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CONCENTRATI DI FVIII |
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Descrizione |
Sono
concentrati liofilizzati di FVIII da frazionamento industriale,
sterili, stabili e liofilizzati che si differenziano soltanto per la
purezza proteica ed il metodo dì inattivazione virale. La purezza è
normalmente espressa dall'attività specifica, rappresentata dalle unità di
Fper mg di proteina.
Oltre ai concentrati plasmaderivati, sono
attualmente disponibili preparati con la tecnologia del DNA ricombinante. |
Preparazione |
Il FVIII viene
inizialmente separato dal plasma per crioprecipitazione e quindi
purificato con diverse tecniche, in base alle quali si distinguono tre
gruppi principali di prodotti:
-
concentrati a purezza intermedia (ottenuti mediante tecniche convenzionali
di precipitazione-adsorbimento),
-
concentrati purificati mediante cromatografia a scambio ionico,
-
concentrati purificati impiegando anticorpi monoclonali.
I prodotti di purezza intermedia, oltre al FVIII ad una
concentrazione di circa 1-10% del contenuto proteico totale, contengono
livelli variabili di fibrinogeno, Fvon Willebrand e tracce di
anticorpi AB0; i prodotti purificati hanno una purezza superiore al 90% prima
dell'aggiunta di albumina come stabilizzante.
I concentrati devono essere ricostituiti,
filtrati e somministrati lentamente per via endovenosa, secondo le
istruzioni del produttore. |
Indicazioni |
Il
concentrato di FVIII è indicato nei pazienti affetti da emofilia A
con carenza modesta e severa e in quelli che presentano un basso titolo di
inibitore del FVIII, non superiore a 10 unità Bethesda/ml. Il
concentrato di FVIII può essere infuso a scopo profilattico o
terapeutico per la prevenzione ed il controllo dell'emorragia. Quando
viene utilizzato in pazienti con inibitori devono essere effettuati
frequenti dosaggi dei livelli di FVIII. Sono attualmente
disponibili differenti concentrati per il
trattamento di emofilici con inibitore. |
Dosaggio |
Secondo necessità: 1 unità (attività)/Kg di
peso corporeo incrementa il livello di attività plasmatico del 2%.
La quantità di FVIII è riportata sull'etichetta della
confezione come Unità Internazionali. Un'Unità Internazionale corrisponde
all'attività coagulante di FVIII presente in 1 ml di un pool di
plasma di soggetto normale raccolto da meno di un'ora. La quantità di
FVIII da infondere si determina calcolando il numero di unità
richieste per raggiungere in vivo i livelli desiderati e dividendo questo
valore per il numero di unità contenute in ogni confezione di concentrato.
Il FVIII è normalmente somministrato per infusione intravenosa-bolo
ogni 8-12 ore, oppure in infusione continua per 12 ore. La durata del
trattamento dipende dalla risposta del paziente e dalla gravità
dell'emorragia. I pazienti ospedalizzati che necessitano di dosi ripetute
devono essere attentamente seguiti per assicurare loro una terapia infusiva corretta. Quando il FVIII è impiegato per il trattamento
di pazienti con inibitore si deve monitorare l'efficacia della terapia
mediante il controllo sia dei livelli di FVIII raggiunti che del
titolo anticorpale. |
Controindicazioni |
Emorragie non associate a carenza specifica
del FVIII.
Con la somministrazione di elevate quantità di concentrati di
purezza intermedia si può avere un notevole incremento di fibrinogeno nel
plasma. La presenza di agglutinine anti-A o anti-B può determinare
positività del test diretto all'antiglobulina o anche emolisi. Gli effetti
collaterali più frequenti sono malessere, febbre, orticaria, nausea e
brividi. Dal momento che solo recentemente sono stati introdotti
concentrati altamente purificati, non si sa ancora fino a che punto la
rimozione delle proteine contaminanti sia in grado di ridurre l'incidenza
di questi effetti collaterali.
I concentrati preparati utilizzando un anticorpo monoclonale murino
contengono tracce di proteina murina che potrebbero indurre, anche se
molto raramente, la formazione di anticorpi responsabili di uno stato di
ipersensibilità. Anche il concentrato di AHF ricombinante contiene tracce
di proteina murina, bovina e di criceto che teoricamente potrebbero
stimolare la formazione di anticorpi. È opportuno che i pazienti siano
correttamente informati sui sintomi clinici determinati
dall'ipersensibilità. Nei concentrati preparati con anticorpi monoclonali
le reazioni causate dalla presenza di albumina dovrebbero verificarsi più
raramente. Solo alcuni concentrati di FVIII possono essere
impiegati nel trattamento della malattia di von Willebrand poiché la
maggior parte di essi manca del vWF necessario per la normale funzionalità
piastrinica. |
Le principali
caratteristiche relative ai concentrati di FVIII plasma-derivati e
ricombinanti attualmente disponibili sono riassunte nella tabella "Concentrati
di FVIII".
CONCENTRATI DI FIX
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Descrizione |
Il
prodotto tradizionalmente definito "complesso protrombinico" (o, più di
recente "complesso di FIX") contenente,
oltre a questo fattore, anche una certa quantità di Fattori II, VII e X,
proteina C e tracce di anticorpi AB0
è stato via via sostituito nell'uso dalle più recenti preparazioni, definite "concentrato di FIX", contenenenti
soltanto tracce (non terapeutiche) di Fattori II, VII e X. Questi ultimi
prodotti, ottenuti con metodi cromatografici avanzati, sono in grado di fornire
un materiale quanto meno trombogeno possibile. Circa il 20-30% di questo
prodotto è costituito da FIX (non meno di 50 unità di attività per mg di
proteina totale) rispetto all'1-5% di FIX presente nel "complesso
protrombinico".
I metodi di purificazione minimizzano il
rischio di trasmissione di malattie infettive, ma possono attivare il FIX. |
Preparazione |
I concentrati devono essere ricostituiti,
filtrati e somministrati lentamente per via endovenosa, secondo le
istruzioni del produttore. |
Indicazioni |
I concentrati di FIX vengono usati per il trattamento di
pazienti con emofilia B. Il complesso protrombinico può essere utile
anche nei pazienti con carenze di FII o X o per bloccare un'emorragia indotta da dicumarolici, ma non come
terapia d'attacco.
Alcuni Autori raccomandano l'utilizzo del complesso protrombinico nei
pazienti con inibitori dei Fattori VIII e IX, per la possibile presenza di fattori attivati in grado di iniziare il processo
coagulativo nella sede della lesione. |
Dosaggio |
La quantità di FIX è riportata sull'etichetta della confezione
misurata in Unità Internazionali, ognuna delle quali corrisponde all'attività di
FIX presente in 1 mL di plasma di soggetto normale.
La dose necessaria dipende dalle caratteristiche e dalle condizioni
cliniche del paziente: 1 unità (attività)/Kg di
peso corporeo incrementa il livello di attività plasmatico del 2%.
La quantità di concentrato da infondere si determina calcolando il
numero di unità richieste per raggiungere in vivo i livelli desiderati. Il recupero in vivo è pari circa
al 50%.
Dal momento che, nei pazienti carenti, l'emivita del FIX varia
da 24 a 32 ore, la somministrazione può rendersi necessaria ogni 24-32 ore fino a completo
controllo del sanguinamento. |
Controindicazioni |
Il complesso di FIX non deve essere impiegato nei pazienti
con epatopatie; ci sono state infatti segnalazioni di trombosi e CID associate
all'uso di questi concentrati, soprattutto in pazienti epatopatici con presunto
deficit di antitrombina III. Questa complicazione può essere in parte dovuta
alla presenza di fattori attivati o di alti livelli di fattori della
coagulazione. In alcuni pazienti con inibitori di FVIII, trattati con
complesso di FIX, si è verificato un infarto acuto del miocardio dovuto
più verosimilmente ad un'emorragia transparietale che ad un fatto trombotico
evidente.
Il concentrato di FIX preparato recentemente
sembra meno trombogeno del complesso di FIX. Gli effetti collaterali
causati da una rapida infusione del complesso di FIX sono: brividi,
febbre, cefalea, nausea, rossore e reazioni vasomotorie. |
Le principali
caratteristiche relative ai concentrati di FIX plasma-derivati e
ricombinanti attualmente disponibili sono riassunte nella tabella "Concentrati di
FIX".
Le principali
caratteristiche relative agli altri preparati disponibili sono riassunte nella tabella "Altri concentrati della
coagulazione".
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