LA CHIESA di S.LUCIA:
la cronaca della posa della prima pietra

S.Lucia Sisto V Camilla Peretti particolare


Lunedi 16 aprile 1590: la posa della prima pietra nella Chiesa di S.Lucia

Lunedì 16 APRILE 1590: posa della 1° pietra per la Chiesa di S.Lucia, sorta sulla casa natale di SISTO V.
Una data da ricordare per non dimenticare il luogo di nascita di Felice Peretti: Sisto V.
L'idea della costruzione di una cittadella religiosa nella zona topografica di nascita a Sisto V° era balenata molto tempo prima, a dimostrazione di ciò fanno fede alcune lettere per problemi sorti nella valutazione "d'esproprio" delle case limitrofe a quella dove era nato Sisto V.
Il progetto iniziale prevedeva infatti la costruzione di 2 Chiese separate da una piazza in cui doveva ben figurare una fontana. La prima Chiesa era quella che oggi noi possiamo ammirare, la seconda doveva essere posta ad ovest dell'attuale, separata da una piazza e localizzata verso la porta ad arco (sulla strada che conduce all'oasi dei Monti; una volta era l'unica strada percorribile per chi doveva recarsi a Ripatransone e, prima della costruzione della SS. 16 - nel '700 era denominata strada Loretana - era l'unica per chi volesse recarsi a Fermo).
Per moltissimo tempo (secoli) si è sempre ipotizzata l'idea che il progettista poteva essere lo stesso Domenico Fontana, ma "invidiosi e delatori" intralciavano tale congiuttura agggrapandosi alla logica della mancanza di documenti (non era sufficente prendere in considerazione l'immagine riprodotta sulla medaglia di Camilla Peretti - unico documento - a testimonianza che il progetto iniziale poteva essere quello del Fontana o di altri), d'altronte questa presa di posizione si giustificava sul fatto che l'attuale configurazione della Chiesa si discostava da quella rappresentata sulla medaglia.
Ora il dilemma si è sciolto come neve al sole. Esiste una lettera autografa dello stesso Fontana (datata 13 gennaio 1590) al Cap. Pompeo Floriani , il quale scriveva al Floriani per supplicarlo di seguire personalemnte i lavori e soprattutto di prevenire "gli intoppi", i quali si potevano evitare seguendo scrupolosamente il progetto.
Questo il testo: "Bisogna che lei mi aiuti con questa Chiesa ... Hora dunque N. Signore è resoluto che vole che la Chiesa si tiri verso la montagna e non vole che la Chiesa pase al diritto de la strada da basso perchè vole che sopra la fontana si reduchi in piazza, si alzi su e farli in volta e far una bella piazza, et vole che la Chiesa da basso salisca cinque scalini al entrarne la Chiesa e la Porta di sopra de la Chiesa vista rincontro a la strada che viene de la montagna dove dicono essere un archo e questo vole che tutti quelli che verranno per quela strada vedano la porta de la Chiesa in faccia, ... M.ro Bartolomeo Bongianino haveva mandato un disgrosso de le case che andavano guastate, ma lui voleva andare innanzi sopra la fontana; Nostro Signore non vole in modo nessuno ... però la prego come di sopra che voglia andarli et avisarmi minutamente delle cose come passano, perchè occorrendo nasciese qualche disordine N. Signore si volterebbe a me ..." .Segue la firma di Domenico Fontana.
La Chiesa poi risultò rimaneggiata perchè la morte improvvisa del Pontefice ne bloccò di fatto i finanziamenti, poi perchè il Fontana non fu riconfermato come architetto pontificio (cadde in disgrazia).
Questa lettera è anche importante perchè, se successivamente (il 16 aprile) fu posta la prima pietra, si può ipotizzare che l'impianto delle fondamenta seguisse sicuramente il progetto iniziale (alla morte del pontefice i lavori erano abbastanza avanti), infatti il Fontana si preoccupa di non apportare cambiamenti ed invitava in tal senso di vigilare perchè "...Nostro Signore non vole in modo nessuno ... ". I mesi che seguono sono frenetici e ben seguiti da Sisto V°, il temperamento deciso e risolutore del papa è onnipresente in ogni attività da lui personalmente voluta, figuriamoci se non lo fosse per il suo paese natale !
Una lettera datata 10 marzo 1590 di Monsig. Giovannini, vescovo di Montalto, al Card. Montalto riferisce un invito fattogli dal Governatore Montoro e la disponibilità di sostituire il vescovo di Ripatransone Silingardi (assente perchè inviato in missione diplomatica presso Filippo II di Spagna dal Duca di Ferrara Alfonso II d'Este) per la messa in opera della prima pietra per la costruzione della Chiesa di S.Lucia termina la missiva dichiarando la sua disponibilità :"... Io non mancherò di farla, quando mons. Governatore me lo dirà, con ogni possibile solennità ...".

16-17 aprile 1590: lunedi e martedi.
Questo il resoconto della cerimonia stilato dallo stesso vescovo di Montalto mons. Giovannini a Sisto V: "Handai hieri alle Grotte, per l'avviso che me diede mons. governatore di questa città, che ms.o Bartholomeo, architetto, voleva cominciare a fondare la chiesa. Piantai la croce nel luoco dell'altare maggiore; et questa mattina, con la gratia di Dio, ho messo la prima pietra nel fondamento della detta chiesa, al titolo di S.ta Lucia; essendo venuto a servire in questa attione l'arciprete con sei canonici et altri chierici, et musici dalla Ripa Tranzone, talchè è passata con molta solennità et dignità.
Il detto fondamento era lungo circa 25 palmi, nel sito della cappella destra, molto profondo et sostenuto in molte parti da puntelli. Dicendo, il detto ms.o Bartholomeo, esser necessitato, a parte dopo parte, cavarli et murarli, per fuggire il pericolo di qualche ruina et per l'acqua che per tutto sorge. - Hebbi, nel muovermi di casa, questa mattina medesima, una del p.to mons. governatore, per la quale avvisava, che il sig.r Pomponio haveva detto al suo luogotenente che la S.tà V. faceva preparare alcune medaglie per farle porle nelle mura della chiesa, et che sarebbe parso bene il soprasedere il mettere la detta prima pietra. Ma considerando, io, quello che ms. Bartholomeo mi disse, che col tardar si butta la spesa fatta, nel cavar il detto fontamento, il quale si sarebbe empito d'acqua, et non si sarebbe sostenuto, con pericolo della ruina delle case congiunte; et di più, considerando, che oltra questa piccola parte, resta gran quantità di fondamenti da fare, etiam delle parti più principali, nelle quali, et nelle mura, si sogliono, et possono metter le medaglie, et che per una cosa da venire, non era da ritardare l'opera, tanto sollecitata da V. S.tà, convenendo, secondo la rubrica, dopo il piantare della croce, il giorno seguente porre la prima pietra, et che a tal fine, s'era condotto là il sopradetto clero ripano, et fatto l'apparato requisito, giudicai esser più conforme al servitio di V. B.ne et alla decentia dell'attione, il proseguirla, come ho fatto, metendo alcune medaglie fatte qui, che il differirla. Et se in ciò ho commesso errore, supplico V. B.ne, che mi perdoni, per la diligentia estraordinaria, la quale mi ha comandata, et per il desiderio che tengo del progresso et della perfettione di tutte queste fabbriche...".
Questa lettera è importante perchè chiarisce e puntualizza alcuni aspetti spesso non conosciuti (o soprasseduti o mal interpretati) da alcuni storici che hanno scritto sulla chiesa di S.Lucia o su Camilla. Questi alcuni punti (in ordine di lettura di questa lettera):
  • (a) - La chiesa fu voluta e seguita da Sisto V fino alla sua morte (27 agosto 1590);
  • (b) - l'idea, l'acquisto di case vicinali, il progetto e l'inizio dei prelavori (sbancamento, preparazione dei materiali) iniziarono molti mesi prima.
  • (c) - l'inaugurazione ufficiale dell'inizio della costruzione della chiesa è il 16 (lunedì) aprile 1590 il giorno in cui si mise "la croce nel luoco dell'altare maggiore", il 17 aprile 1590 il giorno in cui si mise la prima pietra nelle fondamenta.
  • (d) - alla posa della prima pietra Sisto V avrebbe voluto far mettere una sua medaglia, ma a causa di infiltrazioni d'acqua che minavano continuamente la stabilità dell'impalcatura delle fondamenta "che ms. Bartholomeo mi disse" e non essendo pervenute per questa data dell'inaugurazione le medaglie volute da Sisto V si provvide a mettere "alcune medaglie fatte quì ..." considerando che ciò si poteva farlo anche successivamente "... et nelle mura, si sogliono, et possono metter le medaglie, et che per una cosa da venire, non era da ritardare l'opera, tanto sollecitata da V. S.tà, ".
    Le medaglie quindi per la chiesa di S.Lucia furono sicuramente due: quelle fatte in loco (raffigura Sisto V ?) e quella di Camilla Peretti; molto probabilmente ce ne fu una terza, cioè quella che voleva mettere Sisto V.
  • (e) - la Chiesa ebbe problemi di tramponamento d'acqua a causa di sorgenti ed infiltrazioni tali da crear pericolo per le case vicine ("...col tardar si butta la spesa fatta, nel cavar il detto fontamento, il quale si sarebbe empito d'acqua, et non si sarebbe sostenuto, con pericolo della ruina delle case congiunte...").
    Questo particolare smentisce il Liburdi il quale, (nel suo articolo del 1950, La costruzione della chiesa di S.Lucia di Grottammare nei nuovi documenti) cercando di convalidare l'accusa del Ricci cioè che "...i muratori non compiono un lavoro coscienzioso e tirano su i muri a secco segna bagnare il materiale ..", scrive che "... forse in questo soltanto messer Ricci poteva avere ragione, perche', sul monte dove sorgeva la chiesa d'acqua ce ne doveva essere pochina (?) e portarla fin lassu' costava fatica e bolognini assai".
    29-7-1590:
    Lettera di Mons. Giovannini al Card. Montalto (ASV, Vescovi,11,f. 398r). Informa dichiarando che i lavori proseguono anche se un pò a rallentatore causa anche di una carestia.
    27-8-1590:
    Muore Sisto V°. I lavori per la costruzione della chiesa di S.Lucia si fermano momentaneamente (erano rallentate a causa di una carestia locale); comunque sono in uno stato di avanzamento supriore a quelli per la costruzione della Cattedrale di Montalto (il Pistolesi, Sisto V e Montalto, a pag. 114 scrive che la cattedrale misurava "dai pilastri al piano della croce, canne 32 e palmi 8, e ai cornicioni della navata grande canne 57").

    NOTE
  • (1) - 11 marzo 1590:
    Lettera (Orig. autogr. ASV, Principi, 48, f, 84r [187]) di Severiano di Pompeo (da Grottammare) a Sisto V, datata 11 marzo 1590 :
    "Il sig.re architetto mi ha fatto buttar due case atterra: la casa dove è nato Sua B.ne et la casa ch'era di Tiranto.
    Mon.re Montorio mi vole pagare la casa dove è nato Sua B.ne novantacinue scudi; un Presepio di tanto gran valore, dove lo Spirito Santo ha fatto nascire un homo di tanto grandissimo valore, ch'mai nel mondo morerà il suo nome, lu vuole apprezzare cusì vilmente. Prego Sua B.ne sia contenta gratificarmi et concedermi gratia ch'io posso far fabricare un Palazzo, a memoria di questo santo Presepio; noi, in questo mondo, non havemo havuto altra che la protettione di Sua B.ne, et quella sempre ci ha inalzato et messo in cielo. Hora, P.tre S.te, sciamo atterra; a Monte Cavallo (a) mi disse ch'ei voleva far del bene a noi ancora ...".
    (a) - Il Palazzo del Quirinale, in Roma, acquistato da Sisto V nel 1587 e da lui rifatto e abbellito:cf. Pastor, X, pp. 495-496. Andò ad abitarvi la prima volta, nel giugno dello stesso anno. Quindi, l'incontro con Severiano avvenne dopo, facilmente dalla primavera-estate del 1588.


    Torna alla pagina precedente


    © 2002 @ - Lillo da Grottammare