Risorsa
fondamentale non solo per cucinare, ma anche per bollire l’acqua, per
riscaldarsi, per asciugare i vestiti, per illuminare, per allontanare gli
insetti, per tenere lontani animali in cerca di preda, per fare
segnalazioni o anche solo per creare una atmosfera piacevole, il fuoco è,
forse ancor prima del rifugio per la notte, l’elemento base di un
accampamento.
Il
fuoco va posizionato sottovento rispetto alla tenda in uno spazio
abbastanza aperto oppure a ridosso di una parete riparata dal vento. Per
evitare il rischio di incendi il terreno andrà preventivamente preparato
liberandolo da sterpaglia, erba e foglie secche, rami, rovi e tutto quanto
potrebbe prendere fuoco accidentalmente.
Per
accendere il fuoco è necessario preparare un’esca secca e facilmente
infiammabile utilizzando via via nell’ordine carta, erba o foglie ben
secche, muschio secco, trucioli, pigne, rametti man mano più grossi sino
ai ciocchi o tronchetti finali.
Si
tenga presente che il legno tenero (agrifoglio, abete, melo…) fa’ più
luce del legno duro, rilascia molto calore ma brucia piu’ in fretta.
E’ adatto per attizzare il fuoco. Produce
scintille e molta piu’ cenere che braci.
Un
fuoco vivo è piu’ adatto per cuocere o far bollire l’acqua.
Il
legno duro (quercia, faggio, leccio, acero) brucia piu’ lentamente e
regolarmente; produce tizzoni e braci che possono essere utilizzati per
cuocere lentamente.
Per
arrostire sono più adatte le braci.
Ogni
tipo di legno cede al cibo un suo particolare sapore.
Il
fuoco riscalda di più con le braci che con la fiamma.
Vari
fuochi piccoli emanano più calore di un unico fuoco grande che è anche
più difficile da controllare e da alimentare.
La
legna umida fa’ un fumo denso e può essere sfruttata per tenere lontano
gli insetti (zanzare ecc…).
La
legna verde brucia più lentamente di quella secca che produce una fiamma
vivida ma dura meno.
Se
non si ha a disposizione legna a sufficienza può essere utilizzato come
combustibile anche lo sterco degli animali, come viene fatto abitualmente
nel deserto dai beduini (sterco di cammello) o dalle popolazioni più
povere di molti paesi del mondo (ad esempio India, Africa ecc… dove si
utilizza soprattutto lo sterco secco dei bovini). Nelle regioni artiche
gli eschimesi utilizzano come combustibile il grasso di balena o di foca.
Anche la torba (secca) può essere utilizzata come combustibile. In riva
al mare si possono reperire ed utilizzare le alghe secche.
La
resina delle pigne e dei tronchi di pino si accende facilmente anche se
umida. Il legno di pino invece, in quanto resinoso (come altri similari,
quali il pruno) scoppietta vivamente nel fuoco ed andrebbe pertanto
evitato. Anche la corteccia della betulla contiene un olio resinoso che
brucia facilmente.
Salice,
ontano, castagno e pioppo non bruciano bene e non fanno fiamma. Il bamboo
va spaccato per il lungo prima di metterlo sul fuoco, perché altrimenti
tende a scoppiare.
TIPI
DI FUOCO E LORO CARATTERISTICHE |
Vi
sono vari tipi di fuochi, ciascuno adatto ad uno scopo diverso.
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Quello
a piramide si accende con facilità, dà luce e calore ma
consuma molta legna. |
Il
fuoco a stella è un buon metodo per risparmiare legna ed è
adatto quando si vuole
dormirvi
vicino.
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Il
tipo a riflettore assicura il massimo calore con poca legna;
è adatto soprattutto per la cucina individuale. Ottimo per cucinare
davanti alla tenda e riscaldarla allo stesso tempo. |
Il
metodo a croce non risente del vento ma si regola male e
consuma molta legna. |
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Il
fuoco detto del pastore consuma invece poca legna, è buono
per riscaldare ma non offre uno stabile equilibrio al recipiente per
cucinare |
Il
fuoco alla polinesiana riscalda bene, conserva il calore e
non risente del vento. In caso di pioggia può anche essere
riparato. |
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Il
metodo del fuoco a capanna consente un’accensione anche in
condizioni avverse e permette di sfruttare il vento. |
Per
cucinare con più pentole contemporaneamente la disposizione più
efficace è quella del fuoco al calore di pietra. |
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COME
ACCENDERE IL FUOCO SENZA FIAMMIFERI
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Quando
i fiammiferi sono umidi o bagnati – o ancora peggio, terminati - può
essere problematico accendere il fuoco. La cosa migliore sarebbe avere
sempre a disposizione una certa scorta di fiammiferi impermeabili,
magari conservati in una bustina di plastica ermeticamente chiusa e a sua
volta impermeabile. Procurarsi fiammiferi impermeabili è facile perché
si possono preparare anche a casa: basta immergere la capocchia dei
normali fiammiferi di legno nello smalto per le unghie oppure nella
paraffina liquida.
In
caso di emergenza si può ricorrere ad altre soluzioni, come ricorrendo
all’uso di una lente, degli occhiali o anche del vetrino
dell’orologio che concentrino i raggi del sole su un’esca
appositamente preparata.
COME
PREPARARE UN’ESCA PER IL FUOCO
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Sono
moltissimi gli elementi facilmente infiammabili che possono essere
utilizzati per preparare un’esca per il fuoco: muschi, licheni,
infiorescenze delle canne dei pioppi o del cotone, stoppie, schegge di
corteccia, peluria dei fiori (come i cardi), foglie ben secche triturate,
corda disfatta, spago, fili di abiti, bende, garza, carta sottile…
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