6 APRILE 2003
Partiamo da Empoli alle 7 e 45, leggermente
in ritardo.
La giornata è bella, anche se in
lontananza, proprio in direzione delle Apuane, il cielo è scuro.
La gita di oggi è un po’ un’incognita:
nei giorni scorsi c’è stato un ritorno di inverno e le Apuane sembravano
fino a ieri coperte di neve. Per scrupolo portiamo con noi piccozze e ramponi,
non si sa mai e metterli in macchina non è una gran fatica.
Alle 8 e 35 siamo a Ponte a Moriano. Dopo
un breve consulto, anche Luca e Federica si lasciano tentare dalla solita
pasticceria, per il solito ritocchino alla colazione casalinga.
Arriviamo al parcheggio dell’Albergo Alto
Matanna alle 9 e 30, fatta la strada di Trebbio, Pescaglia
e Foce di Bucine. Constatiamo che la neve dei giorni scorsi è
ormai solo un ricordo e ramponi e piccozza sono del tutto superflui.
Ci adagiamo negli scarponi e zaino in spalla,
in 10 minuti siamo in comodo.
Alle 9 e 40 partiamo dall’Albergo Alto Matanna
(q. 1030), seguiamo il segnavia n. 109, che
senza particolari strappi, mantenendosi pressoché in quota, costeggia
il Monte Nona.
Nei prati possiamo ammirare le prime fioriture,
ampie chiazze di crochi che tappezzano i prati, e disturbiamo alcuni cavalli
al pascolo.
Alle 10 e 20 siamo alla Foce delle Porchette
(q. 982) e già possiamo godere della visione del Monte Corchia e
del Gruppo delle Panie: Pania della Croce, Omo Morto, Pania Secca, con
la Costa Pulita ancora innevata e la cresta della Pania Secca rimarcata
dal bianco della neve che trabocca dal versante nord.
Ora il sentiero scende un po’ tra le rocce
e l’erba, poi si stabilizza in quota alla base della parete Ovest del Monte
Croce.
Ci immettiamo sul sentiero che viene da Stazzema
(segnavia n. 6) ed in breve arriviamo ad una marginetta, crocevia
di vari sentieri.
Le indicazioni avrebbero decisamente bisogno
di una ripassatina di colore, comunque, memore di un errore compiuto in
un’altra occasione, prendiamo per il sentiero che parte di fronte alla
marginetta e che, con breve strappo, ci porta alla Foce di Petrosciana
(q. 961) che è poco sopra. Sono le 10 e 55.
Dalla Foce di Petrosciana prendiamo il sentiero
di cresta che porta alla ferrata del Monte Forato.
Il sentiero sale ripido, superiamo due brevi
tratti attrezzati con la corda d’acciaio, poi lasciamo il sentiero di cresta
per quello che ci sembra il sentiero di quota, non numerato, ma indicato
sulla carta.
Ci ritroviamo ad attraversare un bosco ripulito
di recente, nel quale sono tracciati vari sentieri. Dopo poco capiamo di
aver deviato troppo presto e che non è quello il sentiero che volevamo
fare.
Risaliamo di quota per una crestina fino
a ritrovare il sentiero segnato.
In breve arriviamo all’arco del Forato.
Ci godiamo il luogo (per il momento non c’è nessuno) ed il panorama
da sotto l’arco, poi saliamo alla Cima Nord (q. 1209) per il pranzo. E’
mezzogiorno in punto.
Alla croce qualcuno ha legato una bandiera
della pace che adesso sventola al vento del mare. Penso che non ci sia
una cima senza.
E’ decisamente una bella giornata. L’aria
è discretamente limpida, possiamo ammirare la Versilia, il mare
e i paesi sottostanti.
Il primo caldo sole dell’anno ce lo godiamo
dando fondo alle vettovaglie. Intanto la zona si sta popolando.
I nostri volti sono irradiati di gioia al
prospetto di tali bellezze naturali, ma soprattutto dall’assaggio della
crostata (produzione casalinga) di Alfredo (su ricetta segretissima), il
quale, non potendo partecipare alla gita, ce ne ha comunque elargito una
sufficiente dose.
Alle 13 iniziamo il ritorno.
Prendiamo per il sentiero segnato con il n. 12, passando sotto l’arco e scendendo ripidamente nel bosco. Allontanandosi ci appaiono ancora belle prospettive dell’arco, poi voltiamo dietro una cresta e l’arco sparisce. Intanto il segnavia n. 12 si è riunito al n. 124 (Apuane Trekking) e proseguono appaiati senza repentini salti di quota. Adesso, verso Sud, ci appare il profilo del Monte Nona e del Gruppo del Procinto, velato nella foschia del controsole.
Quando il segnavia n. 12 riprende a scendere
verso Cardoso, noi teniamo il n. 124 e poi il n. 124bis,
arrivando nuovamente alla marginetta poco sotto la Foce di Petrosciana.
Oltrepassiamo il bivio dal quale siamo arrivati
venendo dalla Foce delle Porchette. Per il ritorno manterremo il versante
versiliese.
Nei pressi del Procinto l’idea sarebbe quella
di passare per la Foce, ma non trovando indicazioni di sorta ci troviamo
ad aggirare il Gruppo scendendo fino alla piazzola dell’elicottero e alla
Casa del Pittore.
Passiamo nei pressi del Rifugio Forte dei
Marmi, ma senza fermarsi.
Seguendo il segnavia n. 5 iniziamo
l’ultima salita della giornata che ci porta al Callare del Matanna.
Adesso comincio ad essere stanco. Ma per
fortuna è molto presto e posso prendermela decisamente con calma.
C’è ancora la possibilità di scattare qualche foto, serve
anche per riprendere fiato.
Quando arriviamo al Callare notiamo la vocazione
di meta domenicale propria dell’Albergo Alto Matanna: il parcheggio è
praticamente pieno e dall’alto scorgiamo un gran brulichio di persone.
Decisamente molto meno faticoso, ma sicuramente
una buona domenica anche per loro.
Alle 16 e 30 siamo al parcheggio. La nostra
gita è finita. Siamo stati bene.
Alla prossima.