Asma
e attività subacquea
-linee
guida-
L’OMS
(Organizzazione Mondiale della Sanità) ha così definito l’asma: “L’asma
è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree che, in soggetti
predisposti, determina sintomi di solito associati ad ampi e variabili
restringimenti dei bronchi al passaggio dell’aria a causa di una
esagerata reattività delle vie aeree, che spesso si risolvono sia
spontaneamente che in seguito a trattamento farmacologico”.
Nell’asmatico
l’ostruzione bronchiale si manifesta come riduzione dei flussi
espiratori: PEF (picco di
flusso espiratorio), FEV1
(flusso massimo espirato nel primo secondo) o FEF
25-75 (flusso espiratorio medio). L’ostruzione delle piccole vie
aeree, ben correlata con la misura del FEF
25-75, è espressione di uno stato di infiammazione cronica
asintomatica e viene in buona parte dei casi rilevata occasionalmente.
In altri casi è paucisintomatica e di conseguenza sottovalutata, non
diagnosticata, e quindi non trattata in maniera adeguata.
L’asma
bronchiale non deve essere confusa o identificata con la dispnea. La
dispnea è quella sensazione soggettiva, spiacevole e penosa, di
difficoltà respiratoria variamente riferita sia come sensazione di mancanza
d’aria, sia come sensazione di costrizione toracica, sia
come difficoltà ad inspirare profondamente. Si manifesta quando
il fabbisogno di ventilazione è superiore alla capacità di risposta
del sistema respiratorio. Può essere uno dei sintomi dell’asma.
Non
sempre la dispnea è un sintomo patologico: ogni prestazione massimale
si può accompagnare a mancanza di fiato.
La
dispnea diviene sintomo patologico quando compare a riposo o dopo
prestazioni in precedenza ben tollerate. Comunque intervenga la dispnea
è un sintomo che deve essere sempre ben valutato; molte sono le
affezioni pneumologiche, cardiovascolari, neuromuscolari, metaboliche o
ematologiche capaci di provocarla.
Fino a pochi anni fa
l’asma è stata considerata una patologia che precludeva in maniera
assoluta le immersioni (ma anche altre attività sportive). Recenti
studi osservazionali basati sulla medicina dell’evidenza hanno
permesso di formulare nuove indicazioni in senso più permissivo.
Nel 2003 la British
Thoracic Society ha elaborato delle linee guida relative alla idoneità
pneumologica all’immersione.
Il subacqueo non deve
presentare anomalie anatomo-patologiche che possano aumentare il rischio
di barotrauma polmonare, limitazione della capacità di compiere lavoro
muscolare sott’acqua o limitazione della funzione del polmone di
filtrare le bolle gassose prodotte durante l’immersione.
Ai soggetti asmatici
si raccomanda di: