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Anemia acuta
Un'anemia acuta è quasi sempre
causata da perdita di sangue.
In presenza di un'emorragia è
innanzitutto importante non confondere gli effetti dell’anemia con quelli
provocati dall’ipovolemia. La trasfusione non deve essere
infatti utilizzata per espandere il volume ma per aumentare la capacità di trasporto
dell’ossigeno, soprattutto se si considera che la curva di dissociazione
dell’emoglobina migliora con un Hct intorno al 30% e che, nel sangue conservato
il 2,3-DPG, si riduce.
L’esperienza clinica ha
evidenziato che perdite di sangue intorno al 30-40% possono essere trattate in
pazienti giovani e sani con soli liquidi di sostituzione (uno studio su
volontari e pazienti con anemia isovolemica a concentrazioni di Hb intorno a 5
g/dL non ha evidenziato deficit significativi di ossigenazione).
Non esistendo
metodi o sistemi che possano determinare con precisione il grado
di ossigenazione di organi critici, si sono proposte da parte di varie
Associazioni Scientifiche delle linee di condotta basate sull'entità della
perdita o sulla quantità di emoglobina.
In base alla perdita:
Perdita rispetto
al volume ematico |
Quantità approssimata
in un soggetto adulto |
Necessità trasfusionale |
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<10% |
circa 500 mL
|
trasfusione non necessaria |
tra il 10 e il 30%
|
circa 800-1500 mL |
non vi è indicazione a
trasfondere a meno che non vi siano una preesistente anemia, una riduzione
della funzione respiratoria e cardiaca con segni di ridotta ossigenazione o
segni di danno d’organo (ischemia miocardica o cerebrale) |
tra il 30 e il 40% |
circa 1500-2000 mL |
è
innanzitutto necessario un rapido rimpiazzo con liquidi di sostituzione
(cristalloidi e colloidi) ed, eventualmente, un’adeguata trasfusione |
>40% |
>2000 mL nell’adulto |
una trasfusione è
sicuramente indicata insieme al ripristino del volume con liquidi di
sostituzione |
In base al valore di emoglobina:
Valore di emoglobina |
Necessità trasfusionale |
|
> 10 g/dL |
trasfusione di norma non
indicata |
< 7 g/dL
(8 g/dL nei pazienti anziani, nei cardiopatici gravi o nei
pazienti con importanti patologie respiratorie)
|
l’impiego della
trasfusione di emazie trova spesso indicazione; |
maggiori cautele sono da
osservare nei pazienti cardiopatici con ischemia coronarica. |
La migliore indicazione sembra tuttavia quella di
seguire con metodo una
condotta che possa portare ad una valutazione quanto più possibile oggettiva.
Di seguito vengono riportate le indicazioni della
Development Task Force of
the College of American Pathologists, pubblicate nel 1998 (Arch
Pathol Lab Med - Vol 122, February 1998).
1. |
Valutare il rischio di
ischemia e di altre malattie concomitanti. |
2. |
Stimare o prevedere il
grado di perdita ematica: |
> 30-40% |
perdita di volume
rapida (corrispettivo clinico: tachicardia spiccata, tachipnea,
ipotensione sistolica, alterazione dello stato mentale): trasfondere
emazie. |
3.
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Misurare l’emoglobina
|
> 10 g/dL: |
trasfusione raramente
necessaria. |
< 6 g/dL: |
trasfusione certamente
necessaria. |
Tra 6 e 10 g/dL: |
la necessità di
trasfondere dipende da altri fattori. |
4. |
Misurare i segni vitali
e l'ossigenazione tissutale (particolarmente utile nel range 6-10 g/dL,
allorchè la dimensione della perdita ematica sia ignota). |
Tachicardia, ipotensione
non corretta dal semplice rimpiazzo volumetrico:
trasfusione necessaria. |
Bibliografia
-
British Committee for Standards in Haematology. Guidelines for the clinical
use of red cell transfusions. Br J Haematol, 2001,113:24-31
-
Dennis CR,
Niehoff JM and Yeston NS: Transfusion Therapy. In Critical Care, 3^Ed., edit
by JM Civetta, Philadelphia 1997:639-657
-
Williamson
LM: Transfusion triggers in the UK.
Vox Sang 2002: 83
(I):217-219
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