IPERTENSIONE
ARTERIOSA - Generalità
L’ipertensione
arteriosa è la prima malattia cardiovascolare delle nazioni industrializzate
del mondo ed il principale fattore di rischio per malattia coronarica, ictus e
scompenso cardiaco. Pertanto la diagnosi ed il controllo dell’ipertensione
sono stati il maggior traguardo degli sforzi della sanità pubblica
nell’ultima decade. Il ruolo dell’esercizio fisico nella diagnosi e
trattamento dell’ipertensione è oggigiorno un argomento di grande interesse
clinico. L’allenamento allo sforzo ed altri approcci di tipo non farmacologico,
unitamente alla terapia farmacologica vera e propria, sono oggi raccomandati per
il controllo dell’ipertensione lieve-moderata.
Sia
i livelli sistolici che diastolici sono direttamente correlati in modo causale
alla possibilità di complicanze cardiovascolari che comprendono non soltanto
episodi coronarici fatali e non, ma anche attacchi ischemici transitori, ictus
emorragici o ischemici, arteriopatie obliteranti periferiche, aneurismi aortici
dissecanti, nefropatia, ipertrofia ventricolare sinistra e scompenso cardiaco.
Da
almeno duecento anni l’esercizio fisico è unanimemente riconosciuto utile
nella terapia dei pazienti cardiopatici. Heberden osservò nel 1772 che uno dei
suoi pazienti era “quasi guarito” dopo un’ora e mezzo di esercizio fisico
giornaliero che consisteva nel segare della legna.
L’esercizio
fisico e i programmi di modifica dei fattori di rischio accelerano il recupero
oggettivo e soggettivo della tolleranza allo sforzo e possono aiutare la
sorveglianza clinica, contribuendo così ad una migliore gestione dei pazienti.
Il
training fisico facilita, inoltre, il metabolismo dei lipidi e dei carboidrati,
aiutando così nel controllo dei fattori di rischio per cardiopatia ischemica.
In associazione con una dieta equilibrata e con una riduzione ponderale, una
regolare attività fisica ha effetti benefici sul profilo lipidico e può
ritardare o interrompere la progressione dell’aterosclerosi coronarica.