pag. 11 Indice Islanda |
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lunedi', 7 agosto
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Presa una stradina laterale sulla sinistra, che dopo un po' diventa parecchio dissestata, attraversiamo una zona di prati sempre piu' radi, finche' scopriamo che la traccia finisce sulla morena terminale del ghiacciaio di Hoffels, che in realta' e' una lingua terminale del Vatnajokull. Nonostante splenda un bel sole, un venticello teso e gelido, che scende direttamente dalle distese di ghiaccio, ci consiglia di pranzare all'interno del nostro attrezzato mezzo. Fuori i piatti, posate, insalata di riso, affettati, formaggio, scatolette, frutta, biscotti ed un bel te' caldo ci confortano ampiamente. Dopo pranzo, visto il molto tempo che oggi abbiamo a disposizione, facciamo un giretto sulla morena, contornata del magnifico scenario del ghiacciaio che spazia lontanissimo. Qua e la' vedo le tracce evidenti e un po' sinistre di alcuni proiettili di lava, in forma di meloni spiaccicati sul terreno, eruttati da qualche vulcano non lontano ed in tempi sicuramente recenti. Molto piu' gentili appaiono anche molte fioriture di ciuffi di timo straordinariamente profumato, ampiamente diffuso in tutta l'Islanda.
Riprendiamo la strada e in meno di mezz'ora siamo nei pressi della cittadina di Hofn. Appena in paese facciamo rifornimento di gasolio e approfittiamo dell'annesso rifornito negozio per l'acquisto di alcune provviste, tra cui del magnifico salmone, che vediamo per la prima volta in vendita. Troviamo rapidamente l'ostello, che e' uno dei piu' grandi dell'isola, e, una volta sistematici, ci avviamo per una passeggiata nell'abitato. Nonostante Hofn sia uno dei maggiori centri abitati d'Islanda, l'aspetto e' quello di un piccolo paese, impressione accentuata dal fatto che, per la giornata domenicale, le strade sono praticamente deserte e non vi sono attrazioni di alcun genere. Ci rechiamo fino ad un promontorio sul mare, da cui la vista spazia sulla grande laguna che circonda la cittadina e sui grandi ghiacciai in lontananza, che sono in realta' le lingue terminali del Vtnajokull. Nonostante il sole, la temperatura e' piuttosto fresca, e per di piu' soffia un gelido venticello; ci rifugiamo quindi in un locale molto carino, gestito da due anziane signore, che espongono in vendita molte cose di artigianato locale, e approfittiamo, vista l'ora, del servizio di bar e pasticcini che viene anche prestato, per riscaldarci con un bel te' caldo.
Alla sera ci cuciniamo il salmone acquistato nel pomeriggio, che risulta, come nelle promesse, veramente squisito, peccato non lo si possa accompagnare con altro che la solita birra semi-analcolica, essendo introvabile ogni altra bevanda.
Il mattino dopo, ben riposati, riprendiamo la strada circolare, con un'ultimo sguardo al Vatnajokull da uno splendido punto panoramico a pochi chilometri dalla cittadina. Oggi infatti ci dirigeremo in direzione nord, lungo la parte orientale dell'isola.
La costa diventa in questa zona a tratti molto scoscesa, e la strada per lunghi tratti non e' piu' asfaltata. Costeggiamo alcuni fiordi che si inoltrano profondamente nell'isola, tra paesaggi molto pittoreschi, e in corrispondenza del fiordo di Breiddalsvik lasciamo la strada circolare per una via piu' breve, anche se piu' accidentata, che ci conduce infine alla cittadina di Egilsstadir. Facciamo rifornimento alla locale stazione di servizio e, visto che e' mezzogiono passato, approfittiamo del ristorante annesso per pranzare. Il locale e', come sempre in questi casi, una semplice tavola calda, ma dalla buona qualita'. Siamo praticamente gli unici avventori, in compagnia di alcuni italiani, dei pochi che incontriamo in questo viaggio, nella persona del presidente di una nota compagnia di editoria e internet, e della sua simpatica famiglia.
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