Exsanguinotrasfusione

 

L’exsanguinotrasfusione è indicata in caso di :

  • malattia emolitica del neonato (MEN), al fine di rimuovere sia gli alloanticorpi materni che la bilirubina in eccesso;

  • iperbilirubinemia da causa non immunologica;

  • rimozione di sostanze tossiche.

L’unità di sangue utilizzata deve essere:
 

  1. priva degli antigeni eritrocitari verso cui sono rivolti gli anticorpi materni. Nella MEN-AB0 bisogna impiegare emazie di gruppo 0; nella MEN-Rh e nelle altre forme di MEN si preferisce eseguire l’exsanguinotrasfusione con sangue dello stesso gruppo ABO del bambino, quando il siero della madre è ABO compatibile. Se la condizione del bambino è così grave che l’unità di sangue deve essere preparata prima del parto, nella MEN-ABO, bisogna selezionare una unità di gruppo 0 Rh negativo; nelle altre forme di MEN si sceglie una unità di gruppo 0Rh negativo priva dell’antigene eritrocitario responsabile della malattia. L’emocomponente utilizzato è sangue intero o GRC ricostituiti con il plasma dello stesso donatore o, quando questo non è possibile, con plasma AB. La dose di emocomponente da infondere è pari alla massa ematica di questi pazienti che è circa 85-100 mL/Kg.

  2. crociata utilizzando il siero della madre; se questo non è disponibile le prove di compatibilità dovrebbero essere effettuate con l’eluato ottenuto dall’emazie di cordone, oppure se il tempo è breve con il siero del bambino. Nelle exsanguinotrasfusioni ripetute, le unità di sangue impiegate in tempi successivi, devono essere dello stesso gruppo e tipo Rh della prima unità. Dopo ogni exsanguinotrasfusione bisogna prelevare un campione di sangue del bambino da impiegare nelle prove di compatibilità per le exsanguinotrasfusioni successive (in aggiunta è consigliabile usare anche dei campioni di siero della madre).

  3. non più vecchia di cinque-sette giorni; se l’infusione avviene a lentissima velocità è sufficiente la permanenza dell’unità a temperatura ambiente altrimenti è di fondamentale importanza il preriscaldamento (visti gli effetti dell’ipotermia nel piccolo paziente).

 

 Copyright© 1999/2005 - Francesco Angelo Zanolli - Ultimo aggiornamento in data 16/11/2005