Percorso
cicloturistico per Ragionieri
"Le Ville
del Naviglio Grande"
Litinerario proposto costeggia il
percorso del Naviglio Grande, elemento fondamentale del
sistema dei NAVIGLI.
Per comprendere meglio questa importante infrastruttura idraulica
che ha segnato il volto di Milano si potrebbe anche scegliere di
partire dalla Darsena, lo specchio dacqua nei pressi
di Porta Ticinese, ormai nel centro della città, che
costituisce il punto focale del sistema dei Navigli.
Seguendo dunque il corso del Naviglio Grande in senso contrario al suo fluire, cioè uscendo dalla città, si ha modo di osservare la progressione che porta dal centro della città verso le prime periferie, ancora segnate dalla presenza di antichi insediamenti industriali.
Per coloro che si muovono in bicicletta, lAlzaia (la sponda percorsa dai cavalli da tiro che trascinavano i barconi contro corrente, in uscita da Milano) rappresenta un percorso ideale che consente di raggiungere Abbiategrasso, al riparo dal traffico.
Il percorso, di circa 65 Km completamente pianeggiante,
e' percorribile a passo molto lento in 4/5 ore
SAN CRISTOFORO
Il primo monumento storico che
incontriamo è la chiesa di San Cristoforo
(via Alzaia Naviglio Grande). Il nucleo originale, ad abside
semicircolare e copertura di legno, è stato eretto verso la fine
del 1100, utilizzando resti di un piccolo tempio romano.
Per desiderio di Giovanni Maria Visconti fu ampliata tra
il 1398 e il 1401 con la costruzione di una Cappella
Ducale sul fianco, per commemorare la fine della peste e
linvocazione di San Cristoforo.
La cappella, edificata sul sito di un Ospizio per pellegrini, è affrescata con dipinti di sapore giottesco. Nel catino absidale vi sono tracce di affreschi raffiguranti una Crocifissione attribuiti agli Zavattari. Nel 1625 fu demolita la parete che separava le due chiese.
Proseguendo si incontra il centro di Corsico che si affaccia sul corso del Naviglio.
TREZZANO
Già fuori dal paese, verso Trezzano,
merita attenzione il grande complesso della Cascina Guardia di
Sopra, posto sul lato dellAlzaia, che ha di fronte,
presso la riva destra, lOratorio della Cascina Guardia
di Sotto.
Questultimo fu fatto costruire nel 1622 da Giovanbattista
Pozzi, che lo dedicò alla Natività della Beata Vergine.
La Cascina Guardia di Sopra invece fu proprietà della famiglia Visconti di Modrone e presenta un corpo centrale cinquecentesco con lingresso segnato da un timpano e su cui campeggia lo stemma dei Visconti, affiancato da due pareti scandite da archi ciechi.
Nelle campagne vicine, nel Comune di Buccinasco in località Castello, sorge un Castello Visconteo risalente alla seconda metà del Duecento, utilizzato spesso come residenza di caccia da Ludovico il Moro.
La massiccia struttura quadrangolare è ingentilita sul retro da un porticato e da un loggiato. È citato da Goffredo da Bussero nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani ("Libro di notizie intorno ai Santi di Milano") intorno al 1290 circa.
La costruzione, parte di unazienda agricola, è circondata da annessi rurali ed è utilizzata come ricovero di attrezzi e abitazione.
Lungo la via principale del nucleo abitato sorge loratorio della frazione, con pregevoli affreschi della fine del 400 che meriterebbero un intervento di restauro.
GAGGIANO
In uscita da Milano, procedendo
lungo la provinciale 59 si raggiunge il centro di Gaggiano.
Sulla piazza prospiciente il corso del Naviglio si affaccia la chiesa di SantInvenzio (p.za della Chiesa). Edificata nel 1620 fu costruita in forme barocche, come testimonia la facciata decorata da stucchi e statue. Linterno, a navata unica con cappelle laterali, ha unariosa spazialità e una ricca decorazione.
Conserva pregevoli affreschi eseguiti nel tardo 800, e un interessante affresco proveniente dalla chiesa preesistente che raffigura la Madonna delle Grazie sopra laltare della Madonna (a sinistra).
Sul lato sinistro della piazza antistante la chiesa, sorge un edificio contraddistinto da una tipica torretta colombaia.
Di fronte, sullaltra sponda del
Naviglio, sorge il Palazzo Comunale di Gaggiano. Le sue
forme cinquecentesche ne fanno un esempio integro di palazzo
rinascimentale lombardo.
Del porticato si conservano ancora tre arcate a
tutto sesto su colonne di serizzo con capitelli
decorati da scudi, il cui basamento si trova a 80 centimetri
sotto il livello del cortile.
Linterno presenta decorazioni a graffito con losanghe e motivi floreali, mentre laula consiliare conserva da alcuni decenni un affresco strappato, rappresentante la Vergine con il Bambino (1478), proveniente dalla Cascina Barbattola. Recentemente restaurato, è adibito a Municipio.
Poco oltre spicca Palazzo Venini Uboldi (via
Roma 10), eretto nei primi decenni del Settecento. Purtroppo
ledificio, fortemente alterato e frazionato a causa della
destinazione a condominio residenziale, è in fase di
ristrutturazione e quindi non visitabile.
Annesso vi è loratorio di S.Francesco, decorato da
stucchi barocchi e dipinti antichi.
Ma la presenza più illustre e storicamente rilevante del centro di Gaggiano è quella di Villa Marino (via Gozzadini). Unampia esedra, inglobata ormai da caseggiati rurali, si affaccia sulla sponda sinistra del Naviglio e immette attraverso uno scenografico cannocchiale prospettico a Villa Marino.
Un portico con cinque arcate a tutto
sesto introduce alla villa, le cui stanze si snodano secondo una
pianta a U. Le sale del piano superiore sono
affrescate da dipinti raffiguranti le Parche.
Ledificio, che si presenta ancora nella sua struttura
originaria, appartenne fino al 1882 agli Arcimboldi. Poi
passò allEnte Comunale di Assistenza, che di recente lo ha
venduto al proprio affittuario.
Lattuale proprietà si sta adoperando per una conservazione rispettosa dei caratteri storici e artistici di questa importante architettura e sta compiendo ogni sforzo per conservarla alla posterità secondo limmagine più filologicamente corretta, riportando alla luce gli antichi colori e le antiche tracce di decorazione pittorica.
Spiace che a tanti sforzi corrisponda invece una compromissione sostanziale del contorno, che è stato oggetto di insediamenti residenziali molto invasivi che soffocano limportante presenza
Meritano attenzione anche i dintorni di Gaggiano e le sue frazioni poste a nord, al di là del tratto della SS 494. In particolare il borgo di San Vito che si raggiunge percorrendo la strada provinciale 236. Il centro di San Vito, con pochi annessi agricoli, si raccoglie intorno alla chiesa principale (p.za Vittorio Veneto).
La chiesa, di origine duecentesca, è fiancheggiata da una torre campanaria con mattoni a vista terminante con bifore ad arco a tutto sesto.
Allinterno è riccamente decorata con stucchi barocchi e qua e là mostra tracce di affreschi della fine del 400, mentre sulla parete di fondo si scorgono affreschi di epoca tardogotica.
Nella vicina frazione di Fagnano, collegata a San Vito attraverso una piacevole strada allinterno di una campagna di grande suggestione, coltivata intensamente a risaie e ordinata secondo il disegno consueto dei filari, si erge SS. Andrea e Rocco, anchessa di origine duecentesca, ma ristrutturata in epoca più recente.
Alcuni episodi di vandalismo e di furto
sacrilego hanno consigliato le persone che ne hanno la custodia
di tenere le chiese delle frazioni di San Vito e
Fagnano normalmente chiuse, e quindi coloro che
desiderassero visitarle debbono approfittare delle ore di
apertura per il culto.
Non sarà male, comunque, se chi si reca in visita in questi
borghi contribuisse a vigilare su movimenti sospetti, aiutando i
residenti a custodire le loro memorie.
La strada su cui sorge la chiesa di Fagnano prosegue per alcune decine di metri per poi piegare a sinistra (nei pressi del ristorante) e immettere in via Marchesa Medici.
Qui, dopo una cinquantina di metri, suscita motivo di grande interesse per le sue forme cinquecentesche Palazzo dAdda, che segna il passaggio dal castello fortificato al palazzo residenziale.
Nonostante che sia attualmente in fase di restauro (rifacimento delle coperture) versa purtroppo in uno stato di deplorevole degrado. Il complesso è composto da un massiccio corpo di fabbrica principale a pianta quadrata, ingentilito sul lato nobile da unelegante loggia a tre archi.
A chiusura della corte sorgono due corpi laterali con torretta e un corpo centrale, a presidio dellingresso. Il tutto è racchiuso in un recinto quadrangolare e spicca per la sua mole sulla bella campagna circostante, ridestando la memoria di un ben altro e passato decoro.
Nel territorio a sud di Gaggiano,
sulla strada per Rosate, merita una menzione anche la
parrocchiale dedicata ai SS. Eugenio e Maria, a Vigano
Certosino. Labitato fu donato in feudo nel 1397
dal duca Gian Galeazzo Visconti alla Certosa di
Pavia.
La chiesa conserva allinterno affreschi
provenienti dalla facciata, eseguiti nel 1511
dallartista pavese Bernardino de Rossi, lo stesso artista
che lavorò alla Certosa di Pavia. Nella Cappella S.Ippolito si
conservano affreschi manieristi di Aurelio e Giovanni Pietro
Luini (1578).
Ripresa la strada che costeggia il Naviglio,
strada provinciale 494, si prosegue in direzione ovest verso Abbiategrasso.
VERMEZZO e ZELO
SURRIGONE
Da segnalare nei Comuni di Vermezzo
e Zelo Surrigone, che si trovano a sud rispetto al
Naviglio, la presenza di alcuni importanti monumenti.
A Vermezzo si trova la chiesa di S. Zenone, dove forme barocche ed elementi di severo rigore classico caratterizzano la facciata, progetto dellarchitetto Fabio Mangone (1587-1629) che tra laltro fu autore del Collegio Elvetico (poi Palazzo del Senato) a Milano.
Ledificio sorge su preesistenze
antichissime. Nel corso di alcuni scavi sono emerse le fondamenta
di una basilica longobarda risalente al IX secolo ed eretta con
materiale di spoglio di un precedente insediamento romano
(decorazione che risale al X-XI secolo).
Di fronte alla chiesa è possibile ammirare il Palazzo
Pozzobonelli (via XXV Aprile) edificio che risale alla fine
del 400 e che probabilmente deve le sue forme a un progetto
di Donato Bramante, figura cardine dellarchitettura
rinascimentale, attivo a Milano dal 1480 fino alla fine del
secolo.
Ledificio presenta un corpo centrale con due ali rivolte a sud e un loggiato decorato da una fascia di fregi attribuiti da alcuni critici a Bramante stesso. Alcune stanze conservano decorazioni floreali del XV secolo, altre sono di sapore settecentesco.
Sono state riportate alla luce finestre gotiche con eleganti comici in cotto e tracce di decorazioni. Il Palazzo è proprietà privata, ospita uno studio di architettura e appartamenti di civile abitazione. Visitabile su prenotazione presso la locale Pro Loco: Municipio, tel. 02.9440301.
A Zelo Surrigone, ai margini dellabitato, sorge invece la Cappella di S. Galdino (via Vittorio Emanuele 26), piccolo edificio cinquecentesco con facciata in mattoni. Linterno, con volta ad ombrello, è completamente affrescato.
Lungo la via di accesso allabitato di Abbiategrasso, nel la località Castelletto, si trova il Palazzo Stampa, residenza estiva dellimportante famiglia milanese, edificata agli inizi del 700.
Qui il Naviglio Grande si biforca: con un angolo di 90°, devia verso Magenta e, poco più avanti, piega verso sud, dando origine al Naviglio di Bereguardo che convoglia le sue acque in direzione di Pavia.
In questa villa soggiornarono Garibaldi e Mazzini, ospiti di Gaspare Stampa, insigne patriota che fece della sua dimora un punto di incontro per tutti coloro che lottavano per lunità dItalia. Le pareti interne sono decorate da importanti cicli di affreschi.
Da quasi ventanni è in attesa di restauri da parte dellattuale proprietà comunale, ma versa ancora in pessime condizioni e non è visitabile.
Vicino al palazzo sono la Foresteria di Palazzo Stampa, pregevole architettura settecentesca, e la "Casa del guardiano delle acque", seicentesco edificio di forma cubica.
ABBIATEGRASSO
Proseguendo, percorrendo via
Mazzini, si arriva al centro storico di Abbiategrasso, il
cui nucleo è delimitato da quattro viali che ricalcano il
circuito dellantica Fossa Viscontea. Subito dopo
lincrocio con la linea ferroviaria si apre la piazza sulla
quale sorge il castello.
Il Castello Visconteo costituì il nucleo attorno al quale si sviluppò il borgo medievale di Abbiategrasso. Le prime notizie risalgono agli anni intorno al Mille, quando era poco più di una casa fortificata, nella quale sostarono gli imperatori Lotario Il nel 1136 e Federico Barbarossa durante la sua prima discesa in Italia (1154-1155).
Più volte ristrutturato e modificato per
intervento di Ottone Visconti nella seconda
metà del XIII secolo e di Gian Galeazzo Visconti
alla fine del 300, presenta la tipologia propria del
castello lombardo tardo-gotico.
Fu fra i primi fortilizi viscontei a pianta quadrata, con torri
angolari e cortile porticato. Della struttura originale rimangono
il cortile e la fronte orientale esterna. Le eleganti bifore
furono aggiunte nel 1370.
Ai piani nobili si conservano ancora affreschi di diverse epoche, mentre, allultimo piano dellala est, adibito anticamente a carcere, si conservano i graffiti di generazioni di prigionieri. In particolare una scritta in latino, riporta probabilmente lo sfogo di un nobile recluso ai tempi dellAurea Repubblica Ambrosiana.
Il Castello, dopo lunghi anni di lavori, si avvia ad essere recuperato finalmente in tutte le sue parti. È sede della Biblioteca civica, ma accoglie anche spazi per le esposizioni (al piano seminterrato), la sala consiliare (lato nord) e una sede distaccata degli uffici della Pro Loco.
Prima dellinizio dei lavori di restauro ospitava anche il Museo civico, con sezioni di storia naturale e archeologiche (queste ultime attualmente conservate nel deposito del Museo archeologico di Milano).
Le collezioni raccoglievano tra laltro una parte degli oggetti rinvenuti in località Cascina Pestagalla. Qui è stata infatti localizzata, ma solo parzialmente scavata, una necropoli di epoca gallo-romana con circa 280 tombe.
Piazza Marconi, la principale del
paese, è delimitata da porticati di diverse epoche, a
iniziare da quelli trecenteschi con capitelli scudati, che
definiscono una pianta irregolare.
Sulla piazza si affaccia il Palazzo Comunale, eretto nel
1750 su disegno di Francesco Croce,
fra i maggiori esponenti del barocchetto fiorito,
linterpretazione lombarda del rococò.
A sinistra, lungo via Borsani, si trova dopo pochi decine di metri la chiesa di San Bernardino (1614) di forme barocche, la cui facciata è opera di Franco Maria Richini (1584-1658), il maggior architetto barocco attivo a Milano.
Quasi dirimpetto, sul lato opposto della strada, sorge la chiesa di Santa Maria Nuova. Ledificio fu eretto tra il 1365 e il 1388, e venne dedicato a Maria per celebrare la nascita, avvenuta nel castello di Abbiategrasso, del futuro signore di Milano, Giovanni Maria Visconti.
Internamente lo spazio è suddiviso da tre navate scandite da una duplice fila di arcate a sesto acuto, coperte da capriate a vista, anche se della struttura originaria rimane solo la cappella a sinistra, in quanto, nel 1740, linterno fu modificato dallarchitetto Francesco Croce secondo un gusto neoclassico.
La facciata è in mattoni a vista, preceduta da un portico quattrocentesco di tradizione lombarda. Di grande rilievo è limponente protiro che conferisce grande maestosità alledificio. Due ordini di colonne binate fanno da supporto allampio arco che segna scenograficamente laccesso alla chiesa. Questo elemento si deve a Bramante (1497) e costituisce lultima opera eseguita dallarchitetto a Milano.
Il quadriportico è stato recentemente restaurato ed è visitabile, mentre allinterno della chiesa e sul campanile sono in corso opere di restauro.
Anche durante tali lavori, tuttavia, rimane aperta e visitabile la chiesa della Madonna Addolorata, sul lato nord del porticato.
Lì vicino, in piazza Golgi, si erge la Pia Casa degli Incurabili, ente assistenza milanese.
Merita infine una menzione Casa Orsini
di Roma, il cui prospetto principale dà su via Teotti, e che
fu oggetto alla fine degli anni Settanta di un intervento di
restauro molto attento.
In quelloccasione furono riportati allantico
splendore il portico, la loggia (sul fronte
interno) e pregevoli finestre archiacute con ghiere e
contorni in cotto del Quattrocento. Ledificio è sede
della Banca Popolare di Abbiategrasso.
MORIMONDO
Abbandonando il centro di Abbiategrasso, nelle cui immediate adiacenze sorgono anche numerose ville settecentesche, percorrendo in direzione sud la SS 526 si raggiunge Morimondo, centro dominato dal complesso abbaziale cistercense che merita una gita a parte.
CASSINETTA DI
LUGAGNANO
Altro luogo di villeggiatura della
nobiltà milanese, conserva un fascino antico in virtù delle
sontuose dimore settecentesche che ne costituiscono la maggiore
attrattiva e del relativo isolamento rispetto ai centri maggiori.
Prima di arrivare in vista del Naviglio, si presenta la Cascina Bardena, la più antica costruzione di Cassinetta. Documentata già dagli inizi del 400, è costituita da numerosi annessi rurali e da una parte che risale al 600, mentre la residenza padronale è ottocentesca.
Si giunge allalzaia del Naviglio Grande, dove sorge Villa Castiglioni Visconti Maineri, edificio di carattere maestoso e singolare che nega laffaccio verso il corso dacqua e si cela dietro una lunga cortina muraria.
È probabile che un primo nucleo di edifici esistesse già dal 500, ma limpianto attuale segue una successione cadenzata dei corpi nobili e rustici secondo eleganti linee tipologiche di carattere settecentesco, ravvisabili anche nel piccolo Oratorio dellAddolorata che si affaccia sul corso dacqua.
Sulla medesima riva del Naviglio sorgono la
settecentesca Villa Cattaneo Krentzlin e la Villa
Castiglioni Nai Bossi.
Proseguendo lungo lalzaia del Naviglio in direzione opposta
si arriva a Villa Negri, comunemente conosciuta anche col
nome de "I platani".
Passato il ponte, percorrendo via Roma, si fiancheggia la Chiesa
della Beatissima Vergine Maria e S. Antonio, edificata nel
1435 dal Maffiolo Birago.
Proseguendo si arriva a Villa Grosso
Morlin e a Villa Trivulzio, che deve le forme
neoclassiche al riadattamento operato dal conte Angelo Trivulzio
a partire dal 1828, su un edificio preesistente.
I rustici, sui quali gli interventi sono da collocarsi intorno al
1850, presentano elementi di gusto romantico e
neogotici, mentre il giardino, allinglese, preserva un tempietto
classico e finti ruderi medievaleggianti. Il piccolo Oratorio
di S. Antonio è parte integrante del complesso.
In posizione più esterna rispetto al
nucleo delle ville storiche, Villa Birago Clari Monzini
versa purtroppo in pessime condizioni. Di proprietà della
famiglia Birago già nella prima metà del
Cinquecento, fu acquistata dai Clari alla fine
del 600, e infine dai Monzini.
Pur nel deplorevole stato di abbandono, il maestoso complesso non
smette di esercitare lindubbio fascino di quella che era la
più grande villa di Cassinetta.
Un tempo ledificio era collegato al Naviglio da una grande area verde che creava un asse prospettico segnato da coppie di pilastri, tuttora esistenti, per terminare, al di là del canale, nei quattro platani che oggi precedono lingresso di Villa Negri.
Davanti alla villa la prospettiva è segnata dallo spazio circondato da muri mistilinei e pilastri. Di forma quadrangolare con cortile centrale, presenta il corpo principale rialzato, con porticato e al primo piano un salone completamente affrescato.
Sulla piazzetta si affaccia lOratorio settecentesco dedicato a SantAnna, che conserva al suo interno una Sacra Conversazione attribuita al Nuvolone.
Le ville, per lo più di proprietà privata, sono visitabili con visite guidate a cura della
Pro Loco nel periodo che va da maggio a ottobre.
Va infine citata la famosa "Antica
osteria del ponte", rinomato ristorante, sorto nei
locali di unosteria già menzionata nei documenti a partire
dal 400, e in cui alloggiò, tra gli altri, Carlo
Borromeo, durante una delle sue visite pastorali.
Lultima di queste, secondo quanto tramandato dalla
tradizione, proprio il giorno prima di morire.
NEI
DINTORNI
ALBAIRATE vanta
unorigine antica, come testimoniato da numerosi
rinvenimenti. I più notevoli sono quelli effettuati nel 1900
in località Scamozzina, i cui reperti sono conservati presso il
Museo Pisani Dossi di Corbetta.
Tra le numerose cascine di Albairate di rilievo è Cascina Rosio, luogo menzionato dai documenti a partire già dal
200 come residenza rurale degli Albani.
Villa Albani è un palazzo cinquecentesco, appartenente a quel periodo di transizione che vede la trasformazione della residenza signorile da castello a villa. Va anche menzionato il piccolo Museo agricolo (v. Cesare Battisti, 8) che raccoglie oggetti duso contadino e la ricostruzione dellattività di una casera. (per informazioni, tel. 02.940632.2)
ROBECCO
Attraversata dal Naviglio Grande,
fu prescelta come luogo di villeggiatura prima dai Visconti
poi dagli Sforza. Sin dal Quattrocento iniziano,
infatti, a sorgere ville signorili, tendenza che perdura
per tutto il 600 e il 700, dando vita ad un centro di
grande bellezza paesaggistica e rilevanza architettonica.
Favorevoli circostanze hanno infatti preservato la qualità del luogo. I numerosi interventi di recupero attualmente in corso dimostrano la buona volontà e la presa di iniziativa di questo centro, intenzionato a restare un luogo di grande qualità ambientale.
Robecco è una bellissima escursione, che oltretutto rinfranca lo spirito proprio per la dimostrazione di alacre cura che questa comunità esprime per le proprie bellezze monumentali.
Sulla piazza principale, p.za XXI luglio, si eleva la Chiesa di S. Giovanni Battista. Ledificio risale alla fine del 700, mentre la facciata, di forme seicentesche, fu aggiunta nel 1901.
Lungo via Dante, si giunge a Villa Scotti, attuale sede municipale, di foggia neoclassica che si estende secondo uno schema a U, aperto sul cortile donore. Lingresso è segnato da quattro semicolonne tuscaniche che inquadrano gli arconi del portico.
Costeggiando la Chiesa, lungo via
Matteotti, si trova, sulla destra, una piazzetta su cui si apre
lesedra che conduce a Villa Gromo di Ternengo,
importante costruzione barocca.
Un unico asse prospettico parte dallingresso, attraversa lo
stretto cortile, oltrepassa la villa e prosegue nel giardino
terminando, dopo 800 metri, con un nicchione che ora si trova
lungo la strada tra Cassinetta e Robecco.
Il vasto giardino posto sul retro della villa si estende dal Naviglio sino alla strada per Abbiategrasso. Lungo il corso dacqua è possibile ammirare una torretta secentesca, nota come "La Sirenella" per una statua che in origine la decorava.
La graziosa costruzione costituiva limbarcadero coperto della villa. Sempre lungo via Matteotti ecco ergersi Villa Gandini, annunciata su strada da una grande facciata cinquecentesca, con portale bugnato e fronteggiata, sullaltro lato della strada, da unesedra neoclassica.
In realtà la villa è meglio visibile dalla riva opposta, dopo aver superato larcuato ponticello.
Da qui è possibile ammirare in tutta la
sua magnificenza quello che è probabilmente il complesso
monumentale storicamente più importante nel panorama delle ville
sorte lungo i Navigli. Denominata "La Gaia" per
le piacevoli feste che vi avevano luogo alla metà del 400.
Villa
Gandini risale ad un epoca
ancora anteriore, come dimostrano tracce di finestre archiacute,
forse resti di quel Castello di Robecco
menzionato dalle fonti, ma di cui non esiste più traccia.
Alla destra di villa Gandini sorge Villa Archinto, suggestivo "rudere" di quello che sarebbe dovuto essere il complesso più imponente di tutti i Navigli. Denominata "il castello" per le due torri prospicienti il corso dacqua, la tradizione popolare la vuole completamente edificata in occasione di una grandiosa festa e poi demolita per costruire Villa Archinto a Milano (in via Passione). In realtà della grande opera incompiuta noi vediamo solo due delle molte ali previste.
Esattamente dì fronte a Villa Archinto, sulla sponda sinistra del Naviglio, sorge Casa Sironi Marelli, costruzione più modesta, ma dotata di un grandioso giardino fatto erigere da Giacomo Bordini a partire dal 1846, con alberi rari, alture artificiali, un laghetto, diversi corsi dacqua ed elementi decorativi. Di grande suggestione le stalle in stile moresco, degna cornice per i cavalli arabi che qui erano accuditi.
Di fatto la villa non fu mai costruita, e Bordini dovette accontentarsi, per mancanza di fondi, di ristrutturare le dimore già esistenti. In loco va segnalato un punto di ritrovo, lOsteria sul Naviglio", convenzionato con il Parco Ticino, presso il quale è possibile ricevere informazioni e cartine con i percorsi ciclopedonali della zona e le aree verdi.
Di fronte a Villa Gandini,
sorge Villa Dugnani, recentemente restaurata. La struttura
principale, che si affaccia sul Naviglio, è di epoca seicentesca
e presenta un portico al piano terra con tre campate con colonne
tuscaniche, a cui si accede da una breve scalinata.
Il fronte lungo via Mazzini, in mattoni a vista, reca in facciata
i resti di due grandi finestre quattrocentesche con cornice in
cotto, recentemente portate alla luce e che provano
lesistenza di una costruzione preesistente
allattuale.
Sempre costeggiando la sponda sinistra del Naviglio, si giunge a Villa "La Bassana", preceduta da un vialetto alberato con pioppi e tigli e da unimponente cancellata barocca, di particolare bellezza.
Lunica villa che sorge lontano dal
Naviglio è Villa Terzaghi, edificio settecentesco, il cui
ingresso è delimitato da quattro piloni sormontati da statue
ornamentali.
Il bel cortile antistante è fiancheggiato da una cappella ora
diroccata. Il corpo padronale presenta una facciata piuttosto
movimentata, ottimo esempio di barocchetto lombardo, con un
portico centrale e larretramento della parete mediana. Ne
è previsto il recupero a cura dellAmministrazione
comunale.
A Ponte Vecchio si puo' ammirare Villa Castiglioni.
MAGENTA
Apprezzato luogo di villeggiatura,
vantava una vita sociale vivace, particolarmente sensibile alla
musica, tanto da meritare lappellativo di "paese dei
violini". Il centro storico conserva ancora una compostezza
cittadina dimpronta settecentesca, sebbene limpianto
sia visibilmente alterato dalledilizia moderna.
Di particolare rilievo è la seicentesca Chiesa di Santa Maria Assunta nellomonima piazza, di gusto barocco, che conserva unimportante pala di Zenale e Bergognone. (Aperta solo in concomitanza con le funzioni religiose).
Accanto sorge Villa Bicinetti, ora Passoni,
edificio settecentesco, attualmente in fase di restauro.
Percorrendo via Mazzini, costeggiata da un ampio porticato
cinquecentesco, si giunge alla piazza principale della cittadina,
piazza Liberazione.
Più oltre, in via Garibaldi, sorge Villa Crivelli, dove
si affiancano due corpi di fabbrica, uno barocco e laltro
quattrocentesco con bifore a sesto acuto in cotto. Attualmente
non versa in buone condizioni.
Poco più in là sorge la Chiesa dei
Santi Rocco e Sebastiano, edificio sorto nel 400 ma
rimaneggiato fino al 700. Alcune belle tele seicentesche
decorano le cappelle e vi si trova un organo del Prestinari.
Nelledificio si tengono concerti.
Dirigendosi verso nord e percorrendo via 4 Giugno, scorgiamo
sulla destra la settecentesca Villa Martignoni,
attualmente sede del Comune.
Sulla medesima via si affaccia poco oltre quella che è considerata la più bella dimora di Magenta: Villa Brocca. Il complesso edificio sorse probabilmente fra la fine del 600 e gli inizi del 700, come casa di campagna degli arcivescovi di Milano. Nell800 divenne proprietà della famiglia Brocca. Nel secolo successivo è stato oggetto di numerosi riadattamenti, mentre il mirabile parco è stato drasticamente ridotto.
Quasi di fronte sorge Villa Giacobbe,
in fase di restauro. Ledificio deve la sua fama non tanto
alla rilevanza architettonica, quanto al fatto che ebbe un ruolo
importante in occasione della celebre giornata del 4
giugno 1859, giorno della Battaglia di Magenta.
È sede di un museo patriottico, della Biblioteca e di numerose
associazioni.
Tornando verso la piazza centrale e
proseguendo per via Roma si arriva alla Parrocchiale dedicata
a San Martino e San Gioacchino, edificio di grande
magnificenza inaugurato nel 1903 secondo gli
stilemi di un ricco manierismo toscano.
Da ricordare anche i monumenti celebrativi: quello di Mac
Mahon, opera dello scultore Luigi Secchi
(1895), e lOssario (1872),
presso la stazione.
Va menzionato infine il settecentesco Teatro Lirico (v. Cavallari 2), un tempo conosciuto come "lAnticamera della Scala".
CORBETTA
Le tracce del borgo medievale sono
ancora presenti nella zona detta "il Castello",
dove si ergeva lantico maniero visconteo. Il complesso fu
parzialmente demolito nel 1650, e i suoi resti
incorporati in alcune ville. Fu infatti proprio in
quelloccasione che iniziarono a sorgere le prime ville
barocche, edificate da nobili proprietari terrieri che
elessero Corbetta fra i centri di villeggiatura prediletti.
La maggior parte di esse è di proprietà privata. Vengono aperte al pubblico la prima domenica di maggio, con visite guidate a cura della Pro Loco.
La più antica è Villa Erisiani Mereghetti, che sorge proprio sui resti dellantico castello. La parte centrale della villa risale alla seconda metà del XVII secolo ed è opera di Francesco Maria Richini.
Proprio di fianco sorge Villa Borri Manzoli, edificata fra il XVIII e il XIX secolo, anche utilizzando materiale di recupero del castello. Nei pressi, fiancheggiando la Chiesa di San Vittore, si giunge a Palazzo de Vecchi, costruzione settecentesca di importanza minore, originariamente quadrangolare con corte centrale. Parzialmente demolita nel 1968, è nota come Curta Rusa (Corte Rossa), per il caratteristico colore dei paramenti murari.
Da piazza del Popolo si imbocca vicolo Pusterla e poi via del Crocifisso e prima di arrivare in via San Sebastiano, si devia per via Mussi dove si fiancheggia Villa Pisani Dossi, riconoscibile per gli importanti finestroni ogivali con cornicioni in cotto.
Al suo interno ha sede il Museo Pisani Dossi, istituito a partire dai primi del Novecento, con preziosi oggetti, cimeli e reperti etruschi ed ellenici, idoli precolombiani raccolti da Carlo Alberto Pisani Dossi.
Attualmente il museo è visitabile solo previo accordo. Per informazioni: Gruppo Archeologico Milanese (tel. 02.796372).
Proprio accanto sorge Villa Archinto Pisani Dossi, piccola costruzione settecentesca.
Prendendo via del Crocifisso si giunge in
via San Sebastiano dove sorge Villa Brentano Carones,
ledificio di maggior rilievo di Corbetta. Fu edificato tra
il 1732 e il 1738 per il conte Giuseppe
Brentano da Francesco Croce, celebre
architetto barocco milanese.
Linterno è decorato da affreschi eseguiti da numerosi
artisti settecenteschi. È visitabile su appuntamento (solo
gruppi, 02.97271647).
Verso nord si trovano Villa Archinto Bruni, "Cà Erba" e Villa Massari Pisani Dossi. Questultima, costruita alla metà del 700, presenta volumi particolarmente mossi riconducibili ad una consueta tipologia a U. Attualmente è oggetto di restauri.
Su via Cattaneo si affaccia Villa Frisiani Olivares Ferrario. Edificata nel 1700, ospita gli uffici del Comune e presenta nel corpo centrale un doppio ordine di porticati che si aprono sulla corte quadrangolare. Sulla destra si ha accesso a un magnifico parco (aperto al pubblico, chiuso il lunedì) che segue la tipologia dei giardini romantici inglesi, con statue, diverse specie botaniche ed un laghetto artificiale.
A fianco sorge Villa Olivares Zari Mereghetti. Domina piazza del Popolo la Chiesa di San Vittore, che in epoca medievale era fra le più importanti e antiche pievi romaniche dellarea milanese. In occasione dei restauri effettuati nel 1971 è venuta alla luce, interrata sotto lattuale altare maggiore, loriginaria Chiesa paleocristiana, databile intorno al V-VI secolo.
Lungo via Garibaldi e via Mazzini si giunge al Santuario della Beata Vergine Maria dei Miracoli in San Nicolao (in cui si susseguirono miracoli e guarigioni prodigiose) che fu abbellito, secolo dopo secolo, dagli interventi di importanti architetti quali il Seregni, Fabio Mangone (1621), Francesco Croce (1731) e di pittori quali Giulio Cesare Procaccini, il Montalto, Carlo Francesco Nuvolone e il Discepoli.
Il complesso nasce sulla preesistente Chiesa di S. Nicolao sulla facciata della quale compariva un affresco di Gregorio Zavattari. il 17 aprile 1555 si verificò un evento miracoloso: il Gesù Bambino dipinto si materializzò e si avvicinò ai tre fanciulli che giocavano nella piazzetta antistante alla chiesa, guarendo uno di loro che era sordomuto. A seguito di ciò lantica Chiesa venne ingrandita, si decorarono le cappelle laterali, e si rese accessibile laffresco miracoloso, in posizione elevata, attraverso scalinate di esplicita valenza ascetico penitenziale.
Tra gli edifici sacri vanno infine menzionati lOratorio di Nostra Signora Addolorata di S. Ambrogio (via S. Ambrogio), sorto nel 1677, e la Chiesa di S. Sebastiano.
VITTUONE
Per via Magenta si giunge a Vittuone
dove è possibile ammirare Villa Sormani Annoni Resta
(p.za Resta), seicentesca residenza di campagna in stile barocco
con il portico a colonne binate e il maestoso scalone che conduce
ai piani superiori.
Il complesso è visitabile su appuntamento ed è disponibile per
ricevimenti (tel.02.90111131).
Si giunge quindi dinanzi a Villa Venini (p.za Venini), edificio tardo seicentesco a corte percorso longitudinalmente da unasse che si origina nella piazzetta antistante la villa, per proseguire attraverso un maestoso portale daccesso verso il parco.
SEDRIANO
Lungo la strada che conduce verso
il centro di Sedriano, si fiancheggia, in località Roveda,
la Chiesa della Madonna Addolorata. Edificata nel 1775,
era annessa a quello che un tempo era un palazzo gentilizio sorto
in epoca barocca ed annunciato da un maestoso portale. Il Palazzo
Oldani Antongini, questo il nome del complesso, è ormai
devastato da manomissioni impietose.
Lungo la via de Amicis, che porta al centro di Sedriano, è possibile ammirare Villa Colombo, elegante edificio del primo Settecento.
Sedriano conserva in alcuni particolari, come portoni dingresso o tracce di affreschi sulle facciate delle costruzioni, i segni di un gusto artistico diffuso, spiegabile con la relativa importanza goduta nei secoli grazie alla sua posizione favorevole.
Lopera di maggior pregio è lOratorio di S. Bernardino (purtroppo aperto solo in occasione di particolari funzioni religiose), edificato nelle sue forme attuali intorno al 1560-66 su un preesistente edificio della fine del 400. Gli affreschi che ne decorano linterno, databili fra il 1560 e al 1630, sono di indiscutibile pregio.
Nei pressi sorge Palazzo Borromeo, dimora patrizia edificata verso la fine del 500, il cui accesso si preannuncia con un imponente portale dingresso. Del grandioso parco decorato da statue e dotato di un laghetto artificiale non rimane purtroppo più nulla.
S.PIETRO
ALL'OLMO e CORNAREDO
In prossimità del piccolo centro
di San Pietro allOlmo di Comaredo,
che troviamo proseguendo lungo la SS 11, è possibile fare una
piccola deviazione, dove via Monzoro conduce al piccolo e
antichissimo Santuario di S. Rocco (al civico n. 29), in
cui si conservano affreschi quattrocenteschi
(privato).
Riprendendo dunque via Novara e giunti nella frazione di San Pietro allOlmo si incontra Villa Dubini e, poco più avanti, lunga la strada, Villa Balossi, due ville settecentesche, private, ancora integre e dotate di un vasto parco.
Di particolare rilevanza architettonica e
storica è la Chiesa
di San Pietro allOlmo o Chiesa
Vecchia, la cui fondazione è databile fra il X e il XII
secolo. In questa località sorse il Monastero
di San Pietro allOlmo, la cui edificazione è da collocarsi
presumibilmente nel 1170.
La facciata della chiesa è stata rifatta fra la fine
dellOttocento e linizio del Novecento.
Procedendo lungo la SS. 11 si giunge in
prossimità di Cornaredo. Qui, svoltando a destra in via
Garibaldi, si raggiunge il centro storico.
Del notissimo Palazzo Serbelloni dellarchitetto
neoclassico Leopoldo Pollak, allievo del Piermarini,
rimangono solo gli annessi rurali di Via Ponti n. 15.
Ledificio, situato di fronte allottocentesco Palazzo
Dugnani, sede del Municipio (p.za delle Libertà), era uno
dei gioielli dellarchitettura lombarda del primo Ottocento,
ma fu distrutto pochi decenni fa da un violento incendio.
La strada per raggiungere Milano passa attraverso alcuni
piccoli ma interessanti Comuni della cintura milanese.
SETTIMO
MILANESE
Si giunge in prossimità di Settimo
Milanese. Lungo la strada, in via Gramsci, si incontra, in
località Cascine Olona, lOratorio di S.
Giovanni Battista o "dei
Mantegazza", un piccolo edificio ad aula consacrato nel 1468
grazie a Paolo Mantegazza, le cui forme
riecheggiano quelle della chiesa di San Cristoforo a Milano, sul Naviglio Grande.
Esternamente si presenta in mattoni a vista, mentre
linterno di questo piccolo gioiello si rivela,
inaspettatamente affrescato.
Di notevole rilevanza è anche Palazzo DAdda (p.za degli Eroi, 5), imponente edificio tardo cinquecentesco che ospita nel corpo centrale gli uffici del Comune, mentre unala è ad uso privato e non visitabile. Appartenuto fino al XVIII secolo alla famiglia DAdda, diviene poi di proprietà dei Borromeo DAdda.
Un ampio porticato si apre sul cortile donore e dà accesso alle sale retrostanti che presentano volte lunettate completamente affrescate a grottesca, con figure allegoriche e stemmi delle famiglie DAdda e Borromeo.
La raffinatezza delle pitture è tale da ritenerle opera di una delle migliori scuole operanti nel periodo fra quelle del Luini, del Figino e del Quini.
Il piano superiore, i cui soffitti si presentano cassettonati, è decorato da pregevoli affreschi seicenteschi.
NEI DINTORNI
Per raggiungere Cusago si
prende la SP. 114 in direzione Milano. Lalta torre che
segna lingresso del Castello Visconteo (p.za Soncino, 1) domina tutto il circondano.
Immerso in una magnifica riserva, era il luogo prediletto per le
battute di caccia del Moro.
Grandioso nella sua sobrietà, ledificio è a pianta rettangolare e si struttura attorno ad una corte quadrangolare di notevole ampiezza, il cui porticato può essere attribuito a Bramante. Ceduto dagli Sforza a Massimiliano Stampa, marchese di Soncino, il castello è stato venduto dai suoi eredi, i Casati Stampa, a unimmobiliare. Denudato e svilito da decenni di abbandono, conserva ancora al suo interno due splendidi camini rinascimentali.
Sulla piazza si affaccia la Chiesa quattrocentesca dei SS. Fermo e Rustico, al cui interno si conserva un gruppo scultoreo in legno del 400 raffigurante la Crocifissione.
Al bivio per la frazione Monzoro cè la bella Chiesa di Santa Maria Rossa, edificata nel 300 forse da Bernabò Visconti e oggi sconsacrata.
Da Settimo si raggiunge facilmente Milano, superando lanello delle Tangenziali.