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Copernico, la sorte del De Revolutionibus dopo la condanna della Chiesa e il ruolo di Galileo

Da Giangi Caglieris (Giovanni Maria Caglieris)


PIERO DINI a GALILEO in Firenze. Roma, 16 maggio 1615.(XII, 1122)

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Lettera X, 57.
Lettera in cui il Dini parla dell'opera di Padre Foscarin.

PIERO DINI a GALILEO in Firenze.

Roma, 16 maggio 1615.

Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VII, car. 231. – Autografa.

Molto Ill.re Sig.r mio Oss.mo

Non so pensare qual sia stata la cagione che tanto habbia commosso V. S., mentre qua non si tratta rinovatione alcuna. E quanto al Copernico, hormai non se ne dubita più; e quanto all'opinione di V. S., li dico che per adesso non è tempo di voler con dimostrationi disingannare i giudici, ma sì bene è tempo di tacere e di fortificarsi con buone e fondate ragioni, sì per la Scrittura come per le mathematiche, et a suo tempo darle fuora con maggior sodisfatione: e non sarà se non bene che V. S. dia l'ultima mano a quella scrittura(1) che mi dice haver abbozzata, se la sua sanità glie lo comporta; e fra tanto dal S.r Principe e da me s'andrà destreggiando con questi Ill.mi, che potremmo trovar qualche via facile da far ottenere a V. S. l'intento suo. E della Lettera del frate Carmelitano, mi dice il S.r Principe che presto si vederà con(2) aggiunta d'altre authorità, per maggior chiarezza della sua interpretatione.

Intanto V. S. proccuri di ricuperar le forze, e stia di buon animo, perchè non si sente nè pure un minimo motivo contro di V. S.; e se a Dio piacessi che lei potessi venir qua fra qualche tempo, son sicuro che darebbe gran sodisfatione a tutti, perchè intendo che molti Gesuiti in segreto sono della medesima opinione, ancorchè taccino: e con questi e con ogn'altro non mancherò mai di fare quanto saprò, per benefizio universale de' letterati, rincrescendomi solamente l'haver poche forze a tanta carica.

La dichiaratione del sole(3) non la fo vedere se non a persone che sono con V. S., perchè per ancora non pare che possi haver ricapito buono la necessità che terra moveatur. E senza più li bacio le mani, e pregoli da N. S. ogni bene.

Di Roma, li 16 di Maggio 1615.
Di V. S. molt'Ill.e
S.r Galileo.
Ser. Aff.mo
P. Dini.

Fuori: Al molto Ill.re S.r mio Oss.mo
Il S.r Galileo Galilei.
Firenze.


Note:
(1) Intendi, la lettera a Madama CRISTINA di LORENA.
(2) si venderà con - [CORREZIONE]
(3) Cfr. Vol. V, pag. 301-305 [Edizione Nazionale].