VIAGGIARE
NEL DESERTO |
IL
DESERTO |
Un
viaggio nel deserto è un viaggio nella vastità e nel silenzio, ma è
soprattutto un viaggio in sé stessi, tra gli spazi infiniti, i cieli
notturni traforati da miliardi di stelle, la solitudine. Recita un antico
detto tuareg: "Dio ha creato paesi ricchi di acqua perché gli uomini
ci vivano, i deserti perché vi trovino la propria anima".
PRINCIPALI
DESERTI DEL MONDO |
Nome
(Ubicazione) Estensione approssimativa
Sahara (Nordafrica) Kmq 7.800.000
Libico - Nubiano (Libia, Egitto, Sudan) Kmq 1.770.000
Gobi (Cina, Mongolia) Kmq 1.500.000
Kalahari (Botswana) Kmq 750.000
Rub-al-Khali (Penisola arabica) Kmq 700.000
Patagonico (Argentina) Kmq 670.000
Dasht-e-Kavir (Iran) Kmq 400.000
Gran Deserto Sabbioso (Australia) Kmq 400.000
Taklamakan (Cina) Kmq 400.000
Siriaco (Siria, Giordania, Iraq) Kmq 330.000
Gran Deserto Vittoria (Australia) Kmq 320.000
Arabico (Egitto) Kmq 300.000
Karakumy (Turkmenistan) Kmq 300.000
Kyzylkum (Uzbekistan, Kazakistan) Kmq 300.000
Thar (Pakistan, India) Kmq 260.000
Gibson (Australia) Kmq 220.000
An-Nafud (Arabia Saudita) Kmq 150.000
Atacama (Cile) Kmq 132.000
Il deserto per antonomasia, e quello a noi più vicino e quindi
accessibile, è il Sahara, una regione vastissima che va dalle coste
atlantiche al Mar Rosso. Il suo nome deriva dall'arabo e significa
"niente, nulla". Tuttavia, nonostante il significato del suo
nome e quello che taluni credono, il deserto, ed il Sahara in particolare,
è tutt'altro che un "nulla" monotono e privo di vita. Tra
pinnacoli di roccia e dune in movimento sotto l'azione del vento, plateau
sassosi e montagne strapiombanti, in un alternarsi di luci e colori senza
eguali, in paesaggi sempre vari che vanno dall'erg (il deserto sabbioso),
al reg (il deserto sassoso), all'hamada (il deserto pietroso), vive una
fauna elusiva. Piccoli esseri come scorpioni, scarafaggi, coleotteri
tenebrionidi, lucertole e ratti canguro fanno capolino tra la sabbia,
mentre animali di maggiori dimensioni, come i fennec (le volpi del deserto
dalle lunghe orecchie) e le gazzelle dorcas, si vedono sfrecciare tra le
dune.
In epoche ormai lontane questo stesso territorio sahariano era ricoperto
da praterie abitate da giraffe ed elefanti e solcato da fiumi in cui
nuotavano coccodrilli ed ippopotami. Un ambiente che solo 6000 anni fa ha
iniziato ad inaridirsi per trasformarsi in quello che oggi è un paesaggio
di aspra e spettacolare bellezza. Testimonianze della vita quotidiana,
delle battute di caccia e dei riti propiziatori di antiche popolazioni, si
trovano ancor oggi raffigurate sulle pareti rocciose del Tassili, dell'Adrar,
del Tibesti. Affioranti dalla sabbia o nascoste sul fondo di antichi ouadi,
emergono vestigia di una vita che ora non c'è più: pestelli, mortai,
amigdale, punte di freccia, raschiatoi, frammenti di ceramica.
Ma ancora oggi si vive nel deserto. Dove sgorga un filo d'acqua, dove
sorge un pozzo, là nasce un'oasi. L'uomo del deserto ha imparato ad
essere parsimonioso e all'ombra delle palme, grazie al suo ingegno a alla
sua tenacia, ha impiantato culture, riuscendo a ricavare da stentati
campicelli verdura fresca e frutti gustosi.
Per chi ha occhi non solo per vedere ma per guardare, per chi vuole e sa
capire, per chi sa dare un senso allo scorrere lento del tempo, alla
solitudine, al silenzio, ci sarà l'opportunità di vivere nel deserto
un'esperienza indimenticabile. E una volta che l'avrà vissuta vorrà
riviverla ancora.
Un viaggio nel deserto è un'esperienza affascinante, che va però
preparata con cura e senza improvvisazioni. L'ambiente ostile, le
condizioni estreme, impongono attenzione e prudenza.
Il periodo
migliore per un viaggio nelle regioni sahariane è quello che va da
ottobre a marzo. In questo periodo il cielo è terso e l'aria secca.
Durante il giorno la temperatura è ideale, mentre le notti sono fresche e
talvolta anche fredde. L'escursione termica nell'arco della giornata è
decisamente ampia raggiungendo anche i 40° C.
Per la notte
occorreranno un buon sacco a pelo in grado di difendere dalle
rigide temperature notturne e un materassino. La tenda dovrà
essere dotata di picchetti da sabbia per agevolarne la tenuta. I più
intrepidi potranno invece scegliere di dormire à la belle étoille,
assaporando il fascino di una notte sotto un cielo trapunto di stelle. Da
non dimenticare la torcia elettrica con le batterie di ricambio,
una borraccia, una bussola, un coltellino multiuso.
L'abbigliamento
dovrà comprendere un paio di buone scarpe da deserto in tela con
suola in gomma ed alte alla caviglia, calzoni in tela leggera,
meglio se con le mezzegambe staccabili, T-shirts oppure camicie
a manica lunga per evitare scottature alle braccia. Molto utile il
tipico copricapo touareg, lo shesh, una lunga fascia di cotone che
si avvolge attorno al capo, che può essere acquistato facilmente in un
mercatino locale. In alternativa possono essere utilizzati un cappello,
una bandana, un fazzoletto da collo che all'occorrenza viene
sollevato sul viso per ripararsi da sabbia e vento. Da non dimenticare un
paio di occhiali da sole. Quando il sole tramonta è il momento di
infilarsi una felpa ed un paio di pantaloni pesanti. Più
tardi, quando il freddo comincerà a farsi pungente, tornerà comoda una
giacca di piumino. Nelle gelide notti del deserto, prima di infilarsi
nel sacco a pelo, è meglio indossare una maglia di lana ed un
caldo pigiama, oppure una tuta o una calzamaglia.
Risulterà certamente utile anche un berretto di lana.
Qualche consiglio:
- nel deserto, nascosti sotto la sabbia, vivono scorpioni e piccoli
serpenti velenosi: è sempre meglio scrollare abiti e scarpe prima di
indossarli
- per evitare di piagare i piedi, togliete frequentemente dalle scarpe la
sabbia che inevitabilmente si intrufola.
Nel deserto
l'aria è secca e la traspirazione non lascia tracce sulla pelle, pertanto
lavarsi diventa un'esigenza un po' meno sentita. D'altra parte l'acqua è
preziosa e bisognerà usarla con parsimonia. Usando un vaporizzatore a
spruzzo (sul tipo di quelli utilizzati per taluni prodotti per le
pulizie domestiche), potreste riuscire a lavarvi consumando un solo
bicchiere d'acqua. Una spugnetta vi aiuterà ulteriormente. Per
l'igiene intima sono ottimi i fazzolettini umidificati. Quando
raggiungerete un'oasi o un villaggio potrete poi rinfrescarvi e lavarvi a
fondo con una buona doccia.
Nel deserto non vi sono servizi igienici. Le necessità fisiologiche
dovranno quindi essere espletate all'aperto. Allontanatevi un poco dal
campo e scavate una piccola buca. Fattone l'uso appropriato ricopritela
diligentemente, avendo cura che il vento non s'impossessi di pezzi di
carta igienica che potrebbe spargere nei dintorni e tra le tende con
immaginabile imbarazzo vostro e dei vostri compagni di viaggio.
Essendo un ambiente secco il deserto impiega molto più tempo a degradare
cartacce e altri rifiuti. Bisognerà quindi avere il massimo rispetto
dell'ambiente ed evitare di gettare al vento carte di caramelle, pacchetti
di sigarette, mozziconi, scatolette, barattoli, vetri ed altri rifiuti.
Appena montato il campo, scavate una profonda buca nella quale gettare
tutti i rifiuti. Il giorno della partenza prima di lasciare il campo,
raccogliete gli eventuali rifiuti, anche di piccole dimensioni, che ancora
sono sparsi per il campo, gettateli nella buca e date fuoco. Abbiate cura
di bruciate tutto scrupolosamente, dopodiché ricoprite le ceneri e i
residui con la sabbia. I piccoli avanzi organici commestibili possono
anche essere lasciati all'aria aperta. Gli animaletti del deserto saranno
ben felici di questo inaspettato regalo.
Non avendo
possibilità di approvvigionamento, nel deserto si dovrà necessariamente
essere autosufficienti per quanto riguarda cibo e acqua. A tale proposito
sono tre gli elementi da tenere in considerazione per i problemi logistici
e ambientali che un prolungato viaggio nel deserto impone: il volume,
l'apporto calorico e la deperibilità.
Il caldo, la sudorazione (nei climi caldi e secchi come nel deserto si
possono perdere quantità enormi di liquidi senza accorgersene e restando
praticamente asciutti), la necessità di reintegrare sali minerali e
zuccheri, suggeriscono una dieta con un buon apporto calorico e di sali,
senza dimenticate la giusta proporzione tra proteine (15%), grassi (25%) e
carboidrati (60%). Per un adulto l'apporto calorico necessario dovrebbe
essere di circa 3000 calorie/giorno in assenza di particolare attività
fisica, che aumenta in presenza di attività quali trekking, guida di
automezzi (auto, moto in caso di raid), ecc….
VALORE CALORICO PER 100 gr. DI ALCUNI ALIMENTI
ALIMENTI |
CALORIE |
Alici
sotto olio |
215 |
Arachidi
tostate |
595 |
Arance |
34 |
Arance
(succo) |
59 |
Banane |
91 |
Bel
Paese (formaggio) |
375 |
Biscotti
comuni |
351 |
Burro |
742 |
Cacao
puro amaro |
500 |
Caciocavallo |
440 |
Caciotta
toscana |
357 |
Caffè
tostato |
350 |
Carote |
43 |
Corned
Beef (scatola) |
215 |
Crackers |
428 |
Cioccolato
al latte |
545 |
Cioccolato
fondente |
612 |
Cipolle |
35 |
Coca
Cola |
39 |
Coppa |
465 |
Datteri |
230 |
Emmenthal |
395 |
Fagioli
secchi |
327 |
Fette
biscottate |
410 |
Fontina |
360 |
Funghi
secchi |
316 |
Groviera |
402 |
Grissini |
433 |
Gomma
da masticare |
334 |
Lardo |
907 |
Latte
condensato |
336 |
Latte
intero in polvere |
485 |
Lenticchie |
320 |
Manzo
in scatola |
124 |
Marmellata
di frutta |
230 |
Margarina |
742 |
Mascarpone |
450 |
Mortadella |
399 |
Noci |
700 |
Nocciole |
551 |
Olio
di oliva |
900 |
Olio
di semi |
910 |
Panettone |
334 |
Pancetta
di maiale |
632 |
Parmigiano |
397 |
Pasta |
368 |
Patate |
72 |
Pecorino
sardo |
352 |
Pesce
in scatola |
305 |
Pinoli |
567 |
Pomodori
pelati conservati |
9 |
Prosciutto
cotto |
422 |
Prosciutto
crudo |
504 |
Prugne
secche |
270 |
Riso |
357 |
Salame
fiorentino |
425 |
Salame
"Milano" |
470 |
Salsicce
secche |
506 |
Sardine
sottolio |
214 |
Sgombro
in scatola |
220 |
Savoiardi
(biscotti) |
392 |
Tonno
sotto olio |
258 |
Torrone |
441 |
Würstel |
342 |
Zampone |
334 |
Zucchero |
398 |
L'esperienza
ci insegna che possiamo stimare circa 1 Kg di cibo aliorno per persona se,
nell'ottica di contenere peso e volume delle scorte, si opta per cibi ad
alto contenuto calorico con una media di 300-350 calorie per etto.
Per quanto possibile cercate di ridurre al minimo cibi in scatola e
liquidi in bottiglie di vetro. Scatole metalliche, barattoli, vetro, non
possono essere bruciati, inoltre al peso del cibo aggiungono quello della
confezione. Non va nemmeno trascurato il fatto che i cibi inscatolati di
norma perdono in parte il loro potere calorico.
Detto ciò scegliete di portare con voi dall'Italia cibi genuini e che
possono essere abbastanza facilmente conservati, integrando con cibi
freschi (frutta, verdure) acquistati in loco prima di addentrarvi nel
deserto.
Al mattino si potrà prevedere una abbondante colazione a base di tè,
caffè, latte (condensato), fette biscottate, biscotti, marmellata, miele,
nutella (per questi ultimi tre alimenti esistono confezioni monodose che
vi consentiranno di evitare i barattoli di vetro i quali, oltretutto, si
possono rompere).
Per lo spuntino di metà mattina vanno bene frutta secca, frutta
disidratata, formaggini, crackers.
A pranzo ci si accontenterà di piadine confezionate, formaggio
stagionato, formaggini, strisce di carne essicata e/o affumicata, speck,
prosciutto e salumi in confezione monodose (attenzione: i salumi col caldo
si deteriorano rapidamente), frutta fresca, datteri.
La cena rappresenterà il pasto principale e non mancherà di un piatto
caldo. Spaghetti, penne, minestroni liofilizzati, tortellini, conditi
secondo fantasia (e disponibilità di ingredienti) rappresenteranno il
piatto forte, e poi tonno, parmigiano, qualche snack sfizioso in scatola,
pane caldo e croccante (certamente le vostre guide locali saranno in grado
di cucinarlo cuocendolo in una buca nella sabbia), patate (lesse o cotte
alla brace), datteri, frutta fresca o sciroppata. Per finire un tè (e
magari un bicchierino di whisky) sorseggiato attorno al fuoco mentre si
commentano gli avvenimenti della giornata o si ascoltano i racconti delle
nostre guide sahariane o dei compagni di viaggio più esperti.
L'acqua è
indispensabile alla vita. Si può sopravvivere solo qualche giorno senza
ingerire liquidi.
Il fabbisogno giornaliero per un adulto è di un litro e mezzo, ma molto
dipende dalla quantità di liquidi persi con la traspirazione.
La sudorazione è un meccanismo fondamentale per la regolazione termica
corporea; il sudore evaporando provoca la dissipazione del calore corporeo
in eccesso. Per evitare di disperdere eccessive quantità di liquidi si
possono adottare gli usi e le abitudini delle popolazioni che da sempre
convivono con questo problema. I touareg per esempio, sono sempre
abbigliati con diversi strati di tessuto che li ricoprono interamente.
Molto adatto alla situazione è il tipico copricapo touareg: lo shesh. Si
tratta di una fascia di cotone lunga sino a 6 metri che viene avvolta
attorno al capo e al viso proteggendo anche bocca e naso, contribuendo così
a conservare l'umidità contenuta nel nostro respiro. Assolutamente da
evitare l'errore di scoprirsi eccessivamente (non vedrete mai un touareg
spogliarsi al sole!) o di esporsi al sole a torso nudo. La disidratazione
e la perdita di sali minerali può causare gravissime conseguenze, con
dolori articolari e senso di spossatezza.
Nel deserto è quindi di fondamentale importanza reintegrare i liquidi e i
sali minerali persi, aiutandosi eventualmente anche con reintegratori
salini.
Al consumo di acqua per usi alimentari va poi aggiunto quello per l'igiene
personale e per la pulizia delle stoviglie e del materiale di cucina.
Tenuto conto di tutto questo bisogna stimare un consumo di cinque litri
(minimo vitale 2-3 litri) di acqua a testa al giorno. Bisogna poi
aggiungere una adeguata riserva per gli automezzi, gli imprevisti e per le
eventuali perdite dovute a danneggiamento dei contenitori dei liquidi. Non
tralasciare l'eventualità di restare bloccati per più giorni nel deserto
a causa di guasti all'automezzo (a tale proposito è buona norma non
viaggiare mai con un singolo automezzo!!), smarrimenti o altri eventi
imprevedibili. I contenitori del prezioso elemento dovranno essere stivati
in modo da prevenire fuoriuscite o rotture. Infine i contenitori dovranno
in ogni caso essere più di uno (una cautela indispensabile nel caso di
danneggiamento di un contenitore con fuoriuscita del liquido). Ogni
automezzo dovrà essere dotato di una scorta propria. Ogni partecipante al
viaggio dovrà essere dotato di una piccola riserva personale (borraccia)
da tenere sempre con sé.
Non dimenticate: nel deserto l'acqua è il bene più prezioso!
SOPRAVVIVENZA APPROSSIMATIVA NEL DESERTO (in giorni)
Temperatura
max all'ombra |
Quantità
d'acqua per persona
(in litri) |
Restando
sempre fermi all'ombra |
Camminando
di notte e riposando di giorno all'ombra |
Più
di 35° C |
Senza
acqua
1
2
4
10 |
2 - 5
2 - 6
2 - 6,5
2,5 - 7,5
3,5 - 11,5 |
1-3
1 - 3,5
2 - 3,5
2,5 - 4,5
3,5 - 6,5 |
25°-35°
C |
Senza
acqua
1
2
4
10 |
5,5 -
9,5
6 - 11
6,5 - 12
7,5 - 14
11,5 - 23 |
3,0 - 7,5
3,5 - 8
3,5 - 8,5
4,5 - 10
6,5 - 14 |
Anche se sulle piste classiche, dove vi è una intensa circolazione, i veicoli 4x4 possono non essere necessari, quando si esce dai circuiti più battuti diventano invece indispensabili.
Nel deserto si dovrà ben presto fare i conti con termini come fech-fech e tôle ondulée. Il primo è un miscuglio di sabbia e argilla, la seconda, il cui nome molto appropriato significa "lamiera ondulata", è un fondo costituito da un interminabile susseguirsi di piccole onde create dal sobbalzare ritmico delle sospensioni.
Sulla sabbia
La guida su sabbia è forse il caso più frequente di un viaggio in fuoristrada, ovviamente quasi la regola in un viaggio transahariano.
Anzitutto è bene sapere che la sabbia è più dura con le temperature più basse rispetto alle più alte, quindi più consistente al mattino piuttosto che a mezzogiorno e più dura in inverno che d'estate.
E' importante che sulla sabbia l'automezzo mantenga una velocità relativamente elevata. Infatti più rapidamente procederà, minore sarà la pressione sul terreno, con conseguente riduzione del rischio di insabbiamento. Una volta raggiunta la velocità necessaria al "galleggiamento" bisognerà cercare di mantenerla il più possibile costante, per evitare che l'automezzo sprofondi. La marcia risulterà comunque lenta ed il motore costantemente sotto sforzo; bisognerà pertanto tenere d'occhio la temperatura dell'acqua, perché il motore tenderà a surriscaldarsi ed il flusso d'aria necessario al raffreddamento potrebbe essere insufficiente. In caso di surriscaldamento sostate e lasciate raffreddare il motore. Prima di spegnerlo però, fatelo salire di giri con qualche accelerata, in modo da favorire la circolazione dell'acqua.
Per la guida su sabbia ha grande importanza la scelta dei pneumatici. In particolare è fondamentale poter ridurre la pressione dei pneumatici. Nel caso ci si imbattesse in un tratto cedevole, una forte riduzione della pressione darà buoni risultati. Così facendo, infatti, la superficie portante risulta sensibilmente aumentata e l'automezzo procede più agevolmente. In queste condizioni bisognerà aver cura di mantenere una velocità moderata, perché altrimenti il pneumatico rischia di uscire dal cerchione. Non dimenticate però di riportare il pneumatico alla pressione normale non appena superato il tratto cedevole.
In curva, o nel caso di brusca sterzata, l'automezzo, trattenuto dalla sabbia, non potrà sbandare, ma tenderà ad inclinarsi sul lato esterno della curva stessa, facendo sprofondare le ruote. Questo potrebbe causare il capottamento del mezzo.
Uno dei problemi più frequenti in un viaggio nel deserto, è quello dell'insabbiamento. Nel caso ciò si verificassi è meglio non insistere sull'acceleratore: la conseguenza potrebbe essere quella di un ulteriore e progressivo sprofondamento dell'autoveicolo, senza contare dello sforzo a cui sono sottoposti frizione e trasmissione. Saranno utili in questo caso pala, piastre da sabbia e binda. Quest'ultima è in pratica un martinetto meccanico in grado di sollevare l'automezzo più di quanto possa fare un normale cric. Piazzandola prima davanti e poi dietro sarà possibile sollevare il mezzo e liberare così alternativamente le ruote anteriori e posteriori per infilarvi sotto le piastre da sabbia, o in mancanza di queste rovi, rami, sassi o quant'altro, ivi compresi i tappetini o le ruote di scorta, in modo da creare un punto d'appoggio sul quale le ruote (se è il caso opportunamente sgonfiate) possano trovare aderenza. Una volta usciti dall'insabbiamento non fermatevi sinché non siete certi di trovarvi su una superficie a maggiore tenuta (anche se chi è rimasto a terra manifesterà segni di nervosismo!). Sempre con l'intento di ridurre il rischio di insabbiamenti, si evitino inoltre brusche accelerate o frenate.
In ogni caso la miglior scuola per una guida sulla sabbia è la pratica; dopo decine di insabbiamenti imparerete per forza!
Sulla sabbia evitate inoltre di procedere all'interno delle tracce di precedenti autoveicoli; statene al di fuori e incrociate i solchi. Nei tratti difficili si alleggerisca il più possibile il veicolo.
Sul fech-fech si inserisca da subito una marcia bassa mantenendo il massimo regime di giri. I pneumatici andranno invece tenuti alla pressione minima (ovviamente si dovrà disporre di un congegno per poterli poi rigonfiare!).
La tôle ondulée
Il micidiale susseguirsi di piccole onde compatte è una vera tortura per passeggeri e automezzi. Questi ultimi vibrano e sembrano cadere a pezzi, le molle di sospensione sono messe a dura prova, i dadi delle ruote si allentano, i cristalli scricchiolano paurosamente, mentre i passeggeri soffrono e i bagagli "volano". In presenza quindi di un fondo di questo tipo, e avendone la possibilità, non fatevi scrupolo ad uscire di pista (con attenzione e cautela!!) procedendo parallelamente alla stessa.
Le gobbette possono essere profonde anche 25-30 centimetri ed essere distanziate da qualche decina di centimetri sino ad oltre un metro. Per affrontarle vi sono due tecniche contrapposte: quella di aggredirle con velocità molto elevate oppure quella di procedere molto lentamente. Nel primo caso i risultati si vedono quando viene raggiunta una velocità di 65/80 km/h, ma bisogna tenere conto che a una simile velocità, per non parlare di velocità più elevate, la tenuta di strada si riduce notevolmente con conseguente rischio di uscite di pista e di testacoda. Particolare attenzione bisognerà allora prestare alle curve e ai dossi. Nel caso in cui il peso e/o il carico dell'automezzo non consentano di raggiungere la velocità di soglia, bisognerà invece rassegnarsi a procedere alla penosa velocità di 20/25 Km/h.
Sulla tôle ondulée si suggerisce di guidare con pneumatici gonfiati ad una pressione leggermente inferiore rispetto al normale, anche per tener conto del rischio che a 70/80 km/h il pneumatico eccessivamente gonfiato possa scoppiare, con l'inevitabile ribaltamento dell'automezzo.
Dopo un lungo tratto in queste condizioni è buona regola controllare la pressione dei pneumatici (il calore e i colpi ne favoriscono l'innalzamento), il serraggio dei dadi delle ruote e lo stato delle sospensioni.
Il djebel
Alcune tra le più affascinanti piste sahariane corrono in regioni montagnose. Nel Sahara le piste di montagna (in arabo "montagna" si dice djebel) hanno spesso forti pendenze e sulle quali le curve a gomito e la natura accidentata del terreno rappresentano ostacoli formidabili. Gli stessi ciottoli rappresentano un ulteriore pericolo in caso di frenata sul bordo di burroni o in curva. In questa situazione si evitino le brusche frenate, si utilizzino le marce ridotte sia in salita che in discesa, si utilizzi il freno motore scalando le marce. In caso di sosta si aiuti il freno a mano posizionando dietro le ruote dei cunei o delle grosse pietre.
In presenza di salite molto ripide ed impegnative, può essere d'aiuto potenziare ulteriormente il motore smontando il filtro dell'aria.
Attraversamento di ouadi
Gli ouadi (detti anche oued), sono corsi d'acqua a regime saltuario. Nella stagione secca sono abitualmente asciutti, ma nel periodo delle piogge possono diventare estremamente pericolosi con piene improvvise anche di grande portata.
L'attraversamento di uno ouadi, soprattutto nella stagione delle piogge, dovrà quindi essere compiuto con la massima prudenza. Bisognerà anzitutto evitarne l'attraversamento in caso di piena, poiché la forza impetuosa della corrente potrebbe travolgere il mezzo rovesciandolo. Dopo aver verificato che il livello delle acque consente l'attraversamento, si abbia l'accortezza di lasciar raffreddare il motore e la coppa dell'olio prima di affrontare il guado. Una volta intrapreso l'attraversamento si mantenga una velocità costante a pieno regime di giri tenendo le ruote diritte nella direzione prescelta.
Vento, polvere, tempeste di sabbia
Quando si alza il vento la polvere, già di per sé sempre presente in una traversata nel deserto, diventa un pericolo ulteriore. La visibilità diventa estremamente ridotta, la pista si ricopre di sabbia e scompare alla vista e il rischio di perdersi aumenta considerevolmente. Soprattutto, ma non solo, se si viaggia in colonna con altri automezzi (come non ci stanchiamo di consigliare), i fari dovranno essere tenuti accesi, soprattutto per segnalare la propria presenza. Dato però che la polvere sollevata, tanto dal vento quanto dagli automezzi, sarà molta, i mezzi dovranno procedere a grande distanza gli uni dagli altri (anche oltre un chilometro). In questo caso, pur con i fari accesi, le probabilità di perdersi sono elevate. Conviene quindi programmare soste frequenti per incontrarsi e contarsi.
Se il vento si trasforma in tempesta di sabbia non c'è scelta: bisogna fermarsi. Cercate di proteggere al meglio il motore e armatevi di pazienza.
Un problema particolare è rappresentato dai sorpassi. Quanto più ci si avvicina al mezzo che ci precede, tanto è maggiore la polvere sollevata. Il sorpasso è quindi spesso "cieco". Siate quindi particolarmente prudenti!
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