L’idea sarebbe quella di raggiungere la vetta
della Pania della Croce (1859 mt.) partendo da Fociomboli (1260
mt.), attraversando la cresta nord del Corchia per arrivare al Rifugio
Del Freo (1180 mt.), dopodiché raggiungere Foce di Valli
(1266 mt.), risalire la Costa Pulita fino al Passo degli Uomini della Neve
(intorno ai 1600 mt.) e da qui, per la cresta est, alla vetta.
Prima di ridiscendere dal Callare della
Pania si vorrebbe, molto presuntuosamente, fare anche una capatina sul
Pizzo
delle Saette e poi giù fino a tornare al Rif. Del Freo e, a
ritroso per il sentiero percorso all’andata, fare ritorno a Fociomboli.
Partiamo da Empoli alle 6 e 45, lasciando
la città che già si sta scaldando.
Aspetta quello, rimanda per quell’altro,
alla fine siamo solo io e Alfredo. Mica pochi!
Sono i primi giorni di caldo esagerato (fino
a 36°) della stagione estiva. La gente lo sa!!! Entriamo in autostrada
ad Altopascio per raggiungere Fociomboli dalla Versilia e ci troviamo immediatamente
incolonnati tra gli aspiranti bagnanti. E sono appena le 7 e ½!!!
A Capannori usciamo, decidiamo di passare
dalla Garfagnana. Questo ci consentirà la fermata alla solita pasticceria
di Ponte a Moriano.
Accumuliamo subito in partenza un po’ di
ritardo, intorno alle 9 siamo a Fociomboli.
Anche qui una sorpresa: una infinità
di auto parcheggiate, pare ci sia il mondo. Poi scopriamo che a Campanice
c’è la festa per San Giovanni (che è il 24 giugno).
Armatura estiva (che per me si rivelerà
fatale) e via. Oggi è importante per me verificare il recupero fisico
della caviglia, a seguito di una forte distorsione avuta non troppi mesi
fa.
Attraversiamo il Corchia a mezza costa (segnavia
129), in un bel bosco per adesso ancora fresco, saliamo 2/300
mt (oggi non abbiamo l’altimetro) per valicare la cresta nord del Corchia
(intorno ai 1400 mt.). Il sentiero che scende attraverso i prati sovrastanti
il Rifugio Del Freo, poco battuto, non è che un sorsoglio sprofondato
nella macchia di lamponi (ancora non maturi, sic!!), rovi, ortiche e paleo.
Arrivati al rifugio ci rinfreschiamo e ci riposiamo tanticchia.
Dal rifugio vediamo il versante sud-ovest
della Pania della Croce, inciso dal sentiero 125 che sembra salire
gradevolmente attraversando la pietraia. Dovremo percorrerlo.
Forse la prospettiva ci gioca (almeno a
me) un brutto scherzo, perché percorrendolo non è poi così
gradevole. La pendenza è costante, ma più ripida di come
sembrava. Tanto più che a causa del periodo di inattività,
dell’attenzione (opportunamente eccessiva) nel cercare gli appoggi e del
fiatone, sto andando veramente piano.
Intanto la temperatura si sta alzando e
il sole è a picco, ma dal mare risale lungo il versante sud-ovest
una gradevole arietta, sicuramente più fresca e meno afosa di quella
che abbiamo lasciato in città. Ci conforta un po’. Alfredo intanto,
con pazienza, si adegua al mio ritmo.
Fino a Foce di Valli il segnavia
125 sale e scende, attraversando il Canale dei Carrubied altri canali con
tratti segnalati esposti, ma facilmente superabili con appena un briciolo
di attenzione.
In effetti sto soffrendo un po’. Sudo in
abbondanza, la caviglia non va molto bene. Le gambe sono irritate dalle
ortiche e dal paleo che hanno come fedeli alleati la polvere, il sudore
e le mosche, che non appaiono mai nelle cartoline della montagna, ma che
vi giuro esistono. Non so se sono le stesse di quando siamo partiti, ma
non mi hanno lasciato per un attimo.
Arriviamo a Foce di Valli alle 13,30
e vista l’ora decidiamo di consumare il pranzo in un boschetto nei dintorni.
Mentre mangiamo ammiriamo i pratoni della
Costa
Pulita e una insolita (in quanto ravvicinata) prospettiva del profilo
dell’Uomo Morto (oggi siamo in due).
Non so se Alfredo mi ha maledetto, ma a
conti fatti abbiamo (ho) un ritmo troppo lento per fare il percorso previsto.
Decidiamo di tornare per la strada fatta.
Quindi di nuovo il segnavia 125 fino alla Foce di Mosceta e al Rif. Del
Freo, poi il segnavia 129 con una variante più a valle, più
o meno voluta, che ci porta ad attraversare un bosco suggestivo di non
so quale essenze fino ad arrivare a Fociomboli, dove arriviamo alle 19
circa.
Le mosche non mi hanno abbandonato per tutto
il tragitto. Mi chiedo cosa avrebbero fatto in questa domenica se non fossi
venuto in montagna.
Non avendo l’altimetro non sappiamo precisamente
il dislivello fatto. Lo stimiamo in circa 1000 mt, che a me sono sembrati
almeno il doppio.
E da veri Merendoni, anche questa volta
non siamo arrivati sulla Pania della Croce.
Comunque, nonostante la lunghezza e il dislivello,
il percorso previsto vale: sentieri poco frequentati, ottimi panorami,
livello di discreto impegno reso comunque più agevole dall’alternanza
di salita e discesa.
Sarà sicuramente riproposto.
E questa volta ce la faremo!!