PANIA DELLA CROCE DA FOCIOMBOLI – FOCE DI VALLI - 23 GIUGNO 2002

L’idea sarebbe quella di raggiungere la vetta della Pania della Croce (1859 mt.) partendo da Fociomboli (1260 mt.), attraversando la cresta nord del Corchia per arrivare al Rifugio Del Freo (1180 mt.), dopodiché raggiungere Foce di Valli (1266 mt.), risalire la Costa Pulita fino al Passo degli Uomini della Neve (intorno ai 1600 mt.) e da qui, per la cresta est, alla vetta.
Prima di ridiscendere dal Callare della Pania si vorrebbe, molto presuntuosamente, fare anche una capatina sul Pizzo delle Saette e poi giù fino a tornare al Rif. Del Freo e, a ritroso per il sentiero percorso all’andata, fare ritorno a Fociomboli.
Partiamo da Empoli alle 6 e 45, lasciando la città che già si sta scaldando.
Aspetta quello, rimanda per quell’altro, alla fine siamo solo io e Alfredo. Mica pochi!
Sono i primi giorni di caldo esagerato (fino a 36°) della stagione estiva. La gente lo sa!!! Entriamo in autostrada ad Altopascio per raggiungere Fociomboli dalla Versilia e ci troviamo immediatamente incolonnati tra gli aspiranti bagnanti. E sono appena le 7 e ½!!!
A Capannori usciamo, decidiamo di passare dalla Garfagnana. Questo ci consentirà la fermata alla solita pasticceria di Ponte a Moriano.
Accumuliamo subito in partenza un po’ di ritardo, intorno alle 9 siamo a Fociomboli.
Anche qui una sorpresa: una infinità di auto parcheggiate, pare ci sia il mondo. Poi scopriamo che a Campanice c’è la festa per San Giovanni (che è il 24 giugno).
Armatura estiva (che per me si rivelerà fatale) e via. Oggi è importante per me verificare il recupero fisico della caviglia, a seguito di una forte distorsione avuta non troppi mesi fa.
Attraversiamo il Corchia a mezza costa (segnavia 129), in un bel bosco per adesso ancora fresco, saliamo 2/300 mt (oggi non abbiamo l’altimetro) per valicare la cresta nord del Corchia (intorno ai 1400 mt.). Il sentiero che scende attraverso i prati sovrastanti il Rifugio Del Freo, poco battuto, non è che un sorsoglio sprofondato nella macchia di lamponi (ancora non maturi, sic!!), rovi, ortiche e paleo. Arrivati al rifugio ci rinfreschiamo e ci riposiamo tanticchia.
Dal rifugio vediamo il versante sud-ovest della Pania della Croce, inciso dal sentiero 125 che sembra salire gradevolmente attraversando la pietraia. Dovremo percorrerlo.
Forse la prospettiva ci gioca (almeno a me) un brutto scherzo, perché percorrendolo non è poi così gradevole. La pendenza è costante, ma più ripida di come sembrava. Tanto più che a causa del periodo di inattività, dell’attenzione (opportunamente eccessiva) nel cercare gli appoggi e del fiatone, sto andando veramente piano.
Intanto la temperatura si sta alzando e il sole è a picco, ma dal mare risale lungo il versante sud-ovest una gradevole arietta, sicuramente più fresca e meno afosa di quella che abbiamo lasciato in città. Ci conforta un po’. Alfredo intanto, con pazienza, si adegua al mio ritmo.
Fino a Foce di Valli il segnavia 125 sale e scende, attraversando il Canale dei Carrubied altri canali con tratti segnalati esposti, ma facilmente superabili con appena un briciolo di attenzione.
In effetti sto soffrendo un po’. Sudo in abbondanza, la caviglia non va molto bene. Le gambe sono irritate dalle ortiche e dal paleo che hanno come fedeli alleati la polvere, il sudore e le mosche, che non appaiono mai nelle cartoline della montagna, ma che vi giuro esistono. Non so se sono le stesse di quando siamo partiti, ma non mi hanno lasciato per un attimo.
Arriviamo a Foce di Valli alle 13,30 e vista l’ora decidiamo di consumare il pranzo in un boschetto nei dintorni.
Mentre mangiamo ammiriamo i pratoni della Costa Pulita e una insolita (in quanto ravvicinata) prospettiva del profilo dell’Uomo Morto (oggi siamo in due).
Non so se Alfredo mi ha maledetto, ma a conti fatti abbiamo (ho) un ritmo troppo lento per fare il percorso previsto.
Decidiamo di tornare per la strada fatta. Quindi di nuovo il segnavia 125 fino alla Foce di Mosceta e al Rif. Del Freo, poi il segnavia 129 con una variante più a valle, più o meno voluta, che ci porta ad attraversare un bosco suggestivo di non so quale essenze fino ad arrivare a Fociomboli, dove arriviamo alle 19 circa.
Le mosche non mi hanno abbandonato per tutto il tragitto. Mi chiedo cosa avrebbero fatto in questa domenica se non fossi venuto in montagna.
Non avendo l’altimetro non sappiamo precisamente il dislivello fatto. Lo stimiamo in circa 1000 mt, che a me sono sembrati almeno il doppio.
E da veri Merendoni, anche questa volta non siamo arrivati sulla Pania della Croce.
Comunque, nonostante la lunghezza e il dislivello, il percorso previsto vale: sentieri poco frequentati, ottimi panorami, livello di discreto impegno reso comunque più agevole dall’alternanza di salita e discesa.
Sarà sicuramente riproposto.
E questa volta ce la faremo!!