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2006


Un Paese in primo piano


I cavalieri della steppa (Mongolia)

 

>>segue

 

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IL FUOCO

GENERALITA’

Risorsa fondamentale non solo per cucinare, ma anche per bollire l’acqua, per riscaldarsi, per asciugare i vestiti, per illuminare, per allontanare gli insetti, per tenere lontani animali in cerca di preda, per fare segnalazioni o anche solo per creare una atmosfera piacevole, il fuoco è, forse ancor prima del rifugio per la notte, l’elemento base di un accampamento.

Il fuoco va posizionato sottovento rispetto alla tenda in uno spazio abbastanza aperto oppure a ridosso di una parete riparata dal vento. Per evitare il rischio di incendi il terreno andrà preventivamente preparato liberandolo da sterpaglia, erba e foglie secche, rami, rovi e tutto quanto potrebbe prendere fuoco accidentalmente.

Per accendere il fuoco è necessario preparare un’esca secca e facilmente infiammabile utilizzando via via nell’ordine carta, erba o foglie ben secche, muschio secco, trucioli, pigne, rametti man mano più grossi sino ai ciocchi o tronchetti finali.

Si tenga presente che il legno tenero (agrifoglio, abete, melo…) fa’ più luce del legno duro, rilascia molto calore ma brucia piu’ in fretta. E’ adatto per attizzare il fuoco. Produce  scintille e molta piu’ cenere che braci.

Un fuoco vivo è piu’ adatto per cuocere o far bollire l’acqua.

Il legno duro (quercia, faggio, leccio, acero) brucia piu’ lentamente e regolarmente; produce tizzoni e braci che possono essere utilizzati per cuocere lentamente.

Per arrostire sono più adatte le braci.

Ogni tipo di legno cede al cibo un suo particolare sapore.

Il fuoco riscalda di più con le braci che con la fiamma.

Vari fuochi piccoli emanano più calore di un unico fuoco grande che è anche più difficile da controllare e da alimentare.   

La legna umida fa’ un fumo denso e può essere sfruttata per tenere lontano gli insetti (zanzare ecc…).

La legna verde brucia più lentamente di quella secca che produce una fiamma vivida ma dura meno.

Se non si ha a disposizione legna a sufficienza può essere utilizzato come combustibile anche lo sterco degli animali, come viene fatto abitualmente nel deserto dai beduini (sterco di cammello) o dalle popolazioni più povere di molti paesi del mondo (ad esempio India, Africa ecc… dove si utilizza soprattutto lo sterco secco dei bovini). Nelle regioni artiche gli eschimesi utilizzano come combustibile il grasso di balena o di foca. Anche la torba (secca) può essere utilizzata come combustibile. In riva al mare si possono reperire ed utilizzare le alghe secche.

La resina delle pigne e dei tronchi di pino si accende facilmente anche se umida. Il legno di pino invece, in quanto resinoso (come altri similari, quali il pruno) scoppietta vivamente nel fuoco ed andrebbe pertanto evitato. Anche la corteccia della betulla contiene un olio resinoso che brucia facilmente.

Salice, ontano, castagno e pioppo non bruciano bene e non fanno fiamma. Il bamboo va spaccato per il lungo prima di metterlo sul fuoco, perché altrimenti tende a scoppiare.

TIPI DI FUOCO E LORO CARATTERISTICHE

Vi sono vari tipi di fuochi, ciascuno adatto ad uno scopo diverso.

 

Quello a piramide si accende con facilità, dà luce e calore ma consuma molta legna.

Il fuoco a stella è un buon metodo per risparmiare legna ed è adatto quando si vuole

dormirvi vicino. 

 

Il tipo a riflettore assicura il massimo calore con poca legna; è adatto soprattutto per la cucina individuale. Ottimo per cucinare davanti alla tenda e riscaldarla allo stesso tempo.

Il metodo a croce non risente del vento ma si regola male e consuma molta legna.

Il fuoco detto del pastore consuma invece poca legna, è buono per riscaldare ma non offre uno stabile equilibrio al recipiente per cucinare 

Il fuoco alla polinesiana riscalda bene, conserva il calore e non risente del vento. In caso di pioggia può anche essere riparato.

Il metodo del fuoco a capanna consente un’accensione anche in condizioni avverse e permette di sfruttare il vento.

Per cucinare con più pentole contemporaneamente la disposizione più efficace è quella del fuoco al calore di pietra.





 COME ACCENDERE IL FUOCO SENZA FIAMMIFERI 

Quando i fiammiferi sono umidi o bagnati – o ancora peggio, terminati - può essere problematico accendere il fuoco. La cosa migliore sarebbe avere sempre a disposizione una certa scorta di fiammiferi impermeabili, magari conservati in una bustina di plastica ermeticamente chiusa e a sua volta impermeabile. Procurarsi fiammiferi impermeabili è facile perché si possono preparare anche a casa: basta immergere la capocchia dei normali fiammiferi di legno nello smalto per le unghie oppure nella paraffina liquida.

In caso di emergenza si può ricorrere ad altre soluzioni, come ricorrendo all’uso di una lente, degli occhiali o anche del vetrino dell’orologio che concentrino i raggi del sole su un’esca appositamente preparata.

COME PREPARARE UN’ESCA PER IL FUOCO

Sono moltissimi gli elementi facilmente infiammabili che possono essere utilizzati per preparare un’esca per il fuoco: muschi, licheni, infiorescenze delle canne dei pioppi o del cotone, stoppie, schegge di corteccia, peluria dei fiori (come i cardi), foglie ben secche triturate, corda disfatta, spago, fili di abiti, bende, garza, carta sottile…

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