|
Referendum
comunali
CClicca
qui per leggere subito l'aggiornamento (dicembre 2001).
Il CCCP fin dal suo
sorgere ha fatto sua la battaglia per un maggior grado di democrazia e
di partecipazione. Uno degli strumenti più importanti di democrazia diretta
(quella in cui decidono direttamente i cittadini) è il referendum.
La legge 265 del
1999 ha aperto nuove possibilità per i referendum comunali. All'articolo
3 dice, infatti, che nello Statuto Comunale "possono essere altresì
previsti referendum anche su richiesta di un adeguato numero di cittadini".
Dal che si
deducono due cose:
1) Ora è possibile tenere tutti i tipi di referendum, anche quelli
abrogativi (che cancellano o annullano alcune decisioni).
Prima della legge 265 era possibile svolgere un solo tipo di referendum,
quello consultivo, con il quale si sente il parere dei cittadini, ma le
decisioni spettano agli organi competenti. Il referendum consultivo, infatti,
è già previsto dallo Statuto Comunale approvato nel 1991. Sfortunatamente,
però, mai nessun referendum consultivo si è tenuto a Villadose. Il CCCP
chiede, fin dalla sua fondazione, che lo Statuto sia adeguato alla legge
265 e che siano previsti tutti i tipi di referendum possibili.
2) La "richiesta di un adeguato numero di cittadini" è solo uno dei
modi per fare dei referendum (questo è il senso della parola "anche").
Un altro modo può benissimo essere per iniziativa del Sindaco, della Giunta
o del Consiglio Comunale. Il CCCP chiede che, anche qui, lo Statuto Comunale
sia adeguato alla legge 265 e che sia previsto che i referendum possono
essere promossi non solo da "almeno un quinto degli elettori" (come avviene
ora), ma anche da parte del Sindaco, della Giunta e del Consiglio Comunale.
Digressione
che si può anche saltare:
Si noti
un fatto: per richiedere un referendum consultivo comunale servono le
firme di un quinto degli elettori, cioè il 20%, pari a oltre 900
villadosani maggiorenni.
Per chiedere un referendum abrogativo (di gran lunga più importante di
uno consultivo) a livello nazionale, bastano 500.000 mila firme secondo
la Costituzione, pari a poco più dell'1 % dei circa 47 milioni
di elettori italiani.
Una sproporzione così grande tra le due percentuali (l'una è
quasi venti volte più grande dell'altra!) può far pensare che
a Villadose si sia voluto togliere con una mano quello che si era concesso
con l'altra. Fatto sta che forse anche per questo motivo, come si è già
detto, nessun referendum comunale si è mai svolto.
Nel novembre 1999
il CCCP ha inviato una lettera al Sindaco Stocco, chiedendo anche come
mai non si siano mai fatti referendum consultivi a Villadose. Si ricordava,
inoltre, la possibilità di fare ora tutti i tipi di referendum, compresi
quelli abrogativi.
Il Sindaco Stocco ha risposto con una lettera,
per molti versi stupefacente, datata 18 gennaio 2000, in cui scriveva
tra l'altro: "Ora se ad oggi non è stato utilizzato lo strumento del
referendum non ritengo di poter dare in merito univoca, puntuale e circoscritta
motivazione, potendo probabilmente ciò dipendere da diverse motivazioni.
D'altro canto non ritengo sotto il profilo della opportunità sia corretto
che a dare tale risposta sia lo scrivente. Lo strumento è a disposizione
di chi lo vuole utilizzare."
Nel dicembre
1999 il CCCP ha inviato una lettera a tutti i consiglieri comunali in
cui si chiedeva loro direttamente se intendevano impegnarsi per inserire
nello Statuto tutti i referendum, compresi quelli abrogativi. Ha risposto
il solo consigliere comunale di minoranza Angelo Negri, con una lettera
in cui preannunciava il suo interessamento.
In effetti
Negri, insieme ai consiglieri Vittorio Novo e Antonio Pavan, ha presentato
il 21 gennaio 2000 una proposta al Consiglio Comunale che stava allora
per scadere. Per tale motivo il Consiglio Comunale, con delibera n. 23
del 26 febbraio 2000, ha approvato all'unanimità un ordine del giorno
che, tra l'altro, esprime "l'interesse dell'attuale Consiglio comunale
in merito alla necessità di potenziare gli istituti di partecipazione
relativi ai referendum abrogativi".
Il nuovo Consiglio
Comunale, eletto nel 2000, ha nominato una Commissione speciale per la
revisione dello Statuto, che ha cominciato a riunirsi dal dicembre 2000.
Nell'ultima seduta della Commissione, tenutasi il 5 aprile 2001, è
stato approvato un testo ancor più restrittivo: i promotori di
referendum sarebbero stati obbligati ad indicare i mezzi finanziari con
i quali fare fronte alle modifiche introdotte dal referendum (cosa che
non avviene nemmeno per i referendum abrogativi nazionali e che è
bene lasciare al dibattito durante la campagna elettorale).
Il 18 luglio 2001
il CCCP ha inviato una
lettera all'Assessore alle Riforme Romagnoli e ai membri della Commissione
che sta studiando la revisione dello Statuto Comunale. Ai punti n. 1 e
2 della lettera, il CCCP chiede che:
a) la proposta di indicare la copertura economica dei referendum sia cancellata;
b) che si abbassi dal 20% al 5% la percentuale di firme necessarie per
fare un referendum;
c) che sia possibile fare referendum anche su iniziativa del Sindaco o
del Consiglio Comunale;
d) che vengano introdotti anche i referendum abrogativo e propositivo.
Aggiornamento (dicembre 2001)
Il
nuovo Statuto, approvato
il 28 novembre 2001, ha introdotto i referendum abrogativi e propositivi,
ma ha respinto la proposta del CCCP di dare l'iniziativa anche a Sindaco
e Consiglio.
Il Consiglio ha abbassato dal 20 al 15% il numero di elettori necessari
per richiedere un referendum. Però ha introdotto una discutibile
Commissione che decide sull'ammissibilità o meno di una proposta
di referendum.
La Commissione è formata dal Segretario Comunale e da due "esperti
di disciplina giuridico-amministrativa" nominati dal Consiglio (articolo
74); dovrà stabilire se il referendum proposto è "conforme
al principio di ragionevolezza" (articolo 75). Se non lo ritiene
conforme, non si ammetterà il referendum.
Il CCCP valuta in modo estremamente negativo questo punto in particolare.
La ragionevolezza non è, ovviamente, misurabile in alcun modo;
una eventuale decisione di non ammettere un referendum perché "irragionevole"
sarebbe del tutto arbitraria e soggettiva.
Il
CCCP, considerando che a Villadose non si è mai tenuto alcun referendum
comunale e che pertanto non ci sono ragioni per scoraggiarne l'abuso,
è del tutto contrario a questa incredibile norma statutaria; ritiene
che sia "ragionevolmente" prevedibile che non vi saranno referendum
comunali nemmeno in avvenire.
|