Monte Grondilice (da Vinca) - 27/10/2002

Più adesioni del solito, per questa gita sul Grondilice: ben 5 partecipanti!! La partenza è ad un’ora "antelucana" per i nostri standard, vale a dire le 6 (però, approfittando del cambio dell’ora, è come se partissimo alle 7.

Da Ponte a Elsa si va via quasi in orario, ossia alle 6 e 10; i dieci minuti di ritardo sono pressoché fisiologici, ma bastano per far un po’ contrariare l’unico del gruppo che si era presentato in orario; d’altra parte anche il fiorentino Gianni arriva in ritardo all’appuntamento di Altopascio, quindi anche se da Ponte a Elsa si fosse partiti in orario non sarebbe servito a niente.

Autostrada fino ad Aulla, poi SS63 e successivamente SS445; in località Gragnola si devia verso Monzone, e da lì verso Vinca. Nota: qualcuno conosce una pasticceria di buon livello da quelle parti? Dove ci siamo fermati noi per la colazione faceva… diciamo che non meritava la sufficienza.

Da Monzone la strada si fa stretta e tortuosa, da una parte il torrente Lucido, dall’altra la parete rocciosa; Stefano azzarda un paragone con la strada che da Gallicano porta a Fornovolasco, e ci azzecca abbastanza.

Arrivati a Vinca non entriamo in paese, ma ci teniamo sulla destra percorrendo una strada che si fa via via più sconnessa. Giunti a una piazzola, dopo la quale la strada diventa sterrata, ci fermiamo. Sono circa le 8 e 30. Ci sono diverse macchine parcheggiate, poi scopriremo che nella zona c’è un’uscita del corso di alpinismo del CAI di Livorno. La notizia ci viene fornita da un ragazzo che arriva praticamente insieme a noi, e con il quale, alle 8 e 50, iniziamo a salire per il sentiero 173, che ci porterà da quota 990 ai 1260 metri di Capanna Garnerone.

L’attacco è di quelli "tosti", si sale senza soluzione di continuità e anche con una discreta pendenza; in particolar modo è Gianni ad accusare più degli altri, e quando alle 9 e 50 arriviamo alla Capanna Garnerone credo che gli sarà sembrata né più né meno un miraggio, un’oasi nel deserto. Comunque una breve sosta è gradita a tutto il gruppo.

Intanto le condizioni meteorologiche non sono delle migliori, come invece tutte le previsioni lasciavano sperare; c’è un vento da Ovest bello sostenuto, ma soprattutto siamo praticamente dentro alle nubi,; la visibilità è pessima.

Da Capanna Garnerone ripartiamo verso le 10, e in breve arriviamo a Foce Rasori (quota 1320); tra una nube e l’altra riusciamo a intravedere, proprio di fronte a noi, il caratteristico Torrione Figari e l’adiacente Punta Questa, che a detta del nostro amico nonché esperto apuanista Renzo merita, da sola, una gita; chissà che non sia per la prossima volta.

Da Foce Rasori iniziamo a risalire il costone tenendoci sul filo della cresta, alla nostra sinistra abbiamo il bosco, alla destra il Canal Fondone; siamo allo scoperto, e il vento ci gela le orecchie.

Incontriamo la prima difficoltà della giornata: un canalino di una ventina di metri o poco più, che però risaliamo tutti abbastanza agevolmente. Continuiamo l’ascesa verso la Finestra del Grondilice abbastanza lentamente ma senza troppe soste, e alle 11 e 35 finalmente la raggiungiamo (quota 1750); le nuvole talvolta si aprono, e ci consentono di scorgere qualche scorcio del Pisanino e del Pizzo d’Uccello.

Dopo una breve sosta, tanto per riprendere fiato, sondo il terreno per sentire se c’è qualcuno disposto a provare la salita fino alla vetta. Stefano, Gianni e Maddalena non ci pensano due volte dopo aver visto quale sarebbe la via di salita, e il loro "No!!!" è praticamente all’unisono. Giovanni invece si lascia tentare dalla proposta, seppure con un po’ di titubanza.

Ci accodiamo ad altri due escursionisti che hanno la nostra stessa intenzione (e soprattutto sembrano conoscere meglio la via di salita); difficoltà particolari non ce ne sono, in qualche punto bisogna semplicemente aiutarsi un po’ con la mani. Tuttavia, man mano che si sale, si incontra un po’ di esposizione, e quindi e’ necessario il cosiddetto "piè fermo".

Circa a metà dell’ascesa (che è comunque piuttosto breve) c'è un passaggio un pochino meno appoggiato, che con un po' di benevolenza si potrebbe classificare come II° grado. Qui Giovanni incontra qualche difficoltà, principalmente perché, non riuscendo a traversare a sinistra quel tanto che basta, prova a forzare il passaggio andando su diritto, e a quel modo lo trasforma in un II° abbondante.

Dopo un po' di tentativi, forse un po' stanco, sia pure a malincuore decide di lasciar perdere. Io proseguo verso la vetta, che e' ormai a portata di mano. Sulla cima (quota 1809) il vento è veramente forte, mi trattengo quel che tanto che basta per vedere… niente, purtroppo, perché sono praticamente dentro a una nuvola.

Ridiscendo velocemente, recupero Giovanni poco prima della Finestra. Da lì riprendiamo il sentiero 186 che scende abbastanza ripidamente verso il Rifugio di Cava 27; entriamo quasi subito nel bosco, e non è facile mantenere l'equilibrio tra lo strato di fogliame alto una decina di centimetri e le pietre umide e traditrici che si nascondono sotto il fogliame stesso. Comunque raggiungiamo il resto del gruppo, che si è accampato poco sopra il Rifugio (chiuso), verso le 12 e 40. Ci concediamo ai piaceri della tavola (anche se la tavola non c'è) divorando con gusto panini il cui ripieno spazia dal comune affettato, alla energetica frittata (ancorché di non facile digestione), al pomodoro strusciato e condito con olio e sale (un po' "triste", come panino); mancava solo la braciolina fritta, chissà, forse la prossima volta…. Finiamo in bellezza (anzi, in dolcezza) con cioccolate varie e crostata "home made".

Ripartiamo alle 13 e 10, "leggermente" appesantiti. Il sentiero ora si dipana nel bosco, le nuvole si stanno diradando e sempre più spesso riusciamo a scorgere le pendici del Pizzo e del Pisanino. Facciamo anche un piacevole incontro, troviamo il grande Piero Caramelli, il maestro di noi tutti, con Fiorella, sua moglie, in compagnia di Laura Fini e di una quarta componente della quale non conosco il nome; volevano percorrere la Cresta Garnerone ma hanno rinunciato per il troppo vento.

Ripartiamo contenti dopo questo incontro piacevole quanto inaspettato, e di lì a poco arriviamo a Foce Giovo (quota 1500);. Adesso è il sole a farla da padrone, e il versante Sud del Pizzo d'Uccello troneggia sopra di noi. Anche il Pisanino ci appare splendido in tutta la sua maestà. Sono le 14 e 15, il tempo di scattare qualche foto e via, in picchiata verso la valle di Vinca; traversiamo verso Ovest passando sotto le cresta Garnerone, arrivati all'altezza delle Guglie della Vacchereccia abbiamo modo di vedere i ragazzi del CAI di Livorno impegnati nelle ultime manovre di corda; rientriamo nel bosco, e alle 15 e 30 ci compare di nuovo davanti la Capanna Garnerone.

Si tratta a questo punto di scendere gli ultimi 250 metri, dapprima nel bosco, poi allo scoperto e poi di nuovo nel bosco. La fatica comincia a farsi sentire nelle gambe, e complice il terreno un po' malsicuro un po' tutti a turno ci facciamo qualche bello scivolone. Alle 16 in punto siamo di nuovo alla piazzola dove è parcheggiata la macchina.

La fatica è stata notevole, tuttavia ampiamente ripagata dagli scorci visivi di rara bellezza che ci ha regalato l'assolato pomeriggio; resta il rimpianto di non aver potuto godere del panorama bellissimo che avremmo potuto ammirare nel tratto da Foce Rasori alla Finestra del Grondilice, se solo nel mattino vi fosse stata qualche nuvola in meno.

Un po' di numeri: tempo effettivo di cammino 6 ore (+ 30' per la vetta, e ritorno)

dislivello: 1320 mt.