Un atlante stellare del 1700
ovvero
Gli oggetti di Messier prima di Messier

Nota per il visitatore: Nel caso che alcune immagini si sovrapponagno orizzontalmente, provare a ridurre al minimo o ad eliminare il frame di sinistra.

Scorrendo l'ultimo catalogo di Messier (contenuto nel volume "Connaissance des Temps" per il 1784 e pubblicato 1781), compare talvolta nella descrizione dell'oggetto la voce Elle est rapportée sur l'Atlas céleste anglois. Fin qui niente di strano, in quanto alcuni degli oggetti catalogati da Messier erano già stati osservati precedentemente da altri (come per lo più Messier stesso riconosce); viene invece da chiedersi quale sia l'ATLANTE celeste citato e chi ne è l'autore. Ebbene questo atlante è stato identificato e la sua storia non è delle più lineari e facili.

Jonn Bevis, - Uranographia Britannica

L'autore è un astronomo Inglese, che opera a cavallo della metà del 1700.

Nel 1731 scopre la nebula nel corno inferiore del Toro (quella che diventerà M1). Nel 1737 osserva un rarissimo evento, l'occultazione di un pianeta da parte di un altro (in questo caso Venere e Mercurio).

All'osservatorio di Stoke Newington comincia sistematiche misurazioni di transiti di stelle (tra il 1738 e il 1739 misura le posizioni di 160 stelle a notte), compila precise tavole a completamento di quelle di Flamsteed e di Halley e verso il 1746 decide di preparare un nuovo atlante del cielo.

A quell'epoca l'atlante di riferimento è l' Atlas Coelestis di Jonh Flasteed (Londra 1729) apprezzato da molti astronomi per la sua accuratezza, ma di cui molti altri erano scontenti a causa delle sue dimensioni poco maneggevoli e per la mancanza di eleganza delle tavole. Così Bevis decise di pubblicare un nuovo atlante e di basarlo sul Bayer (Uranometria. Augsburg, 1603). Bevis riuscì a raccogliere parecchi sottoscrittori e a far incidere le lastre di tutte le tavole. A queste voleva aggiungere un catalogo stellare (con le posizioni ricalcolate al 1746) da pubblicare contestualmente.

Ma il suo editore fece bancarotta, le lastre furono sequestrate e l'atlante non fu mai ufficialmente pubblicato.

Fortunatamente un certo numero di copie di tutte le tavole furono stampate prima del sequestro ed evidentemente una di queste copie (in maniera non conosciuta, ma probabilmente attraverso Lalande, che era in contatto con Bevis) pervenne nelle mani di Messier tra il 1780 (anno della pubblicazione del secondo catalogo in cui non c'è alcun riferimento all'atlante,) e il 1781 anno di pubblicazione del terzo e ultimo catalogo..

L'atlante fu stampato in poche copie dopo la morte del Bevis nel 1786 da qualcuno che aveva recuperato le lastre, in poche copie e senza mai citare Bevis.

Se si comparano gli atlanti del Bayer e di Bevis appare chiaro che il Bevis ha seguito esattamente la stressa struttura dell'atlante del Bayer. Vi è lo stesso numero di tavole, delle stesse dimensioni e ciascuna coprente la stessa area del cielo. Inoltre le figure delle costellazioni sono stilisticamente identiche. Ma i due atlanti non sono uguali. Quello di Bevis riporta un maggior numero di stelle e con posizioni più accurate. Vi sono incluse molte stelle variabili appena scoperte e, cosa che ci interessa da vicino, parecchi oggetti nebulari (nebulae), alcune delle quali mai riportate precedentemente su Atlanti.

Le tavole

Le stelle

Sono in totale 51 tavole di formato 375 x 275 millimetri.

Sono riportate 3350 stelle (600 in più che l'atlante di Flansteed) fino alla magnitudine 8 , rappresentate come da figura.

Le nebulae

Le nebule sono rappresentate la cerchi in grigio. Sull'atlante sono riportate innanzi tutto M1 (la nebulosa Cancro) scoperta da Bevis stesso nel 1731 e riscoperta da Messier.oltre ad altri dieci oggetti di cui due non catalogati da Messier.

Gli oggetti Messier

Gli oggetti di Messier sono in tutto nove e precisamente: M1, M11, M13, M22, M31, M35, M42 oltre che Il presepe (M44) le Pleiadi (M45)

Viene di ciascuno riportato un particolare della carta dell'atlante e la corrispondente mappa moderna ottenuta con MEGASTAR

Gli oggetti in dettaglio

M1 (Ngc1952) Resto di SupernovaM1 La mappa riporta un'area di 25° x 15°

M11 (Ngc6705) Amasso aperto nello Scudo

M11 La mappa riporta un'area di 17° x 10

M13 (Ngc6205) - Amasso Globulare in Ercole M13 La mappa riporta un'area di 17° x 10°

M22 (Ngc6705) Amasso Globulare in Sagittario; possibile prescoperta di Urano? M22 La mappa riporta un'area di 15° x 9°

Risulta che Bevis osservò questa area di cielo nell'estate 1738 e riportò le posizioni delle stelle osservate nel suo catalogo. Urano (la cui scoperta ufficiale da parte di Herschel avvenne nel 1781) si trovava in quel momento molto vicino ad M22 (la sua traettoria è indicata nella tavola della costellazione) ed aveva una magnitudine stimata in 5,8m. Il triangolo che precede (sulla destra di ) M22, sopra la l , non esiste, o meglio solo due sono facilmente visibili, mentre la terza è di magnitudine decisamente inferiore. Ora tutte 3 le stelle riportate sembrano avere la stessa magnitudine. Potrebbe trattarsi non di una stella ma di Urano.

Per inciso qualcosa di analogo vi è nella tavola del Toro; è riportata una stella brillante, che non esiste nella zona osservata da Bevis nel 1731 (anno in cui osservò anche la futura M1). Calcoli moderni mostrano che in quel periodo Urano si trovava esattamente dove è riportata la stella fantasma.

Anche altri avevano osservato Urano prima della scoperta (forse lo stello Galileo). Nessuno si accorse che era un Pianeta, a mio parere, per due motivi:
1) Non ripeterono le osservazioni e le misurazioni dellla posizione della stella, e quindi non si accorsero che cambiava posizione nel tempo.

2) Herschel si accorse di qualcosa di strano nella stella che osservava perchè, grazie alla grande apertura e ai forti ingrandimenti del suo telescopio, notò che questa aveva una dimensione rilevabile al telescopio, tanto che inizialmente la credette una cometa e solo dopo osservazioni ripetute e calcoli laboriosi si giunse alla conclusione che si trattava di un pianeta con orbita esterna a quella di Saturno.

Un infortunio analogo occorse a Lalande a riguardo di Nettuno; la cosa è più grave in quanto successo oltre 40 anni dopo e ad un astronomo dotato di migliori telescopi.

M31 (Ngc224) - Galassia in Andromeda M31 La mappa riporta un'area di 24° x 15°

M35 (Ngc6205) - Amasso aperto nei Gemelli)

 

 

 

 

 

 

La mappa riporta un'area di 33° x 20°

M42 (Ngc1976) - La nebulosa di Orione

La mappa riporta un'area di 20° x 12°

Due Oggetti estesi

Le Pleiadi e il Presepe - M45 ed M44

Conclusione

Due sono le conclusioni che mi sembra di poter trarre:

La presenza di nebule era già chiara prima di Messier, tanto è vero che compaiono su Atlanti, Testi o Cataloghi ben prima di Messier: alcuni risalgono addirittura al 1600 come nel De sistemate Orbis Cometici (di G.B. Hodierna, Palermo 1654 e di Hevelio); altri sono stati preparati nel 1700 (da astronomi quali Derham, Lacaille e De Cheseaux) . Messier è il primo a darne un elenco consistente e a riportarne le posizioni su molte carte da lui preparate (per illustrare il percorso di Comete) e rese disponibili ad un significativo numero di astronomi e appassionati tramite la pubblicazione sulle Memoires de l'Academie Royal tra il 1771 e il 1790.

Quanto all'atlante del Bevis rappresentava per i tempi un giusto compromesso tra precisione, maneggevolezza e bellezza grafica. Se fosse stato pubblicato come nelle intenzioni dell'autore avrebbe potuto rappresentare l'atlante di riferimento per parecchio tempo.

Dove trovare l'atlante

Le immagine riportate nell'articolo sono tratte con autorizzazione del detentore del copyright dal CD Uranografia Britannica prodotto dalla Manchester Astronomical Society. e acquistabile (30$ dollari) via Internet e carta di credito al sito www.u-net.com/ph/mas/bevis/

Un facsimile dell'atlante nelle dimensioni originali può essere acquistato al prezzo di 125£ (sterline) tramite posta elettronica all'indirizzo Erskpres@aol.com. Sono disponibili in facsimile altri atlanti (Uranometria del Bayer, Astronomia Macrocosmica seu…. di Andrea Cellario

Una panoramica della storia ed evoluzione degli atlanti stellari si trova al sito www.lhl.lib.mo.us/pubserv/hos/stars/welcome.htm (Out of This World - The Golden Age of the Celestial Atlas - An Exhibition of Rare Books from the Collection of the Linda Hall Library)

Le mappe sono state create con Megastar di Emil Bonanno.

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Revisione dell'articolo comparso sulla Rivista NOVAE
Bollettino del Circolo Astrofili di Milano

Copyright G.M. Caglieris @1999

Aggiornato il: dicembre 17, 2000.