Asimmetrie
del bacino e dismetrie false degli arti inferiori
Le
asimmetrie del bacino sono alterazioni di frequente riscontro a qualsiasi età
ed hanno circa eguale distribuzione tra i due sessi. Spesso si associano a
lombalgie e comportano anche una deviazione dell’asse longitudinale del tratto
lombare della colonna.
La
primitiva visione meccanicistica della postura ci ha finora portato ad
utilizzare dei presidi che tendono ad innalzare l’emibacino che appare
inclinato in basso, come i cunei rigidi posizionati sotto il calcagno
corrispondente. Si utilizza, così, la leva ossea dell’arto inferiore pensando
di recuperare la simmetria del bacino.
La
postura dell’uomo non viene regolata soltanto dalle leggi della meccanica. Se
il modello meccanico può essere un punto di riferimento nella comprensione
dell’ingranaggio articolare sia in statica, che in dinamica, non bisogna
dimenticare che noi stiamo in posizione eretta grazie a complesse informazioni
neuronali e secondo leggi di neuro-bio-meccanica.
E’
la uniforme distribuzione di tensioni muscolari e capacità fibroelastica di
fasce e legamenti a permettere una disposizione spaziale simmetrica delle nostre
ossa. Una disposizione asimmetrica è dovuta essenzialmente ad una disarmonica
distribuzione di tali forze.
Come
logica conseguenza di questi princìpi etiopatogenetici della asimmetria del
bacino, se vogliamo intervenire terapeuticamente in tale situazione dobbiamo:
Posizionare
cunei di sollevamento monolaterali sotto il calcagno corrispondente al lato più
basso del bacino asimmetrico, in presenza di dismetria falsa degli arti
inferiori, è assolutamente da evitare. Non si rispettano, così facendo, i
fondamentali princìpi della fisiologia del nostro organismo, e si rischia di
far apparire nuove deviazioni compensatorie di diversa gravità a carico della
colonna.
Una
valida terapia è quella propriocettiva, con la correzione dell’appoggio
plantare bilaterale ed il recupero del tono dei muscoli intrinseci della pianta
dei piedi. Otterremo così un riequilibrio del bacino sia in proiezione frontale
che laterale, senza ripercussioni dannose a carico della colonna in toto.
Non
presidi meccanici quindi, ma neuro–bio–meccanici,
come i plantari propriocettivi, capaci
di riportare alla normalità le informazioni neuronali provenienti dal recettore
posturale primario PIEDE e la ginnastica posturale propriocettiva.