OGGETTI MYSTERIOSI

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La pila di Baghdad I teschi di cristallo

LE LAMPADE DI DENDERA

COME ACCENNATO ALL' INIZIO DELL' ARTICOLO PRECEDENTE, SE SI INSINUAVA IN NOI IL DUBBIO CHE NON FOSSE STATO ALESSANDRO VOLTA IL PRIMO A STUDIARE L' ELETTRICITA' E LE SUE APPLICAZIONI, DOPO AVER SCOPERTO LA "PILA DI BAGHDAD", IL RITROVAMENTO E L' ANALISI DEL BASSORILIEVO DEL TEMPIO DI HATOR A DENDERA INFONDE IN NOI LA QUASI CERTEZZA CHE I DUBBI NON FOSSERO POI COSI' INFONDATI.

Scoperte verso la metà dell' 800 da Auguste Mariette, fondatore del Museo Egizio del Cairo, le cripte di Dendera offrirono ai loro scopritori numerosissimi bassorilievi di pregiata fattura, raffiguranti, secondo gli archeologi, scene di rituali religiosi.

Sulla maggior parte di questi si notano infatti scene di processioni, ma un bassorilievo in particolare, denominato "pietra delle serpi", oltretutto l' unico che si può ancora ammirare nell' unica cripta lasciata aperta ai visitatori dopo che nel 1973, vi si verificarono dei furti, suscita ad un occhio attento molte perplessità sia sull 'interpretazione data dagli archeologi sia su quello che l' autore dei bassorilievi volesse rappresentare.

La familiarità dei manufatti raffigurati in queste incisioni non può non farci riflettere.


Il bassorilievo del Tempio di Hator a Dendera

Nel bassorilievo in questione si notano due figure che sorreggono due enormi "ampolle" che assomigliano molto a potenti lampade elettriche, con cavi a treccia attaccati a quello che potrebbe essere un interruttore o un generatore. Da notare che questo generatore ha la classica forma di uno "Djed", oggetto rinvenuto in molti disegni e bassorilievi egizi, ma di cui non si è ancora potuto accertare con certezza la funzione. Alcune ipotesi lo indicano come un "generatore di vita", nel senso forse religioso del termine.

llustri studiosi, davanti a queste rappresentazioni, hanno provato stupore poichè mai avevano ammirato nulla di simile. Alcuni sostengono appunto si tratti di enormi lampade elettriche che proverebbero l' uso, da parte degli egizi, di fonti luminose. Anche se appare incredibile contemplare un' ipotesi simile non bisogna dimenticare le considerazioni di studiosi come R. Habeck e P. Krassa secondo cui i rilievi riprodurrebbero processi elettrotecnici. Queste ipotesi sono state avanzate dai citati studiosi sui brani trasposti da un altro eminente ricercatore, il dott. Waitkus, che ha tentato di decifrare i geroglifici delle cripte.

Gli antichi egizi conoscevano forse la corrente elettrica?

Od erano solo custodi di tecnologie che loro non comprendevano, ma che avevano imparato ad usare da chi le aveva inventate, forse millenni prima?

Questo, come altri misteri legati ai grandi monumenti della Piana di Giza, sarà forse svelato quando tutte le camere nascoste delle piramidi e della sfinge saranno aperte per mostrarci il loro contenuto. Qui allora tutte le ipotesi e le congetture troveranno conferma o saranno demolite.

Sempre che non ci venga nascosto qualcosa...

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