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By. Federico Cappello

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Grotte dei Saraceni

Padroni del Mediterraneo occidentale, gli Arabi ne dominarono le coste , già al concilio di Valence dell'890 si fa espressamente menzione di alcune bande che,unitamente ad altre di Normanni, scesero dal Nord della Francia poco dopo, una colonia di Saraceni occupa La Garde-Freinet (Saint-Tropez) e fondano un campo trincerato dal quale si irradiano tra il Rodano e le Alpi. 

Alcune bande di predoni e saccheggiatori arrivano anche nella nostra zona nella valle dei Guaraldi i Saraceni trovarono un facile rifugio per le loro scorribande e si tramanda che usarono le grotte per nascondere i loro tesori razziati i Monferrato. Sappiamo che i saraceni giunti dalle loro basi di Fraiet in Provenza, l'antica "Fraxinetum", si insediarono sui colli di Ottiglio, abitando anche taluni caverne naturali sotto la collina di S.Germano, certo fondano alcune comunità come il piccolo borgo di Moleto dal quale deriva il nome dal "muley" che in arabo significa signore, capo, per appunto capo dei Mori.  Che le loro incursioni siano state feroci e violente è attestato anche da papa Giovanni VII, il quale scrivendo a Carlo il Calvo, riportava: "beate le donne sterili".    

Le devastazioni e le violenze saracene sono imponenti, tuttavia è quasi certo che col trascorrere del tempo i Saraceni abbandonano la propria violenza ed alcuni nuclei si stanziano nella valle tra Moleto e Frassinello Monferrato, come è confermato da alcune Tradizioni e costumi di vita: dai Saraceni i "Monferrini" apprendono un sistema di canalizzazione, l'uso delle erbe per preparare i distillati, infusi e profumi, oltre ad alcuni piatti caratteristici. Che i Saraceni si siano stabiliti per un certo tempo nella valle è anche rilevato dalla toponomastica: le "grotte dei saraceni" Fraxinetum (Frassinello). Tra il 960 ed il 970 le nostre zone sono state liberate dalle orde saracene con una vera e propria crociata da Guglielmo conte di Provenza e da Arduino Glabrione, marchese di Torino con il concorso di signori laici ed eclesiali.

La storia della Grotta inizia durante l'Era Secondaria con imponenti spinte di origine orogenetica, in seguito ne seguì una serie di movimenti geologici di assestamento, lenti ma costanti, che hanno causato forti spinte di origine tettonica, inclinando e sollevando le rocce sedimentarie di origine marina del Monferrato.

Da un'indagine condotta dal Sig. Pierangelo Torielli all'interno risulta che a circa sette metri sotto le grotte scorre un corso d'acqua che rilevato tramite opportuni strumenti, ne segue una risonanza poco sotto l'ingresso, si parla anche della presenza di un laghetto sotterraneo a circa trenta metri dall'ingresso. Dalle falde del colle di San Germano ha origine il torrente Pomara che nasce nella vicina valle dei Frati e, dopo un  lungo percorso, sfocia nel Rotaldo.  Il cronista e storico dell'epoca napoleonica l'abate Giuseppe Antonio de Morano scrisse nel 1700 che nella collina di S. Germano, e sotto la borgata detta Moleto esistono scavate nel corpo della collina le così dette Caverne dei Saraceni capaci di ricoverare uomini e cavalli, nel 1811 l canonico Giuseppe de Conti scrive una singolarità della regione Moleto esistono tuttora scavate nel tufo tortuose, e diramate Grotte, capaci di ricovero di moltitudine di Persone.

Le prime notizie scritte ci giungono dalle ricerche fatte dal conte Fabrizio Mola di Ottiglio, che lasciò scritti e una mappa delle Grotte, materiale davvero prezioso ed interessante datato 1626, molto probabilmente il conte Mola era riuscito a visitare la Grotte, e a vedere il mitreo entrando da qualche passaggio secondario ora ostruito . 

Bibliografia: " La Grotta dei Saraceni"  1958-1995  di Pierangelo Torielli

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