GISELLA  AZZI 


GISELLA AZZI

Ha compiuto 90 anni lo scorso 3 aprile 2002 ed è stata festeggiata, senza la sua presenza perchè malata, all'Acàrya con una serata a lei dedicata di poesia, giornalismo e aneddoti .
E' scomparsa alla vigilia di Natale del 2002 ed è per la città di Como una grande perdita.
Ha ricevuto l' "Abbondino d'oro" massima benemerenza cittadina che il comune di Como le assegnò nel 1995.
I libri da lei pubblicati o a lei dedicati :


Impressioni Comasche (1957)
Canzunett al ciaar e al scuur (1966)
Il Bottegone (1968)
Il fiore nel bicchiere (1969)
Vita col Duomo (1971)
Il Furetto del Grattacielo (1973)
Le indiscrezioni della Marietta (1974)
I ponti d'oro (1982)
Primavera in Gennaio (1984).
L'Arz e la stela (2003)

Le sue poesie sono pubblicate in diverse antologie. 


Inventò il personaggio della Marietta, una popolana sgrammaticata che raccontava in chiave comica con strafalcioni, ma con buon senso, fatti e avvenimenti della città, pubblicati sul settimanale "Ul Tivan".

Ha collaborato con TV e radio locali e con diversi giornali:
L'Ordine, La Provincia, Ul tivan e la Rivista Como.
E' stata tra i fondatori sia de " La famiglia Comasca" che l' "Acàrya" .
Da giovane aveva frequentato il conservatorio diplomandosi in pianoforte.
Gisella ha trovato nella musica così come nella scrittura in Italiano e in Dialetto la possibilità di esprimersi, di comunicare e diffondere il suo amore per la città di Como e per il suo Lago.

Tratte dal libro "Tütt i canzunett al ciaar e al scüür" edito dalla Famiglia Comasca nel Natale 1993:
I tò öcc


Ma pìaas vardà i tò öcc, perché gh'è dént 
tütt ul celèst del laagh, ul ciaar, l'umbrìa,
ul serén, i stralüsc, ul suu scutént.
Öcc de Madòna ... e cérti vòlt de strìa.

  Ga pasa sutt, alégar 'mè pesitt,
i tò penséer, (quii béi) che scàpan giò
visìn al cöör, dulz, vìscur, piscinitt:
pròpi 'mé i alburèi : t'ì ée vist nanmò ?

e inn già luntàn, scundüü chi sà induvé,
forzi adòss ai péss brütt, per casciài via !
Öcc bèi,  vardémm quèi volta anmì, perché

insém' al laagh, al céél, ma piasarìa
ge füdèss dént un puu d'amuur per mi ...
perché ta vöri bén, làsatal dì !

 e una poesia in Italiano dedicata alla madre dapprima sorda e poi cieca

HO AVUTO UNA FIGLIA

Ho avuto una figlia: mia madre.
I bellissimi occhi ella sgranava
per cogliere sulla mia bocca
tante parole -- dolci -- che le dissi

e quelle amare (poche: spine
su cui sanguinerò muovendo i passi
nella discesa verso il buio,
fondo finale di una vita buia).
 

Nel silenzio e nel buio
ella morì, senza neppur sapere
quali mani (impotenti)
cercassero di esprimerle lo strazio
 

di un addio fosco, tremendo.
Spero soltanto che nell'altra vita  -- beate  -- ci rincontreremo.


Io parlerò e tu mi ascolterai
e mi vedrai mentre ti abbraccio stretta.

Ho avuto una figlia: mia madre.

 
Infine  una   ' lettera' a Gisella scritta da Francesco Gottardi  per la sua scomparsa:

"Ora che le tue mani accarezzano le stelle e i tuoi occhi parlano con loro, ora che tu conosci le verità del dopo da tutti i credo diversamente detta, vieni ti prego nelle mie notti insonni a tenermi compagnia. A raccontarmi con la tua voce amica le cose che tu sai come facevi un tempo, il tempo dell'Acàrya che tanti lustri ti ha vista presidente. Maestra di poesia, tu ci hai svelato di Ippocrene la fonte. Con te perdiamo un poco anche di noi che ci sentiamo persi nel cerchio della vita, mentre contiamo con le nostre dita il numero che cresce: Gianni, Gino, Giuliana, Paolo, Giordano e oggi Gisella, voci vibranti colme di sentimenti. " Vöri sbiavì pian pian .."  e così è stato, scegliendo nel silenzio l'abito della festa e della festa il giorno fissando sui nostri calendari, in tutti i Natali che verranno, il tuo anniversario. Ed ora dimmi, cammini nella luce ? E illumini tu stessa le notti nei pascoli del cielo? E incontri nel camino il Gianni e tutti gli altri ? Vieni, ti aspetto, aspettami anche tu..."