Relazione di Giovanni "Gion" Monti (con note varie (in verde) di Alfredo)
Gita che si è fatta un po’ attendere,
programmata per la settimana precedente e rimandata a causa delle previsioni
meteo, poi avveratesi. Adesso il tempo ci dà fiducia, anche se durante
la settimana c'è stata qualche precipitazione e qualche spruzzata
di neve sulle cime.
Partiamo da Ponte a Elsa (Empoli) alle 7.15,
superstrada fino a Pisa e A/12 fino a Versilia. Poi iniziamo a salire verso
il monte.
A Querceta facciamo sosta in una pasticceria
che proviamo per la prima volta. Vale la pena, per vari motivi (sottile
allusione alle grazie della vivandiera?). Saliamo su per Levigliani,
poi per Passo Croce e poi in direzione Fociomboli, ma parcheggiamo prima
di arrivarci perché la strada non è da farsi con una normale
autovettura.
Ci incamminiamo per raggiungere Fociomboli
(quota 1160) e da lì iniziamo il percorso programmato.
Alle 9.15 imbocchiamo il segnavia 129 che
da Fociomboli porta al Rifugio Del Freo attraversando la cresta Nord del
Corchia. Gli alberi sono già spogli, sul terreno un tappeto di foglie
secche. Fa freddo, vento dal mare, il Corchia ci ripara. Prestiamo attenzione
alle insidie nascoste dalle foglie, qualche sasso, uno scalino, un ramo.
Attraversiamo la cresta nord del Corchia, intorno ai 14oo mt di quota,
per poi piombare sul Rifugio Del Freo alle ore 10.20.
Cinque minuti di sosta per riprendere fiato
ed assaporare l'ambiente. Ammiriamo il Pizzo delle Saette e la cima della
Pania della Croce avvolta da una nuvola. C'è gente al rifugio, qualcuno
si sta preparando per il pranzo (beati loro!!).
Partiamo per la Pania.
Seguiamo il segnavia 126 che parte da Foce
di Mosceta. Il dislivello da superare è consistente, ma il sentiero
sale regolare.
Fa caldo adesso, la salita è lunga,
ma senza alcuna difficoltà. La cima della Pania è ancora
avvolta dalla nuvola.
Superiamo la piazzola dell'eli-soccorso,
continuiamo la salita. Poco prima del Callare della Pania (quota 1760 circa)
troviamo i primi sprazzi di neve lungo il sentiero. Intanto una escursionista
affezionata alle Apuane si è unita a noi per percorrere l'ultimo
tratto fino al Callare, e valutare la situazione.
Arriviamo al Callare contemporaneamente
al calare (scusate il bisticcio di parole, ma gli
e' venuto spontaneo) di una nuvola. Il vento al valico è
freddo. Ormai mancano circa 100 metri di dislivello, la pendenza sarebbe
uno scherzo se non vi fosse neve dura.
Infatti la neve caduta nella settimana è
stata schiacciata dagli escursionisti passati nei giorni precedenti.
Adesso è ghiacciata, non abbiamo
i ramponi, non era in programma (a dir la verità
avevo pensato di portarli, ne avevo per tre persone, contando pero' che
avremmo dovuto essere in 5 mi sembrava inutile; pero' poi alla fine eravamo
in tre davvero…), quindi per prudenza decidiamo di non proseguire,
non certo senza un po’ di delusione. Anche la nostra nuova amica, esperta
escursionista, è d'accordo.
Due foto di rito e via, si torna verso il
Rifugio Del Freo per il pranzo.
Al piazzale dell'eli-soccorso lasciamo il
segnavia 126 e prendiamo, a sinistra della piccola cima, un sentiero non
segnato, ma ben tracciato sul terreno. Più a valle, recuperato il
sentiero 126, arriviamo in breve al Del Freo. Sono le 13 e10. Consumiamo
il pranzo a sacco.
Ammiriamo la Pania agognata. Per un attimo
si scopre dalla nuvola, c'è qualcuno su in vetta. Avranno avuto
i ramponi o solo un criterio di valutazione diverso dal nostro. Anche sul
Pizzo delle Saette ci sono due escursionisti che stanno iniziando la discesa
(ci
andiamo la prossima volta?).
Alle 14 e 25 partiamo per il ritorno. Visto
che abbiamo risparmiato tempo ed energia in vetta, decidiamo di tornare
lungo il segnavia 128, un po' piu' lungo del 129 ma anche piu' panoramico.
L'ultima volta che lo abbiamo percorso ce lo siamo gustato ben poco, perché
è stato quasi tutto sotto la pioggia.
Il segnavia 128 scende verso Puntato; freschi
del ricordo dell'ultima escursione, riconosciamo facilmente il sentiero
da seguire, benché a tratti non sia ben segnato. E sempre con maggiore
certezza si può capire che nella cartina che qualcosa che non va.
Comunque incrociamo il sentiero 11 Apuane Trekking che ci riporta a Fociomboli.
Alle 16 e 10 siamo di ritorno a Fociomboli,
a 5 minuti dalla macchina, quando ormai il cielo si sta iniziando a coprire.
Verso il mare qualcuno ci regala un tramonto rosso.
Nel complesso una buona giornata e una discreta
escursione (ben 1190 mt di dislivello, mica male!!),
pur con la delusione di non essere potuti arrivare alla vetta della Pania,
ma con la soddisfazione di essere riusciti a dominare il nostro istinto.
Tanto la Pania è lì e ci possiamo tornare quando vogliamo.
A proposito, guai a chi me la tocca.
E un saluto ai Merendoni che non sono venuti.