Villadose, 16 agosto 2000

Al dott. Fabrizio Palugan
Assessore all’Ambiente

e, per conoscenza, Al Signor Sindaco
di Villadose

Gentile Signor Assessore,
rispondiamo alla Sua cortese lettera del 17 luglio scorso, protocollo 7041.

La Sua lettera solleva in noi nuovi dubbi. In particolare:

1) Lei afferma che con la frase “iniziative prese nel passato” delle Linee programmatiche 2000/2005 intende riferirsi alla delibera di Giunta comunale del 6.10.1995, “con la quale si aderiva alle Linee programmatiche provinciali in materia di smaltimento dei rifiuti urbani”.
In realtà, con quella delibera la Giunta di allora si limitava a esprimere “il proprio favorevole parere sulle linee guida tecniche” provinciali (punto n. 2), “dando nel contempo atto che sarà comunque il Consiglio Comunale a doversi esprimere definitivamente sull’accordo di programma in materia che sarà predisposto” (ultima frase delle premesse). E’ la stessa delibera quindi ad affermare che la decisione non compete alla Giunta, ma al Consiglio. Dai documenti in nostro possesso, nessun accordo di programma è stato votato dal Consiglio.

2) Ci sembra grave la mancanza di decisioni prese dal Consiglio Comunale, che Lei riconosce al termine della Sua lettera, decisioni necessarie quanto mai in questa circostanza.

3) La delibera del 1995 non può, quindi, essere ritenuta alla base di nessuna decisione del 2000/2005, sia perché adottata da un organo non competente, sia perché adottata ben due Amministrazioni fa (si sono, infatti, susseguite nel frattempo le elezioni del 1996 e del 2000).
Tali Amministrazioni, elette nel 1996 e nel 2000, non possono considerare di aver ricevuto alcun mandato esplicito dagli elettori a procedere al riutilizzo di discariche. Infatti, tutto ciò che il programma elettorale dell’Ulivo nel 1996 affermava era la “determinazione a contribuire con le altre Amministrazioni pubbliche a una soluzione razionale del problema dello smaltimento dei rifiuti” (pag. 10). Il programma elettorale dell’Amministrazione eletta nell’aprile 2000 afferma: “Per la Taglietto 0, che la Regione riconosce come sito da bonificare, si procederà tenendo conto delle decisioni già prese in Consiglio Comunale”.

4) Lei cita le indagini geologiche e idrogeologiche illustrate nel Consiglio Comunale del 23 giugno 2000. A nostro avviso, non può essere considerato corretto che si prendano decisioni su come risolvere i problemi già nel 1995, quando i risultati delle indagini volte a individuare tali problemi vengono presentati nel 2000.
Perché i progetti nascono prima dell’analisi dei problemi?

5) In relazione al punto precedente, Lei sa che si è tenuto un convegno venerdì 17.12.1999 in cui sono stati presentati i risultati delle analisi dal prof. Beretta e in cui si sono svolte interessanti considerazioni, in particolare dal prof. Cossu dell’Università di Padova. L’allora Sindaco Stocco aveva promesso la pubblicazione integrale degli atti che sarebbe utile esaminare e discutere.

6) Si è considerata la possibilità di eseguire la sola bonifica, senza il riutilizzo? Chi ha determinato in 9 miliardi la spesa prevista? Tale cifra è frutto di uno studio? Sono state esaminate tutte le forme di finanziamento possibili?

7) L’approvazione del Piano regionale per la bonifica delle aree inquinate (primi mesi del 2000), che Lei cita, non ci pare possa essere portata a supporto di una decisione già presa nel 1995, quando la Provincia decise la “bonifica della discarica di Villadose denominata Taglietto 1 e conseguente apertura nuova discarica nel medesimo terreno lasciato libero da suddetta bonifica” (delibera Consiglio Provinciale n. 129 del 1995).

8) Lei cita i lavori della Commissione Ambiente. Vorremmo osservare che nessun potere di rappresentanza democratica dei cittadini di Villadose può essere stato ad essa conferito, dato che ne erano membri persone nominate da alcune associazioni. Quanto discusso in Commissione Ambiente non deve essere trattato come “la volontà degli iscritti a quelle associazioni” né, tantomeno, come espressione della volontà popolare. Nessuna decisione potrà avere come fondamento o supporto i lavori di detta Commissione, formata da semplici cittadini non eletti da alcuno, le cui sedute si sono tenute a porte chiuse.

9) Sempre a proposito della Commissione Ambiente, Lei sa, anche per averne fatto parte, che tale Commissione ha avuto vita travagliata con dimissioni, contestazioni su verbali e sul documento finale; che i lavori si sono tenuti inspiegabilmente a porte chiuse; che i membri non sono stati messi in grado di conoscere tutti i documenti: a noi risulta, per esempio, che non siano stati loro forniti né la deliberazione di Giunta del 1995 che Lei cita come atto importante d’avvio della questione “bonifica e riutilizzo”, né la deliberazione della Giunta provinciale con le linee tecniche del settembre 1995, né la deliberazione del Consiglio Provinciale del dicembre 1995 sul “Piano provinciale Rifiuti Solidi Urbani”.
Questi documenti importantissimi, se conosciuti avrebbero potuto evitare discussioni e polemiche (ad esempio se tutto fosse già stato deciso o no). E’ evidente quindi che anche “le indicazioni pervenute a seguito dei lavori della Commissione ambiente” non possono essere assunte come rilevanti, perché viziate dalla mancata conoscenza di tali atti.

10) l numero speciale di “Ca’ Patella” che la Commissione Ambiente doveva redigere per “portare a conoscenza dei cittadini dei lavori svolti e delle opinioni delle associazioni facenti parte della Commissione” (pag. 3 del verbale n. 7, seduta del 15.9.1999) non è mai stato pubblicato.

11) Quando Lei afferma che oggi siamo in grado di “ipotizzare possibili soluzioni. L’intervento di recupero con riutilizzo della Taglietto 0 e delimitazione della Taglietto 1 è una delle possibili soluzioni”, sembra contraddirsi con quanto detto in precedenza, facendo intendere che si stanno studiando varie ipotesi. Se realmente così fosse, sarebbe utile che anche in questo caso venisse utilizzato il Consiglio Comunale per il dibattito.

12) Non risulta chiaro, in tutta la faccenda, quale sia stato il processo decisionale, chi abbia preso le decisioni, se era competente a farlo, e addirittura se decisioni siano state prese realmente.

In sintesi, ci sembra che non sia stato seguito un iter decisionale né logico, né chiaro.
In questi tempi di minor interesse per la politica da parte dei cittadini, la conoscenza di:

  1. chi ha preso le decisioni,

  2. per quale motivo,

  3. sulla base di quali dati di riscontro,

  4. attuando quale pensiero/programma politico,

è indispensabile al gioco democratico al fine di premiare o meno con il voto chi vuole amministrare. La restituzione alle istituzioni competenti delle rispettive funzioni è da considerarsi opera necessaria al medesimo scopo. Poter determinare i responsabili delle azioni intraprese permette al cittadino di compiere la sua importante funzione di controllo sulla politica.

Siamo pertanto a chiedere a Lei e al Signor Sindaco (al quale scriviamo per conoscenza) di:

  1. sospendere immediatamente tutte le decisioni in materia di bonifica e riutilizzo dell’area discariche;

  2. avviare una fase di dibattito ampio, documentato e pluralistico;

  3. fissare, al termine di questa fase, l’indizione di un referendum consultivo in modo da conoscere l’orientamento della popolazione informata.
    Il referendum potrebbe tenersi in coincidenza con la prima tornata elettorale utile, per risparmiare sulla spesa.

Se veramente si intende che la popolazione possa decidere dopo tanti anni sul destino del proprio territorio, allora indire un referendum è l’unico mezzo. Solo così, qualunque decisione presa che tenga conto dell’esito di quella consultazione, potrà essere accettata con la coscienza che la maggioranza dei cittadini è in sintonia con ciò che viene deciso.

Distinti saluti.

per il CCCP

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