15/8 Zeiss Hologon. Super grandangolare
senza diaframma, progettato dal Dr. Erhard Glatzel della Carl Zeiss nel 1966.
Inizialmente fu disposto per uno speciale apparecchio ad ottica fissa inserito
nel sistema Contarex (1966), ma nel 1972, dopo la chiusura del reparto
fotocamere della Zeiss, viene dotato d’innesto a baionetta Leica-M. Costruito
dal 1972 al 1976 solo per la Leica-M. E’ un obiettivo speciale e veramente
raro. In condizioni come nuovo e completo d’imballo è stato venduto a 15.000 $.
Non è quindi un obiettivo da utilizzatore comune, almeno per molti di noi. Per
van Hasbroeck, la produzione è stata di soli 350 esemplari. Distanza minima di
messa a fuoco 20 cm. Angolo di campo 110°. 3 Lenti. Filtro equalizzatore di densità
digradante che compensa e uniforma la caduta di luce ai bordi, portando però la
luminosità dell’obiettivo ad f/16. Peso 110 g.
21/4 Super Angulon. 1958-1963, tutti cromati.
Derivato da un progetto della Jos Schneider. Prodotto in montatura a vite, alla
quale veniva aggiunto un anello adattatore
per baionetta M, fermato da una singola “vitina” che poteva essere
rimossa per l’utilizzo su Leica a vite. Questo obiettivo ha una vignettatura
molto evidente, dall’apertura f/8 si possono ottenere buone prestazioni. Sulla
Leica M6 non funziona l’esposimetro perché la protrusione posteriore ostacola
la cellula al silicio. Il tappo posteriore è di difficile reperibilità. In
molti esemplari è frequente il velo opaco tra le lenti (*Argomento correlato a
fine pagina). Distanza minima di messa a fuoco 40 cm. 9 Lenti. Filtro serie
E39. Peso 250 g. Paraluce, codice identificativo: IWKO/12502
21/3.4 Super
Angulon. 1963-1980 solo in montatura M. Progetto della
Jos
Schneider. Vignetta molto meno del
modello precedente essendo un’evoluzione del 21/4. Anch’esso nella
Leica M6 non fa funzionare l’esposimetro per la profondità del gruppo
lenti posteriore. E’ preferito da molti per la compattezza. La resa è molto
incisa e contrastata con un’alta saturazione cromatica. “Particolarmente nel
modello nero predisposto per la M5, è stata riscontrata l’eccezionale
risolvenza di 150 linee/mm (Prof. Gino Ferzetti)”. Prima dell’ascesa del 21
ASPH, era considerato da molti come uno dei migliori 21mm Leitz e non solo.
Qualcuno lo preferisce nientemeno che al 21 ASPH. Messa a fuoco minima 40
cm. 8 Lenti in 4 gruppi. Filtro serie E48 o serie 7 nel paraluce.Peso 300 g. Paraluce,
codice identificativo: 12501
·
Versione
cromata
·
Versione
cromata nera dal 1968. Per van Hasbroeck, il disegno delle lenti è stato ricomputato.
·
Dal
#
2473251 la versione cromata nera
poteva essere utilizzata su M5 e CL, senza però l’ausilio della lettura
esposimetrica.
21/2.8 Elmarit. 1980-1997. Solo in
versione cromata
nera. Permette sulla Leica M6, il funzionamento dell’esposimetro, grazie al
disegno retrofocus. Rispetto al 21/3.4 ha una minore saturazione cromatica.
Ottima lettura nelle ombre e tenuta alle alte luci. Eccellente la risolvenza su
tutto il campo inquadrato. Messa a fuoco minima 70 cm. 8 Lenti in 6 gruppi.
·
Prima
versione, rara, passo filtri E49.
·
Seconda
versione dal nr. 2.993.701. Paraluce, codice identificativo: 12537. Filtro serie E60. Peso 290
g.
·
Seconda
versione (intorno al nr. 3194900, circa), pochi e rari esemplari con messa a
fuoco minima 40 cm. Paraluce, codice identificativo: 12537. Filtro serie E60. Peso 290
g.
·
Terza
versione dal 1985. Paraluce, codice identificativo: 12543. Filtro serie E60. Peso 290 g.
21/2.8 Elmarit ASPH. Dal 1997. E’ ritenuto da
Leica, il miglior 21-M prodotto; vignettatura e distorsione virtualmente
assenti. Distanza minima di messa a fuoco 70 cm. 9 Lenti. Filtro serie E55.
Versione nera peso 300 g. Versione cromata peso 415 g. Paraluce, codice
identificativo: 12592
24/2.8 Elmarit
ASPH.
Dal 1997. Nuova
focale M da tempo attesa dal “popolo” Leica. E’ la giusta media tra l’estremo
21 ed il “normale” 28. Per chi preferisce un solo grand’angolo è una opzione da
prendere in considerazione. Distanza minima di messa a fuoco 70 cm. 7 Lenti.
Filtro serie E55. Versione nera peso 290 g. Versione cromata peso 388 g.
Paraluce, codice identificativo: 12592
28/2.8 Elmarit. Ognuna delle quattro
versioni è considerata migliore della precedente. Distanza minima di messa a
fuoco 70 cm.
o
Quarta
versione 1992, solo cromato nero, prodotto in Germania. 8 Lenti ma nuovo
disegno ottico. Filtro serie E46. Peso 260 g. Paraluce, codice identificativo:
12547
o
Quinta
versione introdotto nell’autunno 2006, cromato nero, molto compatto, con una
lente asferica. Usato sul formato
digitale della M8, l’effetto sull’immagine corrisponde ad un 35mm, quindi
perfetto per il reportage. Filtro E39. Peso 180 g. La casa lo definisce insensibile al
flare e praticamente privo di distorsione. Messa a fuoco minima 70 cm. Codice
identificativo: 11606. Paraluce codice: 12526
28/2.8 Rokkor. Prodotto da Minolta,
1982-1985, per la CLE. Prezzo interessante ma la resa non è paragonabile agli
Elmarit. Spesso affetto da problemi di sfaldatura del multi-coating sui bordi
delle lenti, fastidiose ma non determinano
problemi alle immagini.
28/2 Summicron ASPH. Introdotto nel 2000. La Leica lo definisce il miglior 28 mai
prodotto. Messa a fuoco minima 70 cm. 9 Lenti. Filtro serie E46. Peso 270 g.
Paraluce, codice identificativo: 12451
28-35-50/4
Tri-Elmar ASPH. Introdotto nel 1998, questo obiettivo, che non è uno zoom, è il
primo obiettivo, con tre distinte
focali accoppiate al telemetro. Schema ottico formato da 8 lenti, di cui
due asferiche. Messa a fuoco minima 1 m. La grandezza ricorda quella del 90/2.8
Tele-Elmarit. Le prime versioni avevano irrigidimenti nel selettore di focale.
Con il suo prezzo elevato e la non enorme produzione, avrà in futuro un valore
collezionistico. La versione cromata è stata dismessa a metà del 2000.
·
Prima
versione, filtro serie E55. Peso 340 g. Paraluce, codice identificativo: 12592
·
Seconda
versione dal 2000, (schema ottico invariato) filtro serie E49. Leva di messa a
fuoco per l’uso più pratico e veloce. Peso 340 g. Paraluce, codice
identificativo: 12450
16-18-21/4 Tri-Elmar ASPH.
Introdotto nell’autunno 2006, ottimo anche sulla Leica M8 digitale. Il disegno
comprende due lenti con superfice asferica e sistema di messa a fuoco con un
elemento flottante. Nonostante la criticità del progetto, la casa sostiene che
l’obiettivo è insensibile al flare. Messa a fuoco minima 50 cm. Usato sul
formato digitale della M8, l’effetto sull’immagine corrisponde ad un 21-28mm.
Codice identificativo: 11626.
35/3.5 Summaron. 1954-1960 Tutti cromati.
Economico, ottimo ma non eccezionale. Due versioni, con “occhialini” e senza,
quindi, per M3 ed M2. La versione con mirini aggiuntivi converte la cornice del
50, della M3, in quella del 35. Può comunque, anche nella versione per M3,
essere usato su qualsiasi Leica-M. Distanza minima di messa a fuoco 1 m. 6
Lenti. Filtro serie E39. Peso 195 g. Paraluce, codice identificativo:
IROOA/12571/12585/12538. In molti esemplari è frequente il velo opaco tra le
lenti (*Argomento correlato a fine pagina).
35/2.8 Summaron. 1958-1974 Tutti cromati.
6 Lenti. Buone prestazioni, assicurate dai nuovi vetri al Lantanio, ma
leggermente inferiori al Summicron. Anche in questo caso, attraverso i mirini
aggiuntivi per M3, converte la cornice del 50, in quella del 35. Può comunque,
anche nella versione per M3, essere usato su qualsiasi Leica-M. Filtro serie
E39. Nella versione con occhialini, messa a fuoco minima 65 cm. Nella versione
per M2 messa a fuoco minima 70 cm. Peso 135 g. il modello per la M2, 210 g.
invece il modello per la M3. Paraluce, codice identificativo:
IROOA/12571/12585/12538. In molti esemplari è frequente il velo opaco tra le
lenti (*Argomento correlato a fine pagina).
35/2 Summicron. Questo obiettivo, in
tutte le versioni, è stato scelto da appassionati e professionisti per le sue
caratteristiche di compattezza e prestazioni. Tutte le versioni, filtro serie
E39.
o
Prima
versione 1958-1969
cromato, 8 lenti. Nella versione per la M3, con gli “occhialini”, mette a fuoco
da 65 cm, mentre quello per la M2 parte da 70 cm. Peso 150 g. il modello per la
M2 e 225 g. il modello con occhialini per la M3. Paraluce, codice
identificativo: Si evidenziano casi di velo opaco tra le lenti. (*Argomento correlato a
fine pagina). IROOA/12571/12585/12538
·
Seconda
versione 1969-1973,
dal n° 2316001, 6 lenti. Cromato nero. Pesa 170 g. il modello per la M2 e 230
g. il modello con gli occhialini per la M3. Paraluce, codice identificativo:
12504. Per la selezione del diaframma è
presente una levetta, volgarmente chiamata “dentone”.
·
Terza
versione 1973-1979
dal n° 2646001 solo cromato nero , 6 lenti. Peso 170 g. il modello per la M2 e
230 g. il modello con occhialini per M3. Paraluce, codice identificativo: 12504
·
Quarta
versione 1980-1998
dal n° 2970001. 7 Lenti. Peso, le prime serie 190 g., poi 150 g. Finitura Black
chrome e dal 1992 anche cromato su corpo interamente d’ottone con peso di 250
g.. Il maggior numero di esemplari prodotti in Canada, poi prodotto solo in
Germania. Le prime versioni, fino al n° 3.400.000 circa, avevano parti interne
in materiale sintetico, identificabili con il numero di matricola impresso
sulla parte posteriore dell’anello del diaframma. Ottime prestazioni anche a
tutta apertura, estrema compattezza. Paraluce, codice identificativo:
12524/12526
35/2 Summicron ASPH. Dal 1997. 7 Lenti di cui una asferica. Nero e cromato. Laccato
nero in serie limitata, quindi di difficile reperibilità. Rispetto alla quarta
versione è leggermente più lungo. Grazie alla lente asferica e ai nuovi vetri,
le prestazioni in termini di nitidezza hanno raggiunto livelli altissimi.
Filtro serie E39. Peso: versione nera 255 g., versione cromata 340 g., versione
laccata nera (produzione limitata) 340 g. Paraluce, codice identificativo:
12526
35/1.4 Summilux. 1961-1997. Disegno ottico
simile alla quarta versione del Summicron. Progettato dal Dr. Walter Mandler. 7
Lenti con vetri speciali Leitz. La
maggior parte costruiti nell’ottimo stabilimento di Midland in Canada, gli
ultimi in Germania. Ottime prestazioni complessive. La particolare resa nel
colore è stata da molti definita “pittorica”. Per oltre 40 anni è stato
l’obiettivo amato dai reporter. Molte fonti sostengono che il disegno ottico
non è mai cambiato, van Hasbroeck però ci dice che nel 1966, dal # 2166702 è
stato ricomputato, ottenendo un miglioramento delle prestazioni. Tutte le varie
versioni non hanno mai raggiunto un numero elevato di pezzi prodotti, quindi la
reperibilità è sempre più difficile.
·
Modello
cromato per M3 con “occhialini”. Raro. Fine realizzazione ottico/meccanico allo
stato dell’arte. Messa a fuoco minima 65 cm. Utilizzabile comunque, su tutte le
Leica-M. Peso 310 g. Filtro serie E41. Paraluce, codice identificativo: OLLUX/12522
·
Modello
laccato nero per M3 con “occhialini”. Molto raro. Messa a fuoco minima 65 cm.
Filtro serie E41. Peso 310 g. Paraluce, codice identificativo: OLLUX/12522
·
Modello
cromato. Raro. Messa a fuoco minima 1 m. Fine realizzazione ottico/meccanico,
allo stato dell’arte. Filtro serie E41. Peso 245 g. Paraluce, codice
identificativo:
OLLUX/12522
·
Modello
laccato nero. Molto raro. Messa a fuoco minima 1 m. Filtro serie E41. Peso 245
g. Paraluce,
codice identificativo: OLLUX/12522
·
Versione
cromata nera, senza incisione “35” sul barilotto, con blocco su infinito. Raro.
Dal nr.2166701 filtro serie VII. Peso 245 g. Distanza di messa a fuoco minima 1
m. Paraluce,
codice identificativo: 12504
·
Versione
cromata nera per M3 con “occhialini”, senza incisione “35” sul barilotto, con
blocco su infinito. Molto Raro. Filtro serie VII. Peso 310 g. Distanza di messa a fuoco minima 65 cm. Paraluce,
codice identificativo: 12504
·
Versione
cromata nera con inciso “35” sul barilotto. Oramai sempre più difficile da
reperire. Filtro serie VII. Peso 200 g. Distanza di messa a fuoco minima 1 m. Paraluce, codice
identificativo: 12504
·
1992,
versione limitata Titanio per la M6 Titan. Difficile reperirlo, da collezione.
Filtro
serie VII. Peso 200 g. Distanza di messa a fuoco minima 1 m. Paraluce, codice
identificativo: 12504
35/1.4 Summilux ASPH. Dal 1990. Rispetto al
precedente modello è del 50% più grande, più pesante, anche nel prezzo. A tutta
apertura le prestazioni sono già superlative. Supercorretto, è il prezioso
utensile per il reportage, specie quando la luce è scarsa. 9 Lenti. Filtro
serie E46. Distanza
di messa a fuoco minima 70 cm.
·
Prima
versione “ASPHERICAL” disegnata da Walter Watz, prevedeva l’utilizzo di due
lenti asferiche realizzate con il sistema di molatura e lucidatura (Grinding
and Polishing). Edizione limitata di 2000, circa, esemplari. Ghiera di messa a fuoco zigrinata
con aggiunta di leva che facilita l’uso rapido. Peso 300 g. Paraluce, codice
identificativo: 12587
·
Seconda
versione “ASPH” con una lente asferica realizzata con il sistema a stampo caldo
(Hot Press Moulding). Leica ha acquistato i diritti produttivi di questa
tecnica dalla Docter Optics Technologies Wetzlar, Germany. Nel 1994 Lothar Kölsch
insieme a Sigrun Kammans, Peter Karbe e Horst Schröder
del dipartimento di computazione ottica, hanno presentato questa nuova
versione, frutto del loro alacre lavoro. Nero, peso 250 g., cromato peso 415 g. Paraluce, codice identificativo: 12589
·
Seconda
versione “ASPH” in finitura Titanio per M6 Titan. La produzione non ha
raggiunto le quantità della versione nera e cromata, quindi è di difficile
reperibilità. Peso 415 g. Paraluce, codice identificativo: 12589
40/2 Summicron. Prodotto per la Leica CL. 1973-1977. Obiettivo molto inciso e
compatto ad un prezzo conveniente. Sulla serie M aziona la cornice del 50.
Leitz dichiarava la possibile incompatibilità con i corpi M, perché la camma di
messa a fuoco era leggermente inclinata. In termini pratici però bisogna dire
come sia difficile trovare un 40/2 che non “focheggi” correttamente su di una
qualsiasi Leica-M. Molte persone, me compreso, si domandano se la presunta
incompatibilità paventata, non fosse altro che una strategia Leitz messa in
atto per non inficiare la vendita degli obiettivi Leica-M, nettamente più
costosi. Contrariamente a quanto si crede questo obiettivo non aveva un
complesso e costoso trattamento antiriflesso delle lenti multi-strato
(multi-coated). Distanza
di messa a fuoco minima 80 cm. 6 Lenti. Filtri serie 5.5. Peso 120 g. Paraluce, codice identificativo: 12518
40/2 Rokkor. Per la Leitz/Minolta CL
(la CL del mercato asiatico) 1973-1977. Obiettivo inciso e compatto ad un prezzo economico.
Sulla serie M aziona la cornice del 50. Stesso discorso della camma di messa a
fuoco come per il Summicron 40/2. Facilmente riconoscibile dal Rokkor prodotto
successivamente perché il numero di matricola è inciso intorno alla lente
frontale.
40/2 Rokkor. Prodotto per la Minolta
CLE 1982-85. Resa incisiva ad un buon
prezzo di mercato. Sulla serie M aziona la cornice del 50. In questo caso la camma
di messa a fuoco è di fattura tradizionale Leica-M. Si differenzia dal modello
precedente per l’incisione del numero di matricola sul barilotto. Ha ricevuto
il trattamento antiriflesso delle lenti multi-strato (multi-coated).
40/2.8 Elmarit-C. Questo obiettivo fu
inteso come alternativa economica al Summicron 40/2 per Leica CL. Assemblato,
con le lenti provenienti da Wetzlar, in Romania ( il costo del lavoro ieri come
oggi era/è più basso) da una ditta che si occupava della montatura, progettata
e realizzata in loco. Non è mai entrato ufficialmente nel mercato ne venduto
quindi al pubblico. La ragione fu che la leva di messa a fuoco, andava, per un
errore di progettazione, ad ostacolare la visione del mirino. Nel frattempo
però ne furono prodotti 500 esemplari, venduti tra il 1972-1973 a prezzi
esigui, ai dipendenti Leitz. Alcuni di loro, grazie alla perizia tecnica,
riuscirono a modificare la levetta di messa a fuoco, per poter sfruttare così,
la resa particolarmente incisa di questa realizzazione ottica. Distanza di messa a fuoco
minima 80 cm. 4 Lenti. Filtro serie 5.5. Peso 130 g. Paraluce, codice
identificativo: 12518
50/3.5 Elmar. 1954-1961 rientrante,
cromato. L’Elmar “tagliente” per eccellenza. Non collassabile su CL ed M5 per
non danneggiare la cellula esposimetrica. 4 Lenti, filtro serie E39. Messa a fuoco minima 1 m. E’ frequente il velo
opaco tra le lenti (*Argomento correlato a fine pagina). Peso 210 g. Paraluce, codice
identificativo: ITOOY/12580/12585/12538
50/2.8 Elmar. 1957-1974 cromato,
rientrante. Tra i più popolari obiettivi Leitz. Mantenendo lo stesso schema
ottico della versione precedente ed introducendo nuovi vetri al Lantanio, c’è
un guadagno in luminosità. Non collassabile su CL ed M5 per non danneggiare la
cellula esposimetrica. Distanza minima di messa a fuoco 1 m. 4 Lenti, filtro
serie E39. E’ frequente il velo opaco tra le lenti (*Argomento correlato a fine
pagina). Peso
220 g.
Paraluce, codice identificativo: ITOOY/12580/12585/12538
50/2.8 Elmar. Reintrodotto nel 1994.
Rientrante, nero e cromato. Il numero “50” è inciso sul barilotto. 4 Lenti.
Nuovi vetri e diverso schema ottico rispetto alla versione “storica”. La resa
non è incisiva come quella del Summicron quinta e sesta versione, ma la sua
caratteristica peculiare è la compattezza estrema con il corpo macchina. Non collassabile
su CL ed M5 per non danneggiare la cellula esposimetrica. Filtro serie E39.
Messa a fuoco minima 70 cm. Peso 200 g. Paraluce, codice identificativo: 12549
50/2 Elcan. 1974. Progettato e prodotto
dalla E. Leitz Midland Canada, per la versione militare della M4, KE-7A. Raro e
costoso, solo 500 esemplari circa. Messa a fuoco minima 1 m. 4 Lenti, filtro
serie E39. Peso
220 g.
Paraluce a
vite.
50/2 Summicron. Molte varianti, è facile
confondersi. Tante, considerando che il Summicron 50, quinta e sesta versione,
è da molti, considerato il miglior 50/2 mai prodotto. Anche se altri produttori
si sono cimentati, non hanno mai raggiunto una resa così alta. Per anni
utilizzato dalla NASA sulle sonde spaziali Surveyor e su molti satelliti
della “intelligence community”. E’ la pietra di paragone per ogni 50 mm.
Filtro serie E39.
·
Prima
versione 1954-1957, cromata e rientrante, 7 lenti, minima messa a fuoco 1 m.
Ancora oggi un buon obiettivo. Per via dei vetri abbastanza teneri, al
Lantanio, è facile trovare esemplari con la lente frontale segnata. E’
frequente il velo opaco tra le lenti (*Argomento correlato a fine pagina). M5 e
CL collassando l’obiettivo si rischia di danneggiare la cellula
dell’esposimetro. Peso
255 g.
Paraluce, codice identificativo: ITDOO/IROOA/12571/12585/12538
·
Seconda
versione 1956-68. Cromato, montatura rigida, 7 lenti con disegno leggermente
differente alla versione rientrante, messa a fuoco minima 1 m. Pochi esemplari
laccati neri. Alta risoluzione e basso contrasto. Per via dei vetri
abbastanza teneri, al Lantanio, è facile trovare esemplari con la lente
frontale segnata. E’ frequente il velo opaco tra le lenti (*Argomento correlato
a fine pagina). Peso
285 g.
Paraluce, codice identificativo: ITDOO/IROOA/12571/12585/12538
·
Terza
versione 1956-1968, Summicron Dual Range, cromato. 7 Lenti. E’ una
realizzazione speciale della seconda versione. Straordinaria realizzazione
ottica. Con l’ausilio degli “occhialini” staccabili poteva mettere a fuoco da
48 cm., negli ultimi esemplari messa a fuoco minima 51cm. Molti esperti
sostengono che lo schema ottico è il medesimo della versione con messa a fuoco
da un 1 m., ma i risultati parlano da soli, la risoluzione è stupefacente, il
contrasto è basso e lo sfocato ha un Bokeh che solo le realizzazioni
Leitz/Leica sono capaci a rendere, non un intontimento generale della scena con
colori impastati nel fuori fuoco. E’ necessario ricordarsi di montare e
smontare l’obiettivo con la messa a fuoco posizionata su infinito e senza
occhialini. C’è una segnalazione di Howard Cummer di Hong Kong riguardante un
Dual Range con messa a fuoco minima a 51 cm., che non focheggia alle brevi
distanze su di una M6 Classic 0.85 # 2296539. Non è dato sapere se solo sulle
0.85 o in generale sulle ultime M6 questo inconveniente può manifestarsi.
Esperienze pratiche potranno darci le risposte che cerchiamo. Comunque sulla
Minolta CLE, il Dual Range non funziona. Sui primi esemplari è presente sul
barilotto il rapporto di riproduzione 1:15 a 1:.75, inoltre sugli occhialini c’è
il tipico simbolo a condensatore con la dicitura “E. Leitz Wetzlar”. Gli
ultimi esemplari hanno la pallina di blocco per gli occhialini più piccola,
così gli ultimi tipi di occhialini non possono essere montati sugli obiettivi
della prima serie. Sugli ultimi
esemplari il colore dello strato antiriflesso sulla lente frontale ha un colore
violaceo-marrone come i Summicron IV versione. Il Dual Range ha vetri
abbastanza teneri, al Lantanio, è quindi facile trovare esemplari con la lente
frontale segnata. E’ frequente il velo opaco tra le lenti (*Argomento correlato
a fine pagina). Peso
400 g.
Paraluce, codice identificativo: ITDOO/IROOA/12571/12585/12538
·
Quinta
versione 1980-95, cromato nero, la maggior parte prodotti a Midland,
Canada, gli ultimi in Germania. 6 Lenti ma con schema ottico diverso dalla
quarta versione e nuovi vetri, si è ottenuto così un netto incremento in
termini di nitidezza e contrasto. Il numero “50” è inciso sul barilotto. Peso 225 g. Distanza minima di messa
a fuoco 70 cm. Reintrodotta la leva di messa a fuoco. Nel 1992 è prodotto un
esiguo lotto in finitura cromata, che li rende di difficile reperibilità. (Tra
questi, anche, i 200 obiettivi con numero speciale, dal 3623601 al 3623800, da
abbinare alle 200 M6 Colombo). Paraluce, codice identificativo: 12538/12585
·
Sesta
versione dal 1995, nero peso 240 g., cromato peso 335 g.. Il numero “50” è inciso sul barilotto. 6 Lenti e stesso
schema ottico della quinta versione. Paraluce incorporato. Stesso disegno
ottico della precedente versione. Distanza minima di messa a fuoco 70 cm.
50/1.5 Summarit. 1954-1960. Cromato.
7 Lenti. Messa a fuoco minima 1 m. Peso 320 g. Disegno derivato dallo Xenon, con in più la strato antiriflesso.
Resa poco contrastata e non eccezionalmente incisa, ma ugualmente utilizzabile
in molte situazioni di scarsa luce, con buoni risultati. Per via dei vetri
abbastanza teneri, è facile trovare esemplari con la lente frontale segnata. E’
frequente il velo opaco tra le lenti (*Argomento correlato a fine pagina).
Paraluce, codice identificativo: XOONS
50/1.4 Summilux. Due disegni ottici. 7
Lenti. Cromato e nero. Con una produzione media di circa 2000 esemplari per
anno è generalmente un obiettivo di non semplicissima reperibilità. Fino al
1995 messa a fuoco minima 1 m.
·
Prima
versione 1959-1961 circa, cromato e laccato nero. Distanza minima di messa a
fuoco 1 m. Filtro serie E43. Peso 285 g. Paraluce, codice identificativo: XOOIM/12521
·
Seconda
versione 1961-1968. Dal nr. 1.844.001 formula ottica ricomputata. Cromato, nero
laccato e nero cromato. Distanza minima di messa a fuoco 1 m. Filtro serie E43.
Peso 360 g. Paraluce, codice
identificativo: XOOIM/12521
·
Terza
versione, solo cromato nero. Distanza minima di messa a fuoco 1 m. Filtro serie
E43. Peso 360 g. Paraluce, codice
identificativo: 12586
·
Quarta
versione, il numero “50” inciso in giallo sul barilotto. Distanza minima di
messa a fuoco 1 m. Filtro serie E43. Peso 320 g. Paraluce, codice identificativo: 12586
·
Quinta
versione 1995, paraluce incorporato, messa a fuoco minima 70 cm. Filtro serie
E46. Nero peso
275 g., cromato peso 380g.
·
Versione
Titanio 1997, introdotta per la M6 Titan. Peso 380 g. La produzione limitata
di questa versione ne riduce
ulteriormente la reperibilità. Messa a fuoco minima 70 cm. Filtro serie E46.
·
Versione
Laccata nera 2000, in serie limitata. La produzione limitata di questa versione
ne riduce la reperibilità. Messa a fuoco minima 70 cm. Filtro serie E46. Peso
380 g.
50/1.4 Summilux ASPH. Introdotto nel 2004. E’
il nuovo obiettivo di riferimento, con focale 50 mm e luminosità 1.4, per il
reportage. Resa omogenea su tutto il campo immagine. Primo disegno ottico per
obiettivi Leica-M che comprenda un gruppo ottico flottante, grazie al quale, si
migliora la resa ad ogni distanza di ripresa. Il vetro di uno degli otto
elementi, costa da solo, molto più del
costo complessivo dei sette elementi utilizzati nel precedente modello. Questo
vetro speciale, sviluppato tra i tanti vetri speciali dal produttivo e creativo
Leitz Research Laboratory (venduto nel 1989 alla Corning Glass USA), oggi è
prodotto per Leica dalla Schott Glasswerke di Mainz, Germania. Appena finite le
varie fasi di molatura e lucidatura, questo particolare vetro, viene, entro 1/2
ora, ricoperto dallo strato antiriflesso, altrimenti il protratto contatto con
l’aria, instaura irreversibili processi di ossidazione. La perfezione meccanica
di questo obiettivo, è allo stato dell’arte, grazie infatti ai sistemi
automatizzati, si evitano i lunghi aggiustamenti manuali, assicurando così una
grande qualità costruttiva ed un risparmio sui costi. Messa a fuoco minima 70
cm. Paraluce telescopico incorporato, simile a quello del 90 APO-ASPH. Ghiera
di messa a fuoco zigrinata con aggiunta di leva che ne facilita l’uso rapido.
Filtro serie E46. Peso 335 g.
·
2004,
versione Titanio in tiratura limitata di 550 esemplari abbinati ad altrettante
M7 Titanio che celebrano i 50 anni del sistema M.
50/1.2 Noctilux. 1966-1975 E’ il primo
obiettivo standard, ad impiegare, eccezionale per l’epoca, due superfici asferiche sulla prima e
l’ultima lente (all’estremità del Gauss) e vetro ottico ad elevato indice di
rifrazione. La fase di molatura e lucidatura di queste lenti veniva fatta a
mano, procedimento conosciuto sotto il nome inglese di “grinding and
polishing manual”. Il processo lungo e difficile, produceva superfici di
alta qualità ma anche molti scarti. Il costo finale era molto elevato,
risentiva enormemente del complesso procedimento, dei vetri speciali e del
ridotto numero di obiettivi prodotti, 2000 unità circa. La vocazione esclusiva
e specialistica di questo obiettivo è la piena apertura, per gli impieghi non
estremi si poteva ricorrere al Summilux e al Summicron, entrambi dotati di una
resa ottica, ai diaframmi medi, migliore. Le due lenti asferiche, per la
precisione; le superfici esterne della prima ed ultima lente, favoriscono la
correzione del coma ma non hanno particolare effetto sull’aberrazione sferica,
se quindi si diaframma, l’obiettivo è affetto da “trasfocazione” (spostamento
di fuoco) rendendo di fatto, la resa in termini di nitidezza ai diaframmi
intermedi (impiego in condizioni normali), abbastanza deludente. L’interesse
per questo obiettivo è quasi esclusivamente collezionistico. Distanza di messa a fuoco
minima 1 m. Peso 515 g. 6 Lenti. Filtro
serie VIII. Paraluce, codice identificativo: 12503
50/1 Noctilux. 1976. Progettato dal Dr. Walter Mandler a Midland,
Canada. Maggiore luminosità, senza il ricorso a lenti asferiche. La resa è
superiore al modello precedente, anche se il peso è notevole. Tutta la
produzione nelle varie versioni non ha mai raggiunto quote enormi, per cui la
reperibilità non è molto facile. Nelle versioni recenti è stata accentuata
l’influenza dello strato antiriflesso, ottenendo un maggior contrasto nella
resa ottica. 7 Lenti. Distanza di messa a fuoco minima 1 m.
·
Prima
versione (fino al nr. 2.919.656), paraluce staccabile, filtro serie E58. Peso
580 g.
Paraluce, codice identificativo: 12519
·
Seconda
versione (fino al nr. 3.220.708), paraluce staccabile, filtro serie E60. Peso
630 g.
Paraluce, codice identificativo: 12539
·
Terza
versione, paraluce staccabile di diversa foggia ed attacco, filtro serie E60.
Peso 630 g.
Paraluce, codice identificativo: 12544
·
Quarta
versione 1994. Paraluce incorporato, filtro serie E60. Peso 630 g.
75/1.4 Summilux. Introdotto nel 1980.
Derivato dall’obiettivo militare, progettato dal Dr. Walter Mandler, ELCAN 75/2
codice C-341, di rarissima reperibilità. Superba brillantezza d’immagine. La
produzione non enorme di questo obiettivo ne riduce la reperibilità. Ottimo su
macchine con fattore d’ingrandimento del mirino 0.85. Anche se ingombrante e
pesante ha riscosso grande successo. 7 Lenti. Filtro serie E60.
·
Prima
versione (fino al nr. 3.223.300) con paraluce staccabile. Messa a fuoco minima
1 m. Scarsa reperibilità. Peso 490 g. Paraluce, codice identificativo: 12539
·
Seconda
versione con paraluce incorporato. Messa a fuoco minima 75 cm. Peso 625 g.
·
Terza
versione. Nel
‘98 la produzione, fino ad allora eseguita a Midland in Canada dalla Hughes
Leitz Optics Technologies (dal 1998, appunto, ELCAN [Raytheon]), si sposta in
Germania. Ridotto il peso a 560 g. Messa a fuoco minima 75 cm.
75/2 APO-Summicron ASPH. Nella primavera 2005
viene presentato al pubblico., Rispetto alla precedente versione le dimensioni
sono più compatte, questo è dovuto alla minore apertura massima relativa. Resa
del colore più calda rispetto al 75 Summilux. Contrasto e nitidezza sono
elevatissimi. La resa globale però è meno dura del 90 Apo-Summicron,
avvicinandosi per gradevolezza d’immagine, all’equilibrio nitidezza/plasticità
tanto apprezzate dagli appassionati Leitz. Superfice asferica di un elemento e
lenti flottanti caratterizzano questa realizzazione ottica. Come nel caso del
50/1.4 ASPH, si fa largo uso di un costoso e pesante vetro, sviluppato tra i
tanti vetri speciali dal produttivo e creativo Leitz Research Laboratory
(venduto nel 1989 alla Corning Glass USA), oggi è prodotto per Leica dalla
Schott Glasswerke di Mainz, Germania. Sette lenti. Peso 445 g. Filtro serie
E49. Messa a fuoco minima 70 cm.
90/4 Elmar. Buon obiettivo anche se non paragonabile con gli obiettivi
moderni. Apprezzato per il buon rapporto qualità/prezzo. Messa a fuoco minima 1
m.
·
1964-1968
Cromato, 3 Lenti.
Peso 305 g.
I 5500 circa, esemplari prodotti, ne rendono scarsa la reperibilità. Paraluce,
codice identificativo: IUFOO/12575
90/4 Elmar-C e Minolta
90/4 Rokkor.
Prodotto tra 1973-1977 per la Leica CL e la Leitz/Minolta CL del mercato
asiatico. Sono realmente lo stesso obiettivo, entrambi prodotti da Leitz.
Obiettivo dalla resa molto incisa e maneggevole. La camma di accoppiamento al
telemetro, come nel caso del Summicron
40/2, può essere montato su qualsiasi corpo M con una precisa messa a fuoco. Ha
le stesse dimensioni del 90/2.8 Tele-Elmarit. 4 Lenti. Filtro serie 5.5 da
inserire nel paraluce in gomma. Peso 270 g. Paraluce, codice identificativo: 12517
90/4 Minolta Rokkor. Prodotto per la Minolta
CLE tra il 1982-85. Rivestimento antiriflesso multistrato. Camma tradizionale
Leica-M. Facilmente riconoscibile dalla precedente versione perché il numero di
serie è impresso sul barilotto invece che intorno alla lente frontale. Ha le
stesse dimensioni del 90/2.8 Tele-Elmarit.
90/4 Macro Elmar. Introdotto nel Settembre
2003. Il disegno ottico di questo obiettivo è innovativo. La risoluzione dei
dettagli lo avvicina al 100/2.8
APO-Elmarit per Leica-R, pietra di paragone per gli obiettivi macro. La
messa a fuoco ravvicinata si effettua attraverso l’uso del Macro-Adapter-M (aggiuntico
ottico opzionale, utilizzabile solo con questo obiettivo), con il quale
l’obiettivo raggiunge la messa a fuoco minima di 50 cm, senza tale ausilio, la
messa a fuoco minima parte da 76 cm.
Rientrante, nero e cromato. Paraluce, un gradito ritorno, staccabile e
reversibile. 4 Lenti. Filtro serie E39. Peso versione nera 240 g. Peso versione
cromata 320 g. Paraluce, codice identificativo: 12575/IUFOO
90/2.8 Elmarit. 1959-1974 Testa
svitabile, prodotto in Germania. Filtro serie E39. 5 Lenti. Peso 320 g.
Paraluce, codice identificativo: IUFOO/12575
·
Versione
cromata
·
Versione
nera, difficile reperibilità
90/2.8 Tele-Elmarit. 1964-74 “Nano”. E’ il primo tentativo di produrre un
90 veramente compatto. Buone prestazioni generali. Filtro serie E39. 5 Lenti. Peso 355 g. Messa a fuoco minima 1 m.
Paraluce, codice identificativo: IUFOO/12575
·
Versione
nera, difficile reperibilità
·
Versione
cromata, prodotti circa 600 esemplari, raro
90/2.8 Tele-Elmarit. 1974-1989 versione
sottile. Sostituisce il “Nano”, è il 90/2.8 più sottile e leggero, peso 225 g., mai prodotta da
Leitz/Leica. Ha le stesse dimensioni del 90/4 Elmar per la Leica CL. Obiettivo
da viaggio e reportage, pratico e veloce nell’uso, grazie alla corsa breve
dell’elicoide per la messa a fuoco. Modern Photography lo considera
molto più inciso del 90 Summicron. In effetti la resa è più “secca” e
brillante. Si sono evidenziati in molti casi, fastidiosi segni incisi
internamente alla lente posteriore del gruppo ottico. La rimozione è difficile,
anche una attenta pulizia eseguita da personale qualificato, dimostra solo che
il danno è permanente. La possibile sostituzione dell’elemento ottico è
costosa. Per lungo tempo si è creduto che il problema si annidasse nel
lubrificante (…qualcuno sosteneva fosse a base animale!) dell’elicoide, ma
anche la sostituzione con uno a base sintetica non ha sortito effetti. Il
Signor Horst Braun, manager del dipartimento riparazioni Leica Camera AG,
sostiene che il problema non risieda nel lubrificante dell’elicoide, perché lo
specifico lubrificante utilizzato è lo stesso comunemente usato su tutti gli
obiettivi Leitz/Leica. Egli suggerisce che il problema può essere addebitato ai
funghi che possono aggredire le superfici interne delle lenti. Ma allora perché
questo obiettivo in particolare è spesso affetto da questi funghi? Il
dipartimento di Horst Braun, in futuro, potrà dissolvere i dubbi.
·
4
Lenti. Filtro serie E39 o serie 5.5 da inserire all’interno del paraluce
staccabile in gomma. Messa a fuoco minima 1 m. Le prime serie avevano inciso
intorno alla lente frontale il numero di matricola, le successive sempre sul
barilotto. Nero. Cromati pochissimi esemplari, quindi molto rari. Paraluce, codice
identificativo: 11250/12575
·
Prodotti
a Midland, Canada. Dal 1986 prodotti in Germania, pochi e di difficile
reperibilità
90/2.8 Elmarit. Introdotto nel 1989,
esistono rari prototipi che risalgono al 1984. Prodotto in Germania. Già a
tutta apertura è molto inciso. 4 Lenti, disegno ottico come la versione
Leica-R. Paraluce incorporato. Filtro serie E46. Messa a fuoco minima 1 m.
·
1989
Versione nera. Peso
410 g
·
1997
Versione cromata.
Peso 560 g
·
1998
Versione Titanio introdotta per la M6 Titan. Peso 560 g. La produzione limitata di questa versione ne riduce la
reperibilità
90/2 Summicron. Dal 1957 al 1998, è tra
gli obiettivi più tradizionali del sistema Leica-M. Nelle diverse varianti, non
ha mai raggiunto grosse produzioni. Da un punto di vista collezionistico, le
prime versioni cromate, sono spesso offerte a prezzi nettamente inferiore alla
loro relativa rarità.Tranne i primi 100, tutti prodotti a Midland, Canada.
Messa a fuoco minima 1 m.
·
Prima
versione, cromato con paraluce staccabile e testa svitabile. Peso 680 g. 6 Lenti. Filtro serie E48. Paraluce, codice
identificativo: HMOOD/12527
·
Seconda
versione (fino al nr. 2.997.000), cromato e nero con paraluce incorporato e
testa svitabile. Peso 680 g. 6 Lenti.
Filtro serie E48
·
1980
Terza versione (fino al nr. 3177210), nero. Paraluce incorporato con bordo, in
posizione chiusa copre la ghiera di apertura diaframma. Peso 435 g. 5 Lenti.
Filtro serie E49
·
1982
Quarta versione, nero, con il numero “90” inciso sul barilotto. 5 Lenti. Peso
475 g. Filtro serie E55
·
1992
Quinta versione, cromato. 5 Lenti. Peso 690 g. Filtro serie E55
90/1 ELCAN. Obiettivo militare
progettato dal Dr. Walter Mandler e prodotto a Midland, Canada, equipaggiava la
KE-7A (M4 militare). Introvabile.
90/2 APO-Summicron ASPH. 1998. Apo-Asferico.
E’ il 90 più inciso e corretto mai prodotto, è paragonabile ad un obiettivo
macro già a tutta apertura. Messa a fuoco minima 1 m. 5 Lenti. Filtro serie
E55. Nero peso 500 g. Il modello cromato, presentato alla Photokina 2002, ha un
peso di 620 g.
135/4.5 Hektor. 1954-60 Cromato con banda
inferiore in vulcanite nera.Testa svitabile. Generalmente nel mercato
dell’usato è ottenibile a prezzi esigui, ma questo non significa che è un
obiettivo scadente. Messa a fuoco minima 1.5 m. 4 Lenti. Filtro serie E36 e dal
n° 14161001 filtro serie E39. Peso 440 g. Paraluce, codice identificativo:
IUFOO/12575
135/4 Elmar. 1960-65 Cromato con banda
inferiore in vulcanite nera. Alcuni esemplari neri. Più nitido dell’Hektor.
Testa svitabile. 4 Lenti. Filtro serie E39. Peso 440 g. Messa a fuoco minima
1.5 m. Paraluce, codice identificativo: IUFOO/12575
135/4 Tele-Elmar. 1965-1998. Solo
nero. Messa a fuoco minima 1.5 m. 5 Lenti. Considerato il miglior 135 fino
all’introduzione del 135/3.4 APO-TELYT.
·
Prima
versione 1965. Testa svitabile. Ghiera di messa a fuoco “smerlettata”. Filtro
serie E39. Peso 550 g. Paraluce, codice identificativo:IUFOO/12575
·
Seconda
versione 1980. Testa svitabile. Ghiera di messa a fuoco finemente “zigrinata”.
Filtro serie E39. Peso 550 g. Paraluce, codice identificativo: 12575/IUFOO
·
Terza
versione 1993. Paraluce incorporato. Filtro serie E46. Peso 550 g.
135/3.4 APO-TELYT. 1998. La Leica lo
definisce il
miglior 135 di tutti i tempi. 5 Lenti.
Filtro serie E49. Peso 450 g. Messa a fuoco minima 1.5 m. Paraluce
incorporato.
135/2.8 Elmarit. 1963-1997. Obiettivo
dotato di aggiuntivo ottico incorporato, “occhialini”, che consente un
ingrandimento per una più agevole messa a fuoco. La grande luminosità relativa
rende questo obiettivo utilissimo nelle condizioni di scarsa illuminazione,
inoltre la ridotta profondità di campo permette di staccare il soggetto inquadrato dallo sfondo. Ottimo anche per i
ritratti a pieno formato. Il peso, l’ingombro e le dimensioni fanno di questo
obiettivo un oggetto spesso disdegnato anche se le ottime prestazioni rientrano
a pieno titolo nelle riuscite realizzazioni Leitz.
·
Prima
versione 1963-1973 (fino al nr. 2.788.926). 5 Lenti in 4 gruppi identico alla
versione per Leicaflex. Ingrandimento aggiuntivo ottico 1.4x. Paraluce
incorporato a due elementi. Ghiera di messa a fuoco “smerlettata”. Filtro serie
VII da montare con anello adattatore 14161. Testa svitabile per utilizzo con
Visoflex II e III. Messa a fuoco minima 1.5 m. Peso 730 g.
·
Seconda
versione 1976-1997. 5 Lenti in 4 gruppi ma in una nuova configurazione identico
alla versione per Leica-R. Ingrandimento aggiuntivo ottico 1.5x. Paraluce
incorporato ad un elemento. Ghiera di messa a fuoco finemente “zigrinata”.
Filtro serie VII da montare con anello adattatore 14161, dal nr. 2.788.926 E55.
Testa svitabile per Visoflex. Messa a fuoco minima 1.5 m. Peso 735 g.
Leitz Extender-M 1.5x. E’ un moltiplicatore di
focale per Leica-M estremamente raro, rimasto allo stadio di prototipo. Nel
1980 la Leitz sospese temporaneamente la produzione dell’obiettivo 135 Tele-Elmar.
La E. Leitz di Midland, Canada, condusse studi che portarono alla realizzazione
di questo dispositivo che era espressamente dedicato al compatto 90/2.8
Tele-Elmarit. L’accoppiamento al telemetro consentiva così la perfetta messa a
fuoco con un rapporto d’ingrandimento 1.5x che trasformava il 90 Tele-Elmarit
in un 135 con luminosità 3.5. L’insieme garantiva una buona compattezza, ed il
rammarico è che sia rimasto solo allo stadio di prototipo, infatti non vi è
traccia alcuna nella documentazione ufficiale e quantomeno nel listino Leitz
dell’epoca, di questo interessante accessorio. Non si conosce, quindi, neanche
lo schema ottico. La produzione di questo prototipo è stimata intorno ai 10
esemplari, rendendolo così, un raffinato ed appetibile oggetto da
collezione piuttosto che utilissimo utensile fotografico, purtroppo.
*Velo opaco sulle lenti
interne
Alcuni obiettivi Leitz,
anni ‘50 e primi anni ’60, sono proni al fenomeno di quel sottile velo opaco
che si forma sulla superficie interna delle lenti, chiamato in inglese
“fogging” o “hazing”. Per anni si è creduto che il problema provenisse dal tipo
di lubrificante utilizzato per gli elicoidi di messa a fuoco. Il quesito è
stato girato al Signor Horst Braun, Manager del dipartimento riparazioni della
Leica Camera AG, che così ha risposto:
“ I vetri speciali ad
alto indice di rifrazione usati, erano sfortunatamente soggetti a questi danni
prodotti dalla corrosione dovuta alla tendenza, che i vetri avevano, ad
assorbire umidità. Solo più tardi con la disponibilità di nuovi rivestimenti
antiriflesso, fu possibile ovviare a questo sgradito inconveniente. Non credo,
pertanto, che la natura del lubrificante utilizzato per gli elicoidi, possa
causare questa patina, perché anche altre superfici interne dei vetri, che in
nessun modo avevano una relazione diretta o indiretta di vicinanza con il
grasso lubrificante, erano affetti dello stesso “male”. Io sospetto che, il
motivo per cui gli obiettivi Nikon e Canon della stessa epoca, non hanno mai sofferto
dello stesso problema, è dovuto al fatto che entrambi usassero vetri meno
igroscopici ma anche meno performanti.”
In altre parole, il vetro
usato dalla Leitz in quel periodo, anche se più pregiato e costoso dei suoi
diretti concorrenti asiatici, aveva in se stesso un punto debole. Questo è
ancor più vero per quegli obiettivi conservati per anni nel proverbiale
“cassetto”. E’ quindi necessario visionare bene in controluce gli obiettivi di
una certa età, che pur apparendo in buone condizioni generali, possono
riservare, ad un attento esame, qualche brutta sorpresa. L’eventuale pulizia è
possibile nel centro assistenza Leica di Solms, mettendo, però, in preventivo
una buona somma di denaro da sborsare. E’ possibile, comunque, che neanche l’accurata manutenzione dei tecnici
specialisti della casa “madre”, possa risolvere il problema, se i danni da
corrosione hanno raggiunto entità irreversibili. La sostituzione eventuale di
alcuni elementi ottici, laddove sia possibile, è sicuramente l’opzione più
estrema ed esosa.
Alcuni obiettivi poi,
hanno la lente frontale, per intrinseca natura, più incline a graffi da pulizia
(nella Scala di Mohs, che empiricamente vàluta la durezza dei minerali, si
potrebbe definire la durezza del Lantanio intorno al valore 2). Il Lantanio,
infatti, utilizzato sui 50mm Summicron, Summarit e Summitar degli anni ’50 e
‘60, pur regalando immagini di una plasticità incomparabile, aveva nella
“morbidezza molecolare” il suo tallone d’Achille. E’ più facile, quindi,
imbattersi in obiettivi Nikkor e Canon di quell’epoca, con lenti frontali
limpide e prive dei fastidiosi segni da pulizia.
Giuseppe
Ciccarella