Tratte dal libro "Tütt i canzunett al ciaar e al
scüür"
edito dalla Famiglia Comasca nel Natale 1993:
I tò öcc
Ma pìaas vardà i tò öcc, perché
gh'è dént
tütt ul celèst del laagh, ul ciaar,
l'umbrìa,
ul serén, i stralüsc, ul suu scutént.
Öcc de Madòna ... e cérti vòlt
de strìa.
Ga pasa sutt, alégar 'mè pesitt,
i tò penséer, (quii béi) che scàpan giò
visìn al cöör, dulz, vìscur,
piscinitt:
pròpi 'mé i alburèi : t'ì ée vist nanmò ?
e inn già luntàn, scundüü chi sà induvé,
forzi adòss ai péss brütt, per
casciài via !
Öcc bèi, vardémm quèi volta anmì, perché
insém' al laagh, al céél, ma piasarìa
ge füdèss dént un puu d'amuur per
mi ...
perché ta vöri bén, làsatal dì !
e una poesia in Italiano dedicata
alla madre dapprima sorda e poi cieca HO
AVUTO UNA FIGLIA
Ho avuto una figlia: mia madre.
I bellissimi occhi ella sgranava
per cogliere sulla mia bocca
tante parole -- dolci -- che le dissi
e quelle amare (poche: spine
su cui sanguinerò muovendo i passi
nella discesa verso il buio,
fondo finale di una vita buia).
Nel silenzio e nel buio
ella morì, senza neppur sapere
quali mani (impotenti)
cercassero di esprimerle lo strazio
di un addio fosco, tremendo.
Spero soltanto che nell'altra vita -- beate -- ci
rincontreremo.
Io parlerò e tu mi ascolterai
e mi vedrai mentre ti abbraccio stretta.
Ho avuto una figlia: mia madre.
Infine una '
lettera'
a Gisella scritta da Francesco Gottardi per la sua
scomparsa:
"Ora che le tue mani
accarezzano le stelle e i tuoi occhi parlano con loro, ora che tu conosci le
verità del dopo da tutti i credo diversamente detta, vieni ti prego nelle mie
notti insonni a tenermi compagnia. A raccontarmi con la tua voce amica le cose
che tu sai come facevi un tempo, il tempo dell'Acàrya che tanti lustri ti ha
vista presidente. Maestra di poesia, tu ci hai svelato di Ippocrene la fonte.
Con te perdiamo un poco anche di noi che ci sentiamo persi nel cerchio della
vita, mentre contiamo con le nostre dita il numero che cresce: Gianni, Gino,
Giuliana, Paolo, Giordano e oggi Gisella, voci vibranti colme di sentimenti.
" Vöri sbiavì pian pian .." e così è stato, scegliendo nel
silenzio l'abito della festa e della festa il giorno fissando sui nostri
calendari, in tutti i Natali che verranno, il tuo anniversario. Ed ora dimmi,
cammini nella luce ? E illumini tu stessa le notti nei pascoli del cielo? E
incontri nel camino il Gianni e tutti gli altri ? Vieni, ti aspetto, aspettami
anche tu..."
|