Messier non ha lasciato nessuna memoria specifica della scoperta dei suoi oggetti. E anche quando a distanza di tempo raccoglie nelle Connaissance des tem(p)s le sue osservazioni, non riporta alcuna osservazione di nebulose.
Viceversa, se in occasione dell'osservazione di altri fenomeni celesti, osserva delle nebulose, le riporta nella relativa memoria. Il fenomeno più frequente é l'osservazione di Comete; in tale occasione inserisce gli oggetti anche sulle carte del percorso della cometa tra le costellazioni.
Per M53 l'occasione dell'osservazione ( e non della scoperta), é un'Aurora Boreale.
Leggiamo l'inizio della memoria, Observation
d'une aurore boréale singulié, Hist. & Memoire de l'Academie Royale,1777, pag 440.
Il 25 febbraio, alla sera, essendo il cielo sereno, ho esaminato il cielo del mio osservatorio, e ho scoperto con il telescopio acromatico da 3 piedi 1/2 una nebulosa nella costellazione della Chioma di Berenice; ...... mi sono assicurato della posizione di questa nebulasa per mezzo degli allineamenti con stelle vicine, e ho rimandato ad un altro giorno di bel tempo la determinazione esatta. ....... l'indomani ho determinato la posizione della nebulosa per mezzo della 42a stella di questa costellazione secondo il catalogo di Flamsteed. ....
Fatta questa osservazione, guardando verso ponente, ho percepito una luce biancastra che si elevava sull'orizzonte da 30 a 35 gradi; questa luce apparve a Ovest-nord-ovest sotto forma di un fuso nella costellazione della Chioma di Berenice.
Tralasciamo il resto della memoria in cui si descrivono i dettagli dell'aurora boreale.
Si noti che nel catalogo Messier riporta come data il 26 febbraio 1777; come già avvenuto per altri oggetti e forse per scelta precisa, la data inserita in catalogo é quella in cui misura la posizione della nebulosa.
Il 3 febbraio 1775 scoprii al mattino prima dell'alba a Nord sopra la stella g, ovvero Vindemiatrix, dell'ala settentrionale della Vergine, circa a 1° a Est presso la stella 42 nella Chioma di Berenice , una nuova macchia nebulosa, che si mostrava molto vivamente ed in forma tondeggiante nel cannocchiale. La figura 11 ne mostra la posizione rispetto alla stella 42 (Alfa Comae) e ad altre minori, che non appaiono nelle carte celesti, verso alcune di esse sono state misurate alcune distanze.
Cortesia della Biblioteca Comunale Angelo Mai , Bergamo.
Herschel parla di M53 in Account of some Observations tending to investigate Costruction of the Heavens in Philosophical Transactions, 1784.
E' l'articolo in cui Herschel fa il primo accenno alla forma della Galassia.
Con il suo nuovo telescopio da 20 piedi e 12 pollici di apertura, Herchel osserva tutti gli oggetti del catalogo di Messier e Mechain. Nota che molti oggetti riportati nel catalogo, descritti da Messier come Nebulose senza Stelle, sono risolvibili invece in stelle. Parlando in particolare di M53, di cui lascia il disegno riportato a fianco, dice:
"Un ammasso di stelle molto piccole; uno dei bei oggetti che io ricordo di aver visto nel cielo. L'ammasso appare sotto forma di una palla solida, consistente di piccole stelle, del tutto compresse in una macchia di luce, con un gran numero di separate che la circondano, e distintamente visbili nella massa generale".
Subito dopo afferma che ha già osservato, oltre 466 nuove Nebule o Ammassi di stelle, mai viste prima. Sicuro che ce ne siano di più, preannuncia che preparerà un catalogo a parte. E' l'annuncio del primo catalogo che comparirà nelle Philosophical Transactions, 1786 e che conterrà più di 1000 oggetti
Cortesia della Biblioteca Nazionale Braidense, Milano.
Torna alla pagina principale Torna all'indice degli articoli
Copyright G.M. Caglieris @2001