pag. 4 Indice India |
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venerdi', 1 agosto
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Giunti presso il nostro albergo ci riposiamo un attimo e quindi ci prepariamo a dirigerci, verso sera, presso uno dei principali ghat sul Gange per assisterere alle preghiere e alle abluzioni serali dei pellegrini. Per fare questo ci serviamo di un mezzo come il riscio' a pedali che, a dire la verita', affonda la sua esistenza in pratiche antiche e ben poco politicamente corrette (in realta' sarebbero proibiti ma, come molte cose in India, continuano ad essere usati in molte citta').
Le strade che attraversiamo sono uno spaccato assai pittoresco e caotico di vita indiana; percorriamo alcune strade della citta' vecchia, in parte anche sterrate e piuttosto polverose, ricche di umanita' varia e anche con molti animali, tra cui ovviamente le vacche sacre.
Giungiamo quindi nei pressi del Gange, quando ormai e' notte, presso il ghat di Rajendraprasat presso cui si stanno svolgendo cerimonie religiose con canti, preghiere e abluzioni dei pellegrini nelle acque del fiume, che e' piuttosto ingrossato per le piogge, con le acque che raggiungono diversi scalini del ghat. Ci tratteniamo per un'oretta colpiti dall'intensa religiosita' che emana dalla moltitudine di persone, e quindi riprendiamo il percorso a ritroso per ritornare all'albergo.
Il mattino dopo ci aspetta una levataccia, per ritornare di nuovo presso i ghat del Gange, per vedere le cerimonie che si tengono al sorgere del sole. Poco dopo le 5 incontriamo di nuovo Prince presso l'entrata dell'albergo con il nostro pulmino, che ci conduce fino ad una strada della citta' vecchia. Da qui proseguiamo a piedi, mentre la notte comincia a lasciare posto al giorno, e molti pellegrini si stanno gia' dirigendo come noi verso le rive del fiume.
Giungiamo quindi in vista del grande fiume, presso il ghat di ieri sera, e dopo una mezz'oretta assistiamo al sorgere del 'Dio sole', in compagnia di centinaia di pellegrini. Le acque del fiume sono piuttosto ingrossate, e quindi dobbiamo rinunciare al previsto giro in barca, ma riusciamo lo stesso a vedere molto bene e ad assistere indirettamente alle cerimonie.
Il Gange e' considerato il fiume della salvezza, e per questo attira moltitudini di persone da tutta l'India, le quali, scendendo i gradini del ghat, si immergono nelle acque purificatrici e portano poi con se', in vari contenitori, un po' dell'acqua.
Dopo un'oretta ci ritroviamo di nuovo con Prince, e ci avviamo con lui, a piedi, verso un altro ghat dove ci sono le cremazioni.
Per fare questo dobbiamo fare a piedi una passeggiata di alcune centinaia di metri, attraverso i vicoli della citta' vecchia. Il percorso e' interessante, e passa attraverso stradine a volte strettissime e buie, sulle quali si affacciano le porte di misere abitazioni, dove uomini ed animali convivono in condizioni immaginabili.
Spesso si incontrano templi e tempietti di varie forme, dedicati alle molte divinita' indiane, tra le quali le principali sono quelle della trimurti, Brahma, Shiva e Visnu, rispettivamente il creatore, il distruttore ed il conservatore.
Giungiamo infine presso il ghat di Manikarnika, uno dei tre di Varanasi dedicati alle cremazioni. Nei pressi ci sono grandi cataste di legna, che alcuni addetti stanno spaccando a suon di mazzate. Prince ci affida quindi ad una persona che ci conduce sulla piattaforma rialzata dedicata, dove tre pire stanno ardendo, attorniate dai parenti dei defunti che pero' in questa occasione non devono dimostrarsi tristi.
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