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Ufo robot (Tavolazzi - Albertelli - Tempera) - 0:13 |
Sei forte papà (Jurgens
- Zambrini) - 0:15
Un mondo d'amore (Migliacci
- Zambrini - Romitelli) - 0:13
| This Jesus must die (T. Rice
- A. Lloyd Webber) - 0:42
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Lei è bella dentro, lei è sensibile; più dolce di
uno sfacciottino di papà Barzotti. Cammina a una spanna da terra
come un hovercraft d'amore; io l'accompagno alla mostra del Pinturettu
anche se in realtà preferisco di gran lunga il Tinturicchio,
poi torno a casa e - con un cuscino sulla faccia - penso a lei
ascoltando al buio F. De Gregori e, dato che lei salutandomi mi ha baciato
nelle vicinanze dell'angolo esterno della bocca, ritengo a ragione di
avere delle possibilità. Poi la osservo dalla mia finestra muoversi
leggera come un gavettone di idrogeno in direzione del mio amico
Furio Terzapi, e infilargli in bocca due metri di lingua, la lingua
dell'amore, ma io - caro diario - sono in una botte di ferro perché
lei mi ha assicurato che non lo ama. Anzi, mi dispiace per lui perché
magari poveretto si fa delle idee; solo perché ha ricevuto 2 m.
di serpente! E che cosa sarà mai, al giorno d'oggi.
Ragazza che limoni sola, denoti spigliatezza. Tant'è che c'è chi invidioso ti sussurra così: bea mona (che in veneziano vuol dire che se te guanto e te scaveso in quatro tochi che no ti mia ca te capisse un casso etc.). Vai, Riccardo. Il ragazzo spigliato col borsello che tal può definirsi, lui lo sa che il borsello contiene quel bisogno d'amore che hai tu, ragazzina spigliata che limoni da sola. C'è un amore in ogni borsello. Se il tuo è proprio in quello che sfoggia lui raggiungi il parco Capello col Tuttocittà lì trovi un drappello di uomini col borsello, ma lui reggerà un cartello con scritto ``SONGHE IE''. Ragazza che limoni sola, fermati un momento e ascolta. Ti ricordi quel ragazzo, ieri al Parco Capello, che ti guardava negli occhi senza parlare ? Quel ragazzo songhe ie. Ragazza che limoni sola, limona con fierezza, Sento che tu, dio bonino, puoi fare breccia nel cuore di un innamorato con gli occhi di Ben Turpin: lui per te ha progettato un borsello di vero budello. Frena quel tuo mulinello. Ragazzina, io ti vedi già donna; sarà l'effetto del budello. C'è un amore in ogni borsello. Se il tuo è proprio in quello che sfoggia lui, ritorna al Parco Capello e lo troverai là. Ma in quel capannello di uomini col borsello lui solo lo avrà in budello, e gli altri in finto bue. In finto bue, in finto bue, in finto finto finto finto finto bue. O ti fia menitea da soa, faghe veder tuti che ti se sgagioa; so al Parco Capeo, so sempre a tracoa, el me ripien te fa goa; versime co a ciave che ti ga in cuor, fumite un spineo, fame far l'amor, l'amor sfacià che nisuni te ga dà, sora go un carteo con scrito so el più beo. Ciuke va dee bone parchè se un furegon, mi so qua co Elio scavesà e me faso un trombon. Oooooo iiiiiiii.
Nel boschetto della mia fantasia c'è un fottio di animaletti un po' matti inventati da me, che mi fanno ridere quando sono triste, mi fanno ridere quando sono felice, mim fanno ridere quando sono medio; in pratica mi fanno ridere sempre, quel fottio di animaletti inventati da me. C'è il vitello con i piedi di balsa, il vitello con i piedi di spugna e indovina chi c'è: c'è pure il vitello coi piedi di cobalto, c'è il vitello coi piedi tonnati. Quattro ne ho inventati, sono gli animali della mia e della tua fantasia. Ma un giorno il vitello coi piedi di balsa si recò dal vitello dai piedi di cobalto. Gli disse: ``C'è il vitello coi piedi tonnati che parla molto male di te: sostiene che i tuoi piedi non sono di vero cobalto, ma sono in effetti quattro piedi di pane ricoperti da un sottile strato di cobalto''. ``H. Mio caro vitello dai piedi di balsa, la tua storia è falsa: l'amico vitello coi piedi di spugna mi ha svelato la verità: egli ha nascosto una microspia nei tuoi piedi di balsa e nei piedi tonnati, così ha scoperto che tu, solo tu, sempre tu, anche tu, nient'altro che tu, proprio tu sei il vitello dai piedi di balsa inventore di una storia falsa. Accusavi il vitello dai piedi tonnati e per questo i tuoi piedi saranno asportati''. Ma la legge prevede una pena aggiuntiva per questo reato: l'ascolto forzato di''. Nel boschetto della mia fantasia ora c'è un vitello senza più i piedi che invoca pietà quand'ecco che un piccolo amico si avvicina: ``Mi presento, son l'orsetto ricchione e come avrai intuito adesso ti inculo''.
Chi è quel giovanotto indisponente con la Vespa scoppiettante che disturba la mia pubblica quiete ? Vedo un qualchecosa sul giubbotto, poi c'è scritto che c'è scritto ? SG. Chevvordì ? Che è, Sandro Giacobbe ? Impossibile, Sandro non ha lo spessore; e poi c'ha il mantellino, minimo dev'essere, che so, un illusionista, un contorsionista. No, ma è un supereroe. L'hai detto, matusa. Sono Supergiovane. Eh, ma ditele prima le cose, no ? Sfreccia, impenna, esclama porco dito, io rimango abbrustolito dalle fiamme espulse dalla petomarmitta; motociclo o motocarrozzetta, sgomma, inchioda, va a manetta, fa cagare addosso i matusa e il governo. Lui li stordisce con le fiale puzzolenti, poi li subissa di cingomma nei capelli e li finisce sputazzando il riso con la penna bic. Mi piace quel ragazzo. Perché ? Sto diventando forse ricchione ? Ma ditemi in sostanza se c'è qualcuno che affronti il governo e i matusa con grinta e simpatica verve come quel matto di Supergiovane. Supergiovane. Subdolo il governo si avvicina travestito da piscina traboccante di analcolico biondo. Un giovane si tuffa nella vasca come un vero Giamburrasca, ma a contatto con il liquido esclama: "Vaffancuore, sono stato ingannato. Questo è il terribile analcolico moro. Aiuto, Supergiovane!" Scatta Supergiovane e derapa, soccorrendo il il l l Capotel il Canopeta il Capotel il Catop Catoblepa, il Catoblepa. Superdgr e derapa soccorrendo il Catoblepa, che purtroppo sta tirando le cuoia. "Addio, Supergiovane. Per me ormai è ormai finita". "No!" "L'analcolico moro è entrato in circolo". "Non dire così, amico Catoblepa. Ecco, prendi questo!" "No, ma.. cosa...?" "Ah" "Ah" "Sss" "Ah h h" "Ah... Catoblepa ?! Catoblepa. No. Assassini. No. Governo bastardo". Catoblepa Catoblepa, io ti dono le mie Tepa per il viaggio che conduice all'aldilà. Catoblepa, Catoblepa, Catoblepa, Catoblepa, Catoblepa, tu mio amico morto, io vendicherotti, tu. E Supergiovane dà fuoco a uno spinello col quale affumica il governo che, all'istante, passa all'uso di eroina e muore pieno di overdós. Mi piace quel ragazzo. Perché ? Sto diventando forse ricchione ? Ma ditemi in sostanza se c'è qualcuno che affronti il governo e i matusa con grinta e simpatica verve come quel matto di Supergiovane. Supergiovane. In un tripudio di miccette il governo esplode e i suoi brandelli in cielo compongono la scritta ZIO CANTANTE, che sta a significare lo scorno dei matusa mentre i giovani limonano felici esaminando giornali tipo Lando, che ritprnano alla luce dopo un'era di arbitrario oscuramento, grazie al provido intervento che operò quel sacramento di Supergiovane. Supergiovane, Supergiovane salva il giovane, libera la giovane. Super, super supergiovane. Cantiamo la nostra gratitudine - gratitudine gratitudine - a questo raro esempio di rettitudine perchè siamo una moltitudine. Super, super, super, super, supergiovane. E ora cantiamo la nostra longitudine, latitudine - latitudine - Cosa c'è nel mare ? La torpedine. Cosa c'è in Friuli ? Trieste e Udine. Bravi. Grazie. Prego. Bravo. Grazie. Tenchius. Tenchius. Fenchius. Fenchius. Tenchius supermuch! E no è finita: per festeggiare, offro cocacola con l'aspirina a tutti. Yeh. E fra dieci minuti voglio vedervi tutti in acido. Yeh. E ricordate: ovunque ci sia un giovane in difficoltà, ovunque ci siano persone, cose, animali, città, fiumi, fiori, governi, marche di automobili che cerchino di limitare la vostra gioventù, la ci sarà lui con le sue miccette sempre accese. Perchè Supergiovane è allegria più, Bulgaria più, sciatalgia più più più. fave, fave, fuca, fuca. Stappa stappa stappa stappa stappa dai. Stappa stappa stappa stappa stappa dai. È allegria, è simpatia, è sciatalgia. Siamo forse secchioni ? No. Siamo forse matusa ? No. Siamo forse governi ? No. Siamo forse checchineris ? Siamo forse bulicci ? Iarrosi ? Buhi ? Puppi ? Posapiano ? Orecchioni ? Mangiatori di fave ? Orrendi ? Rammendati ? Giuísci ? Meiùsi ? Magutti ? Fendéri ? Finestrati ? Oietti ? Samanettati ? Rautìti ? Semeiùti ? Aperitaviti ? Aperitivi ? Si.
Tu, cinque giorni di tristezza e poi corri incontro alla vita. Tu, - io ? - col tuo paracadute, ti getti in volo e vai - zo vuoi ? -: atterri nel giardino di casa, poi ti muovi sicura e fresca come in un mattino di primavera. Nella tua cameretta c'è un signore che aziona la pressa suoi tuoi piccoli amici di ovatta che invocano aiuto, ma lui te li ruba e va via. Tu piangi e insegui i tuoi morbidi teneri, fradici tappi per la figa pelosa. E da oggi, i tuoi tappi per la figa pelosa li trovi anche nella confezione magnum da ottanta pezzi; i suoi bei sigaroni morbidoni. Ma vorrei farti una domanda: ti sei accorta che io sono un ometto ? E vorrei fartene un'altra: hai le mestruazioni ? Shh. Dormi ora. È tutto finito. Protagonista del tuo tempo, protagonista della tua sessualità. Essere donna oggi, vivere il prodigio del tuo ciclo mensile ostentando sicumera. Essere donna oggi, aspirare al ruolo che la storia ti deve: quello di simpatica, paciosa, imprevedibile nocchiero di un prelievo proiettato verso il mare del duemila al grido di "Cazzo, subito". Essere donna oggi, non più cagafigli, bensì dolce e caparbia cagatrice dei tuoi figli. Come Loretta Goggi nella Freccia Nera, o in Maledetta Primavera mente autonoma. Donna, roccaforte quando il flusso è più copioso, sbarazzina quando è il caso o marangona di un clitoride mai domo, al grido di "Hah ggh aaaa ssìiii". Ma vorrei farti una domanda: ti sei accorta che io sono un ometto ? E vorrei fartene un'altra: hai le mestruazioni ? Protagonista del tuo tempo, protagonista della tua sessualità. Protagonista del tuo tempo, protagonista della tua sessualità. Piccole donne, grandi labbra; piccolo uomo grandi labbra apprezzerà. Probabilmente non mi accoppio, ma le tue trombe di Falloppio suonerò. Protagonista del tuo würstel di cotone.
Rochenrol pam pam gapstei abuda A u. Lui si chiama Pork e guida una Ford gialla del '56 con i Turbo ai finestrini placidi e le tendine parasole sul lunotto posteriore, e ogni sera lui tornerà da lei. Lei - oh yes - si chiama Cindy e incassa tanti dindi, e Pork lo sa perciò la sfrutta placido. Le dice: "Vai sulla tua strada, Cindy, vai sulla tua strada. Cindy vai, e Cindy vai vai. Vai-v-vai v-vai v-vai-vai, vai-v-va-vai v-vai v-vai. Ma non prendermi la Ford perchè ha le ruote in lega e l'albero a basso momento di inerzia, e ho paura che me la rovinerai, che me la rovineraieaou". Lui si chiama Pork, e al suono della sveglia si alza controvoglia, si lava i denti, fa colazione placido, poi prende la sua Ford, esce dal garage, saluta la sua Cindy, le requisisce i dindi; lei è un po' debilitata perché ha la figa spanata. Vai vai vai vo vai vo vai vo vai vvo vai vo vai vi vo vaiv. Nai-n-nai n-nai-n-nai-n-nai-n-nai n-na-nai n-nai n-naii. Rochenrol pam pam gapstei abuda A u.
I umorismo I umorismo kusch umorismo. Sdreveide! Mismese gatchetene boghers chetegossuvé. Pretzdavemivi Elio e le Storie Tese. Ha ha ha ha. Grazie... Grazie al Coro Femminile di Stato della Radio e Televisione bulgara che ha portato in Italia finalmente un ballo a misura d'uomo, più umano, più vero. Più umano, più vero. Un ballo sincero. È un ballo sincero. Eh, certo, vista la situazione internazionale noi abbiamo dovuto promettergli Ramaya, Ramaya, peró amici vi assicuro che ne è valsa la pena. Diù diù diù diù diù diù, diù diù diù diù diù diù. Iù. Diù diù diù diù diù diù, PIPPPERO(R) diù diù diù diù diù diù. Zieoung. Diù diù diù diù diù diù, diù diù diù diù diù diù. Iù. Atinc tinc tinc tinc tinc tinc tinc tinc tinc tinc tinc tinc tinc. PIPPPERO(R). Evviva l'Italia, evviva la Bulgaria che ci ha fatto dono del PIPPPERO(R); ruotiamo le dita e uniamo le falangi, questo é il ballo del PIPPPERO(R); amici servizi segreti bulgari, non sparage più al papa ma dedicatevi al PIPPPERO(R). Popolo bulgaro - iù -. Popolo italiano. Servizi segreti bulgari e italiani, via. Sentite come pompa il PIPPPERO(R). Diù. Ruotate le dita. Unite le falangi. Bene, ora ripetete con me più umano più vero. Più umano più vero. È un ballo straniero. È un ballo straniero. Qui l'atmosfera sa di PIPPPERO(R). Qui l'atmosfera sa di PIPPPERO(R). Se in discuteca balli u Pippperupippero(R). Se in discuteca balli u Pippperupippero(R). Molto bene, ora da sole. Più umano più vero. È un ballo sincero. E la tua estate sa di PIPPPERO(R) - molto bene -. Non senti come pompa il PIPPPERO(R) ? Pompa. Pompa. Pompa. Pompa. A tinc etc. Dio bono come pompa il PIPPPERO(R). Diù. Più umano, più vero. È un ballo sincero. A ba ba ba, a ba ba ba. Più umano, più vero. È un ballo sincero. Più umano, più vero. State ruotando le dita ? State unendo le falangi ? State stringendo amicizia con persone che hanno il colore della pelle diverso dal vostro ? Bravi. Ora è il momento di cantare a squarciagola: Ramaya, Ramaya, Ramaya rarrà. Il PIPPPERO(R) è una ballo che io e te balliamo se l'amore c'è, e l'amore c'è se guardi me. Bugiardo io, bulgaro in te, bugiardi noi, sperando che l'amore c'è se ballo in te. Tu balla in me e saremo okay. Più umano, più vero. È un ballo sincero. Ehi, coro delle voci bulgare, io posso offrirvi qualcosa di molto meglio di un semplice Ramaya: potrei darvi Kung fu fighting di Carl Douglas. Gnacchisnà. Fly robin fly ? Non vi interessa ? Gnacchisnà. Voi forse preferite il meglio dei Tavares ? Gnacchisnà. Ali shuffle ? Niente ? Gnacchisnà. Disco Inferno ? Gnacchisnà. Qualcosa di Cerrone ? Gnacchisnà. Oppure Boney M.. Gna. Tipo Ma Baker, Daddy Cool, Rasputin. Gnacchisnà. Niente ? Disco Duck ? No Gnacchisnà. Gimme Some ? Gnacchisnà. Qualcosa degli Oliver Onions, tipo Sandokan, Orzowei ? Niente ? Cuba dei Gibson Brothers, dai.
Amico orsacchiotto, ti vedi barzotto e sento uno spinotto - Non avere paura mai -. Se questa avventura da un lato mi attira, dall'altro mi spaventa un po' - Del tuo giovane corpo -. Ma questa in fondo è la vita mia - Bovino - ed io vivo con gioia - Corpo nato per l'amore - questa mia condizione di vitello busone perchè ho capito che io, solo io, sempre io, anche io, nient'altro che io, proprio io ero il vitello dai piedi di balsa inventore di una storia falsa, ma tu mi hai trasformato in vitello busone, e quel buso marone che bello sapere che c'è Il vitello dai piedi di balsa, ba ba ba ba ba ba ba ba balsa, il vitello dai piedi di balsa ha composto una canzone salsa.
Urna, urna, uuh, mettimi nell'urna, urna, uuh. Urna cineraria, mettimi
nell'urna funeraria, urna elettorale, mettimi nell'urna patatosa.
68: asino cotto. 47: la morte viene silenziosa come un'alce, dai vivi
ci separa con il taglio di una falce; viene silenziosa come un'alce,
separa con il taglio di una falce. Lo disse Foscolo, lo ribadisco:
della vita il fulcro è il sepolcro; fulcro, sepolcro, fulcro,
ribadisco che è un sepolcro. E c'è qualcosa nell'aria che
mi dice che io perirò. O presto o tardi lo so che accadrà
ma la cosa non mi turba, ho un solo desiderio: voglio una degna sepoltura
quando la morte verrà e mi ghermirà, una tomba linda e
duratura che mi preserverà dall'umidità. Ghermirà.
Hu hu hu hu. Seguono per i più colti alcuni brani tratti
da I sepolcri di Ugo Foscolo: "Sol chi non lascia
eredità d'affetti poca gioia ha dell'urna". Urna urna uuh,
uuh; mettimi nell'urna urna uuh. E c'è qualcosa nell'aria -
qualcosa nell'arià - che mi dice che io morirò: ho
nel corpo una scoria, nell'intestino crasso, nel tenue e nel
duodeno. Padre Luca. Sento nel mio corpo delle scorie che mi minano.
Baby Fuca. Odo l'uomo del Giappone che mi dice:
Ufo Robot, Ufo Robot. Si trasforma in un razzo
missile con circuiti di mille
valvole, tra le stelle sprinta e va. Tra le stelle sprinta e va.
Mangia libri di matematica, insalate di cibernetica e ripete: sedici,
il culo. Il culo. Ma mentre parlo tu non mi ascolti. I casi
sono due: o non mi ami più o sei morta. Propenderei per la
seconda ipotesi perchè emani un fetore nauseabondo. E allora
penso che tu voglia una degna, degna, degna sepoltura perchè la
morte è arrivata e ti ha ghermita. Una tomba linda e duratura
che ti preserverà dall'umidità. Urna, urna, uuh, mettimi
nell'urna funeraria, urna elettorale, mettimi nell'urna patatosa.
Amore, amore, aaa. Ciao, aaaaaa; sì devi mettermi nell'urna,
miettime, miettime, nell'urna. 77, tette tette: le gambe delle donne.
23 uah oh ooh: un tram. Aaaaaah 24: un altro tram. 96: l'autobus ha
ha ha ha ha, hu hu hu hu. 15: l'amore perpetuo che unisce la coppia
per molti anni infiniti. 64: gli anni di Bellugi. Ha ha ha ha.
He he he he.
Ciunga ciun ciunga ciunga ciun ciunga ciun ciunga ciunga ciunga ciun ciunga ciun ciunga ciun ciunga. Stavo andando a cento all'ora per trovar la bimba mia che non c'era, ma il motore si è fermato nel bel mezzo della via. Hai messo l'antigelo col freddo che fa ? Sì. Hai visto se il livello è fra min e max ? Sì. Ma il mio vano motore è troppo vano e poco motore; lo illuminerò, sei forte Papalli, con una candela di cera che non c'era. Decidetti perciò di inoltrarmi in mezzo al bosco, ma non c'era un sentiero già battuto e la nebbia già saliva. A un tratto vidi due corspi stesi che mi sembravano inanimati, ma che morti non eran. Erano l'inglese e il francese delle barzellette. Fu allora che scivolai su qualcosa che mi sembrava un pezzo di merda ma che merda non era. Era un pezzo di pane sul quale era stato spalmato un formaggino. Sdraiato sopra il prato mi domandai dove fossi capitato, e allora mi risposi così: sono capitato sopra un prato dove mi son domandato: "dove sono capitato" ? Ecco la risposta al mio quesito: sono capitato sopra un prato dove sono scivolato. Aiuto. Mi sono bloccato. Sono in un circolo vizioso. Sono socio. So ciò: ero nel mondo delle barzellette e stavo assistendo al finale della barzelletta del Fantasma Formaggino, dove l'italiano vince mentre l'inglese e il francese perdono. Al risveglio di costoro chiesi dove fosse l'italiano che non c'era; mi risposero quando avrò voglia io mi risposerò però adesso no, mi tengo la moglio che ho, la moglie che ho. In effetti l'italiano era andato dentro un'altra barzelletta, quella dove un orologio vien gettato da una torre e si fa a gara a chi lo prende prima ch'esso tocchi terra spaccandosi. E allora l'italiano te lo porta un'ora indietro, poi raggiunge il marciapiede sottostante in largo anticipo, raccoglie al volo l'orologio ed in sostanza vince, vince, sì, l'italiano vince, e con lui vince l'Italia intera. E se uno svizzero ti dice: "Italiano pizza spaghetti mandolino mamma, mamma lo sai chi c'è ? È arrivato il merendero", tu non arrossire e non abbassare il capo, ma digli: primo, tu non prendi parte neanche a una barzelletta. Due, treno dell'amore portami con te, qua trovi la gioia, cinque inate il fiume, sei. Questo era un'esempio dell'arguzia che ci permette di spopolare nelle barzellette. Non è soltanto l'amor che regna nella nostra splendida terra, ma torniamo nel bosco. I due uomini nel boscoX nel frattempo avevan deciso che era giunta l'ora della riscossa nei confronti dell'italiano. Mi fecero così travestire da Fantasma Formaggino per trarre in inganno l'italiano: quest'ultimo credette di trovarsi a tu per tu con il fantasma del Fantasma Formaggino. A quel punto pronunciai le fatidiche parole: "Sono il Fantasma Formaggino io". "Impossibile" - disse lui - "ti ho appena spalmato" Evidentemente no - dissi io - se no non sarei qui. "Beh, io ti spalmerò ancora, e già pregusto il tuo sapore sul panino". No no, non mi spalmerai perchè del coltello buon uso non fai. Per mano di inglese stavolta cadrai, per man di francese scherzato verrai. Permani pure della tua opinione, ma su quel panino non mi spalmerai. Giammai, giammai, non lo spalmerai. Su questo panino non lo spalmerai. Giammai, giammai, non lo spalmerai. Su questo panino non mi spalme, mi spalme, miss spalme. I te vurrìa vasà. E l'italiano cantava, cantava, e alla fine le disperate invocazioni giunsero alle orecchie del suo divino protettore, il dio della barzelletta, che disse: "Tu hai osato modificare il finale della barzelletta del Fantasma Formaggino, ed io che di mestiere faccio il Dio non posso soprassedere a questo vizio di forma". Gino Bramieri è molto più indulgente. Ti prego, sii accondiscendente e concedimi l'amnistia. "L'amnistia ? Eh, no! Tu morirai della stessa morte che toccò al tuo predecessore, cioé il Formaggino, diciamo, e fra le risate a profusione verrai spalmato su quel panone con un coltellino. Tè, beccati questo. Pr". E questa è la descrizione della mia morte.
1o amico: MANGONI
Che non c'era, 1o Narratore, Cateto vivente: ANDREA MUSA
Uno svizzero: PLANIBEL coadiuvato da CHRISTIAN MEYER
L'italiano: STEFANO NOSEI
Caifa: FEIEZ
Amici di Caifa: BANANA, MASSIMO RIVA, LUCA BELISARI, COZETTE ROCHÉ
2o Narratore: MANGONI
Il dio pugliese della barzelletta: DIEGO ABATANTUONO
The Band & Sleeve notes