "Ma non prendermi la Ford": no no no.
  2. "... E ho paura ...": paura.
  3. "Che me la rovineraieaou": che me la rovineraieaou brorp.
  4. "... Perchè ha la figa spanata": assolo di batteria come Moby Dick dei Seppelin.

Pipppero (R)
La stereotipata Bulgaria dei luoghi comuni produce yoghurt, rose e virus informatici; tutto questo, tuttavia, non corrisponde a completa verità o perlomeno non dà un'idea sufficientemente chiara di una nazione leader nel settore. Non a caso Elio e le Storie Tese si sono rivolti ai loro colleghi balcanici - rappresentati in questo frangente dal Coro femminile di Stato della Radio e Televisione bulgara - per un ideale gemellaggio che avvicinasse due culture, differenti nella forma ma affini nella sostanza, sotto l'egidia dell'Istituto Superiore di Musicologia Loren di Sofia e l'alto patrocinio del Ministero degli Esteri della Repubblica Italiana. Accantonate le spiacevoli incomprensioni del periodo Antonov - Agca, ecco il PIPPPERO(R), il ballo più umano e più vero, che si può ballare seduti, che favorisce il dialogo, che riavvicina finalmente due popoli rimasti separati troppo a lungo.

I umorismo I umorismo kusch umorismo. Sdreveide! Mismese gatchetene boghers chetegossuvé. Pretzdavemivi Elio e le Storie Tese. Ha ha ha ha. Grazie... Grazie al Coro Femminile di Stato della Radio e Televisione bulgara che ha portato in Italia finalmente un ballo a misura d'uomo, più umano, più vero. Più umano, più vero. Un ballo sincero. È un ballo sincero. Eh, certo, vista la situazione internazionale noi abbiamo dovuto promettergli Ramaya, Ramaya, peró amici vi assicuro che ne è valsa la pena. Diù diù diù diù diù diù, diù diù diù diù diù diù. Iù. Diù diù diù diù diù diù, PIPPPERO(R) diù diù diù diù diù diù. Zieoung. Diù diù diù diù diù diù, diù diù diù diù diù diù. Iù. Atinc tinc tinc tinc tinc tinc tinc tinc tinc tinc tinc tinc tinc. PIPPPERO(R). Evviva l'Italia, evviva la Bulgaria che ci ha fatto dono del PIPPPERO(R); ruotiamo le dita e uniamo le falangi, questo é il ballo del PIPPPERO(R); amici servizi segreti bulgari, non sparage più al papa ma dedicatevi al PIPPPERO(R). Popolo bulgaro - iù -. Popolo italiano. Servizi segreti bulgari e italiani, via. Sentite come pompa il PIPPPERO(R). Diù. Ruotate le dita. Unite le falangi. Bene, ora ripetete con me più umano più vero. Più umano più vero. È un ballo straniero. È un ballo straniero. Qui l'atmosfera sa di PIPPPERO(R). Qui l'atmosfera sa di PIPPPERO(R). Se in discuteca balli u Pippperupippero(R). Se in discuteca balli u Pippperupippero(R). Molto bene, ora da sole. Più umano più vero. È un ballo sincero. E la tua estate sa di PIPPPERO(R) - molto bene -. Non senti come pompa il PIPPPERO(R) ? Pompa. Pompa. Pompa. Pompa. A tinc etc. Dio bono come pompa il PIPPPERO(R). Diù. Più umano, più vero. È un ballo sincero. A ba ba ba, a ba ba ba. Più umano, più vero. È un ballo sincero. Più umano, più vero. State ruotando le dita ? State unendo le falangi ? State stringendo amicizia con persone che hanno il colore della pelle diverso dal vostro ? Bravi. Ora è il momento di cantare a squarciagola: Ramaya, Ramaya, Ramaya rarrà. Il PIPPPERO(R) è una ballo che io e te balliamo se l'amore c'è, e l'amore c'è se guardi me. Bugiardo io, bulgaro in te, bugiardi noi, sperando che l'amore c'è se ballo in te. Tu balla in me e saremo okay. Più umano, più vero. È un ballo sincero. Ehi, coro delle voci bulgare, io posso offrirvi qualcosa di molto meglio di un semplice Ramaya: potrei darvi Kung fu fighting di Carl Douglas. Gnacchisnà. Fly robin fly ? Non vi interessa ? Gnacchisnà. Voi forse preferite il meglio dei Tavares ? Gnacchisnà. Ali shuffle ? Niente ? Gnacchisnà. Disco Inferno ? Gnacchisnà. Qualcosa di Cerrone ? Gnacchisnà. Oppure Boney M.. Gna. Tipo Ma Baker, Daddy Cool, Rasputin. Gnacchisnà. Niente ? Disco Duck ? No Gnacchisnà. Gimme Some ? Gnacchisnà. Qualcosa degli Oliver Onions, tipo Sandokan, Orzowei ? Niente ? Cuba dei Gibson Brothers, dai.

Coro di voci bulgare: LE MYSTERE DES VOIX BULGARES

Il vitello dai piedi di balsa reprise
Avevamo lasciato lo sventurato vitello dagli ex piedi di balsa, riconosciuto colpevole di calunnia dal Sinedrio bovino, alle prese con l'intraprendente orsetto ricchione. Quella che segue è la cronaca dei fatti successivi, raccontati un po' per bocca dello stesso vitello colpevole, un po' attraverso i commenti del severo vitello dai piedi di cobalto e del saggio vitello dai piedi di spugna. ma alla fine è l'amore che vince.

Amico orsacchiotto, ti vedi barzotto e sento uno spinotto - Non avere paura mai -. Se questa avventura da un lato mi attira, dall'altro mi spaventa un po' - Del tuo giovane corpo -. Ma questa in fondo è la vita mia - Bovino - ed io vivo con gioia - Corpo nato per l'amore - questa mia condizione di vitello busone perchè ho capito che io, solo io, sempre io, anche io, nient'altro che io, proprio io ero il vitello dai piedi di balsa inventore di una storia falsa, ma tu mi hai trasformato in vitello busone, e quel buso marone che bello sapere che c'è Il vitello dai piedi di balsa, ba ba ba ba ba ba ba ba balsa, il vitello dai piedi di balsa ha composto una canzone salsa.

Urna
La morte suole arrivare silenziosa come un'alce, così come è usa separarci dai vivi con il taglio di un utensile (spesso una falce). È altresì un evento ricorrente, che secondo studi statistici di un certo rilievo può verificarsi nelle condizioni più diverse ed imprevedibili (una nota curiosa in merito: "...Alcuni fra coloro che si pongono all'ascolto di questo brano decederanno durante lo svolgimento del medesimo". [B. Walsh, "Life and Science Today", Ed. Athena/Barthes, Agosto 1989] ).

Urna, urna, uuh, mettimi nell'urna, urna, uuh. Urna cineraria, mettimi nell'urna funeraria, urna elettorale, mettimi nell'urna patatosa. 68: asino cotto. 47: la morte viene silenziosa come un'alce, dai vivi ci separa con il taglio di una falce; viene silenziosa come un'alce, separa con il taglio di una falce. Lo disse Foscolo, lo ribadisco: della vita il fulcro è il sepolcro; fulcro, sepolcro, fulcro, ribadisco che è un sepolcro. E c'è qualcosa nell'aria che mi dice che io perirò. O presto o tardi lo so che accadrà ma la cosa non mi turba, ho un solo desiderio: voglio una degna sepoltura quando la morte verrà e mi ghermirà, una tomba linda e duratura che mi preserverà dall'umidità. Ghermirà. Hu hu hu hu. Seguono per i più colti alcuni brani tratti da I sepolcri di Ugo Foscolo: "Sol chi non lascia eredità d'affetti poca gioia ha dell'urna". Urna urna uuh, uuh; mettimi nell'urna urna uuh. E c'è qualcosa nell'aria - qualcosa nell'arià - che mi dice che io morirò: ho nel corpo una scoria, nell'intestino crasso, nel tenue e nel duodeno. Padre Luca. Sento nel mio corpo delle scorie che mi minano. Baby Fuca. Odo l'uomo del Giappone che mi dice:
Ufo Robot, Ufo Robot. Si trasforma in un razzo missile con circuiti di mille valvole, tra le stelle sprinta e va. Tra le stelle sprinta e va. Mangia libri di matematica, insalate di cibernetica e ripete: sedici, il culo. Il culo. Ma mentre parlo tu non mi ascolti. I casi sono due: o non mi ami più o sei morta. Propenderei per la seconda ipotesi perchè emani un fetore nauseabondo. E allora penso che tu voglia una degna, degna, degna sepoltura perchè la morte è arrivata e ti ha ghermita. Una tomba linda e duratura che ti preserverà dall'umidità. Urna, urna, uuh, mettimi nell'urna funeraria, urna elettorale, mettimi nell'urna patatosa. Amore, amore, aaa. Ciao, aaaaaa; sì devi mettermi nell'urna, miettime, miettime, nell'urna. 77, tette tette: le gambe delle donne. 23 uah oh ooh: un tram. Aaaaaah 24: un altro tram. 96: l'autobus ha ha ha ha ha, hu hu hu hu. 15: l'amore perpetuo che unisce la coppia per molti anni infiniti. 64: gli anni di Bellugi. Ha ha ha ha. He he he he.

Coro di voci bulgare: LE MYSTERE DES VOIX BULGARES
  1. "Dice": il coro rafforza la prima sillaba "di".
  2. "Morirò": il coro rafforza la prima sillaba "mo" (vedi nota 1).
  3. "Che mi dice che io morirò": non si può morire dentro! No.
  4. "Ho nel corpo una scoria": come dice Gianni Bella (autore ed interprete della canzone "Non si può morire dentro"), ma non "Ho nel corpo una scoria", bensì "Non si può morire dentro" (vedi nota 3). Alcuni commentatori accreditati sogliono riferire un altro verso del medesimo autore ("Fossi un pittore brucerei il tuo ritratto ma sono solo un amante distratto") ad una diversa composizione (con ogni probabilità "Più ci penso e più mi viene voglia di lei"), cui peraltro appartiene.
  5. "Ufo Robot, Ufo Robot. Si trasforma." etc.: citazione - frammento della canzone :Ufo Robot: (Albertelli - Tavolazzi - Tempera). La ripetizione del verso :Tra le stelle sprinta e va: è apocrifa ed attribuibile ad una licenza di adattamento. Inoltre, al verso "si trasforma in un razzo missile" il coro sovrappone il fonema "Om".

Arrivederci
Arrivederci - Ciao amici! -, arrivederci, fra poco questo disco finirà. Ma siam sicuri che la nostra ilarità per lungo tempo vi accompagnerà. Ridere, ridere, [??] ridere, la gioia di noi giovani si sa è: saltare, brasare, fornire, forgiare, irrompere in un bagno a Cagliari. Ma la gioia di noi giovani è anche sapere che fra una settimana sarà ancora Sabato e noi potremo stare fuori fino a tardi, tipo fino a mezzanotte e mezza! O alla una! È ancora Sabato, e poi Domenica, i giorni in settimana sono sette; noi siamo cinque, poi sono sette e cinque più sette fa dodici, dodici, dodici.

La vendetta del fantasma formaggino
Una popolare barzelletta narra le gesta di un francese, un inglese e un italiano che si sfidano a trascorrere una notte nel castello infestato dal Fantasma Formaggino; colui che resisterà più a lungo sarà il vincitore. Come è noto, i primi due fuggono terrorizzati alla vista dello spettro che appare pronunciando la proverbiale sentenza "Sono il Fantasma Formaggino". L'italiano invece lo beffa, rispondendogli "E io ti spalmo sul panino". Fin qui la trama originale. Pochi però conoscono l'epilogo della vicenda, peraltro inventato da noi, nel quale a causa di una falla spazio-temporale Elio incontra i due sfortunati stranieri con i quali stabilisce una singolare alleanza: al fine di punire il vanaglorioso italiano i tre organizzano una beffa ai suoi danni, ma gli effetti dell'iniziativa si rivelano, ahhimè, incontrollabili.

Ciunga ciun ciunga ciunga ciun ciunga ciun ciunga ciunga ciunga ciun ciunga ciun ciunga ciun ciunga. Stavo andando a cento all'ora per trovar la bimba mia che non c'era, ma il motore si è fermato nel bel mezzo della via. Hai messo l'antigelo col freddo che fa ? Sì. Hai visto se il livello è fra min e max ? Sì. Ma il mio vano motore è troppo vano e poco motore; lo illuminerò, sei forte Papalli, con una candela di cera che non c'era. Decidetti perciò di inoltrarmi in mezzo al bosco, ma non c'era un sentiero già battuto e la nebbia già saliva. A un tratto vidi due corspi stesi che mi sembravano inanimati, ma che morti non eran. Erano l'inglese e il francese delle barzellette. Fu allora che scivolai su qualcosa che mi sembrava un pezzo di merda ma che merda non era. Era un pezzo di pane sul quale era stato spalmato un formaggino. Sdraiato sopra il prato mi domandai dove fossi capitato, e allora mi risposi così: sono capitato sopra un prato dove mi son domandato: "dove sono capitato" ? Ecco la risposta al mio quesito: sono capitato sopra un prato dove sono scivolato. Aiuto. Mi sono bloccato. Sono in un circolo vizioso. Sono socio. So ciò: ero nel mondo delle barzellette e stavo assistendo al finale della barzelletta del Fantasma Formaggino, dove l'italiano vince mentre l'inglese e il francese perdono. Al risveglio di costoro chiesi dove fosse l'italiano che non c'era; mi risposero quando avrò voglia io mi risposerò però adesso no, mi tengo la moglio che ho, la moglie che ho. In effetti l'italiano era andato dentro un'altra barzelletta, quella dove un orologio vien gettato da una torre e si fa a gara a chi lo prende prima ch'esso tocchi terra spaccandosi. E allora l'italiano te lo porta un'ora indietro, poi raggiunge il marciapiede sottostante in largo anticipo, raccoglie al volo l'orologio ed in sostanza vince, vince, sì, l'italiano vince, e con lui vince l'Italia intera. E se uno svizzero ti dice: "Italiano pizza spaghetti mandolino mamma, mamma lo sai chi c'è ? È arrivato il merendero", tu non arrossire e non abbassare il capo, ma digli: primo, tu non prendi parte neanche a una barzelletta. Due, treno dell'amore portami con te, qua trovi la gioia, cinque inate il fiume, sei. Questo era un'esempio dell'arguzia che ci permette di spopolare nelle barzellette. Non è soltanto l'amor che regna nella nostra splendida terra, ma torniamo nel bosco. I due uomini nel boscoX nel frattempo avevan deciso che era giunta l'ora della riscossa nei confronti dell'italiano. Mi fecero così travestire da Fantasma Formaggino per trarre in inganno l'italiano: quest'ultimo credette di trovarsi a tu per tu con il fantasma del Fantasma Formaggino. A quel punto pronunciai le fatidiche parole: "Sono il Fantasma Formaggino io". "Impossibile" - disse lui - "ti ho appena spalmato" Evidentemente no - dissi io - se no non sarei qui. "Beh, io ti spalmerò ancora, e già pregusto il tuo sapore sul panino". No no, non mi spalmerai perchè del coltello buon uso non fai. Per mano di inglese stavolta cadrai, per man di francese scherzato verrai. Permani pure della tua opinione, ma su quel panino non mi spalmerai. Giammai, giammai, non lo spalmerai. Su questo panino non lo spalmerai. Giammai, giammai, non lo spalmerai. Su questo panino non mi spalme, mi spalme, miss spalme. I te vurrìa vasà. E l'italiano cantava, cantava, e alla fine le disperate invocazioni giunsero alle orecchie del suo divino protettore, il dio della barzelletta, che disse: "Tu hai osato modificare il finale della barzelletta del Fantasma Formaggino, ed io che di mestiere faccio il Dio non posso soprassedere a questo vizio di forma". Gino Bramieri è molto più indulgente. Ti prego, sii accondiscendente e concedimi l'amnistia. "L'amnistia ? Eh, no! Tu morirai della stessa morte che toccò al tuo predecessore, cioé il Formaggino, diciamo, e fra le risate a profusione verrai spalmato su quel panone con un coltellino. Tè, beccati questo. Pr". E questa è la descrizione della mia morte.

con
in ordine di apparizione

1o amico: MANGONI
Che non c'era, 1o Narratore, Cateto vivente: ANDREA MUSA
Uno svizzero: PLANIBEL coadiuvato da CHRISTIAN MEYER
L'italiano: STEFANO NOSEI
Caifa: FEIEZ
Amici di Caifa: BANANA, MASSIMO RIVA, LUCA BELISARI, COZETTE ROCHÉ
2o Narratore: MANGONI
Il dio pugliese della barzelletta: DIEGO ABATANTUONO

The Band & Sleeve notes
Elio: ELIO (Elio) - E le Storie Tese: ROCCO TANICA (pianola), CESAREO (chitarra alto), FASO (chitarra basso liscia e/o ruvida con un fottio di corde), FEIEZ già Mu Fogliasch (sassofono, cantante addizionale) - Colpi: CURT CRESS - Gestione globale dei cervelli elettronici emananti musichette quel sacramento di ROBERTO VERNETTI (per gentile concessione AEROPLANITALIANI) - G.g.d.c.e.e.m. ALBERTO CRUCITTI - Fiati KALLIOPE - LE MYSTERE DES VOIX BULGARES ANDREEVA STOJANKA, ELENA BOJKOVA, KALINKA KANEVA, VASKA IORDANOVA, VIOLETA NAKOVA, VASSILKA HRISTOVA, ROUSSANA NEDIAIKOVA, OLBA IVANOVA, KREMENA VATCHKOVA, RADKA NANKOVA, ROUSLANA VASSILEVA, KOSTADINKA IOSKOVA, EMILIA IVANOVA, SNEJANKA KOLEVA, ROSSITZA LAZAROVA, ROUMIANA MILANOVA, VIOLETA PETROVA, ELIZABETA PETROVA, ZLATKA STALINOVA, EVGUENIA MILOUCHEVA, SILVIA VASSILEVA, BINKA KOTETEROVA, ELISSAVETA HINEVA, MARINA IANAKIEVA, DANCHO RADOULOV, LUDMIL SOTIROV, LUBOMIR DINEV, ATANAS VALTCHEV. Direzione del Coro DONKA HRISTOVA

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