08-06-2003
Aspettando la prossima gita vi racconto di quella volta che siamo andati sul Monte Altissimo.
Un’escursione breve, prima
della pausa estiva, prima che sia troppo caldo, ma è già
troppo caldo!!
In città (o paesone,
che dir si voglia) le temperature oltrepassano già i 36 gradi, ma
non ci scoraggiamo, sudare per sudare, tanto vale andare.
Per l’occasione si ha una
sorta di gemellaggio: la nostra gita si fonde con un’escursione della Legambiente.
In totale un gruppo
di 13 persone, numero che nonostante tutto non ha portato sfortuna, a parte
per il 14° che è arrivato al luogo del ritrovo troppo tardi,
quando eravamo già partiti.
Il gruppo è decisamente
multietnico: l’Italia è rappresentata quasi per intero, ma ci sono
anche altri europei.
Alla spicciolata il gruppo
si forma sul piazzale della stazione di Empoli e quando tutti i partecipanti
sono in comodo si parte: ormai sono le 9,00.
L’escursione parte dall’Albergo
Le Gobbie, nei pressi di Arni, che raggiungiamo traversando
da Castelnuovo Garfagnana in direzione Forte dei Marmi. Poco prima di imboccare
la galleria del Cipollaio giriamo a destra in direzione di Arni,
traversato il paese, in direzione Massa, imbocchiamo la galleria e appena
fuori troviamo l’Albergo Le Gobbie (quota 1087 slm).
Data la facilità e
la scarsa lunghezza del percorso è superfluo soffermarsi sui tempi
parziali.
Lasciate le auto ci incamminiamo
lungo il segnavia 33. Il sentiero sale per il Canale della Grotta
Giancona, attraversando un bel bosco per il momento ancora fresco.
Il tratto è comunque breve e presto arriviamo ad una strada di cava.
Di fronte a noi, su un grosso
masso, troviamo l’indicazione per la Foce del Frate, nostra prima
meta. Ci stupiamo un po’, perché la cartina in nostro possesso non
direbbe esattamente così. Infatti il segnavia 33, da noi finora
percorso, arrivato alla strada di cava, dovrebbe puntare diritto al Passo
degli Uncini e dovremmo invece percorrere un breve tratto, in direzione
Nord, per trovare l’attacco del segnavia 42 per la Foce del Frate.
Quindi, benché indicata la direzione per la Foce del Frate, decidiamo di scoprire l’arcano e, mentre il gruppo tira un po’ il fiato, alcuni pionieri percorrono un sufficiente tratto della strada di cava. Inutilmente. Non trovando nessun'altra deviazione, decidiamo, cosa peraltro già scontata, di seguire la direzione indicata su quel masso per la Foce del Frate (quota 1327 slm), dove arriviamo in breve tempo. Una stele di pietra si eleva e guarda verso il mare. E’ il fratino, o perlomeno qualcuno ce lo ha visto, forse da lontano, magari in controluce.
Da qui si apre un primo scorcio
panoramico verso il mare, sui canaloni che scendono verso di esso.
Prendiamo a seguire la cresta
Ovest dell’Altissimo, tenendosi un poco più bassi, seguendo il segnavia
41. In poco tempo arriviamo al Passo degli Uncini (quota 1380 slm)
e notiamo l’arrivo dell’altro sentiero che sale dalla marmifera (segnavia
33).
Ancora una breve sosta per
ammirare il panorama, la costa ed il mare, poi prendiamo a salire la vetta;
ancora un tratto nel bosco poi usciamo allo scoperto, con il sole che si
fa già caldo.
In breve arriviamo all’attacco
finale della cresta Nord. Il "Nerli-Sabbadini" propone l’alternativa di
percorrere il breve tratto della cresta Ovest che, benché un po’
esposta, descrive come facile e divertente.
Noi seguiamo il sentiero segnato
(segnavia 143) che prosegue traversando il versante Nord con pendenza
lieve.
Il tratto finale invece si
fa ripido e sale lungo la cresta Nord puntando deciso verso la vetta per
i pratoni sommitali. Arriviamo alla vetta (quota 1589 slm) che e' quasi
l'ora di pranzo.
Foto di gruppo rituale, poi
visto il sole caldo e l’impossibilità di stendersi sulla vetta,
a causa degli onnipresenti cacarelli di animale selvatico, iniziamo la
discesa lungo la cresta Sud, fino a trovare riparo in un rinfrescante boschetto.
Adesso e' davvero l’ora di
pranzo, il gruppo si rilassa (e si stravacca). Probabilmente dopo mangiato
qualcuno avrebbe gradito un caffè, ma non è zona. Ma tant’è
che Dusica ci illustra i vari modi di preparare il caffè: all’italiana,
alla turca, all’americana.
Un volta rifocillati, iniziamo
la discesa lungo la cresta Sud-Est, fino ad arrivare al Passo del Vaso
Tondo (quota 1471 slm). Ogni tanto ci si affaccia sullo splendido anfiteatro
del versante sud, bacino del torrente Serra, e godiamo sia del panorama
(agognando un bagno in mare) sia di qualche boccata di aria fresca che
dal mare risale su per i canaloni.
Ripresi a scendere attraversiamo
una cava e imbocchiamo la strada marmifera in direzione Nord, verso la
Grotta Giancona.
Sotto il sole alto la strada,
fatta di frammenti di marmo, è abbagliante. Ad un tratto, sulla
sinistra, troviamo l’attacco del segnavia 33 che si inoltra nel bosco e
sale verso il Passo degli Uncini. A questo punto scopriamo l’arcano, cioè
un errore della cartina. Infatti, secondo la carta, il segnavia 33 che
sale dall’Albergo Le Gobbie dovrebbe portare a questo punto. In realtà
ci ha condotto all’attacco del segnavia 42. Ritenendo di non aver commesso
errori, dovrebbe essere la carta ad essere imperfetta.
Preso atto di ciò (per
la gioia di tutti?!), dopo un centinaio di metri o poco più, ritorniamo
all’indicazione per la Foce del Frate e da lì iniziamo la discesa
per l’Albergo Le Gobbie, percorrendo la strada fatta all’andata.
Arriviamo al punto di partenza
che è ancora pomeriggio presto; qualcuno parte subito per tornare
a casa, altri indugiano al bar, un gelato o una birra per rimettersi dalle
fatiche è l’ideale.
Anche questa è fatta
e tanti saluti agli amici della Legambiente che hanno partecipato.